Claude Lévi-Strauss
antropologo ed etnologo francese / Da Wikipedia, l'enciclopedia encyclopedia
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Claude Lévi-Strauss (Bruxelles, 28 novembre 1908 – Parigi, 30 ottobre 2009[2][3][4]) è stato un antropologo, etnologo e filosofo francese.[5]
«Più che dare risposte sensate, una mente scientifica formula domande sensate.»
(Claude Lévi-Strauss[1])
Antropologo, sociologo e etnologo, teorico dello strutturalismo, Lévi-Strauss occupa una posizione centrale nel pensiero contemporaneo.[6] Lo strutturalismo lévi-straussiano – che ha scorto, e posto a base di ogni ulteriore riflessione, l'intrinseco carattere strutturale di ogni fenomeno sociale[7] – ha permeato tutte le scienze sociali, la filosofia, la psicologia, la politica (il marxismo) e la storia.[8]
I suoi contributi alla psicologia, provengono indirettamente dall'applicazione del metodo strutturalista – per il quale i fenomeni culturali vanno interpretati in riferimento a elementi universali e inconsci rappresentanti la struttura fondante d'ogni cultura[9][10] – agli studi antropologici della cultura materiale,[11][12] ponendo a base di ogni fenomeno psicologico l'ipotesi dell'esistenza di sottostanti strutture mentali inconsce, atemporali e universali.[13][14][15][16][17][18][19][20] Fondamentali poi i suoi studi sulle popolazioni cosiddette “selvagge”, raccolti nelle sue due opere più note al grande pubblico, i classici Tristi tropici[21], Razza e storia e Il pensiero selvaggio, in cui Lévi-Strauss mette in discussione, partendo da un'analisi di fondo della nozione di cultura come sistema simbolico e semiotico, la presunta superiorità della cultura occidentale – e criticandone altresì la relativa nozione di etnocentrismo e il conseguente umanesimo[22][23][24] – rispetto alle cosiddette mentalità primitive, a cui Lévi-Strauss conferisce logicità, pari dignità e rispetto (relativismo culturale).[25][26][27]
Ha ricevuto diversi riconoscimenti per i suoi studi e le sue ricerche, fra cui il Premio Erasmo nel 1973, il premio Meister Eckhart nel 2003 e molte lauree honoris causa da diverse università straniere.[28] È considerato uno dei padri fondatori dell'antropologia moderna,[29][30] che si colloca, secondo Edmund Leach, sulla scia dell'opera di James Frazer e Franz Boas.[31][32]