Cesare Battisti (1954)
terrorista e scrittore italiano / Da Wikipedia, l'enciclopedia encyclopedia
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Cesare Battisti (Cisterna di Latina, 18 dicembre 1954) è un ex terrorista e scrittore italiano[1][2][3].
Durante gli anni di piombo, Battisti fu membro del gruppo terrorista Proletari Armati per il Comunismo. Condannato a 12 anni in primo grado per banda armata, evase dal carcere nel 1981. Successivamente è stato condannato in contumacia all'ergastolo[4] in via definitiva per quattro omicidi, due commessi materialmente e due in concorso con altri. Ha ricevuto asilo fuori dei confini italiani come rifugiato politico e ha svolto l'attività di scrittore di romanzi di genere noir[5].
Prima della sua ammissione di colpevolezza, avvenuta nel marzo del 2019[6][7], Battisti aveva sempre affermato la propria innocenza per quanto riguardava gli omicidi.[8] Trascorse la prima fase della sua latitanza in Messico e in Francia, dove beneficiò a lungo della dottrina Mitterrand, si sposò ed ebbe due figlie, ottenendo la naturalizzazione[9], poi revocata prima di ottenere il passaporto, infine in Brasile dal 2004 al 2018.
Fu arrestato nel paese Sudamericano nel 2007 e rimase in carcere fino al 9 giugno 2011 per ingresso illegale nel paese con documenti falsi.[10] Ha scontato in totale circa sette anni di carcere.[11] Inizialmente gli fu concesso lo status di rifugiato, poi revocato. Il 31 dicembre 2010 il presidente brasiliano Luiz Inácio Lula da Silva annunciò il rifiuto dell'estradizione in Italia e concesse il diritto d'asilo e il visto permanente (status di "residente permanente"). Il governo della nuova presidente del Brasile Dilma Rousseff negò di nuovo l'estradizione nel 2011.[12]
Michel Temer, divenuto nuovo presidente del Brasile, firmò l'ordine di estradizione nel 2018 e da quel momento Battisti ritornerà latitante.[13] Venne arrestato il 12 gennaio 2019 in Bolivia, da una squadra dell'Interpol (team composto da Polizia italiana, Criminalpol e Antiterrorismo)[14] e il 14 gennaio è stato trasferito in Italia dove sta scontando l'ergastolo[15], attualmente nel carcere di Massa - Carrara. Il 25 marzo 2019 ammise per la prima volta le proprie responsabilità per i crimini imputatigli: si dichiarò colpevole di tutti i reati per cui è stato condannato e chiese scusa ai familiari delle vittime.[16] Nell'agosto 2020 anche l'ex presidente del Brasile, Lula, ha chiesto scusa ai familiari delle vittime sostenendo di aver sbagliato nel dare asilo politico a Battisti, scuse estese agli italiani in un'intervista televisiva nell'aprile del 2021.[17][18]