Jihādismo
terrorismo armato che invoca il principio-dovere del jihād secondo una lettura islamica fondamentalista / Da Wikipedia, l'enciclopedia encyclopedia
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Jihādismo o gihadismo[1] è il nome usato per descrivere un fenomeno terroristico armato che invoca il principio-dovere islamico del jihād, alla luce - estremamente riveduta - del pensiero più radicale del cosiddetto "fondamentalismo islamico". Questo perché jihād nella dottrina islamica indica tanto lo sforzo di miglioramento del credente (il «jihād superiore»), quanto la guerra condotta «per la causa di Dio», ossia per l'espansione dell'islam al di fuori dei confini del mondo musulmano (il «jihād inferiore»).
Il termine "jihādismo" (in arabo سلفية جهادية?, Salafiyya jihādiyya) è stato coniato all'inizio del XXI secolo per indicare i movimenti insurrezionalisti ed eversivi manifestatisi già con l'assassinio, nel XX secolo, del Presidente della Repubblica egiziano Anwar al-Sadat nel corso di una parata militare, poi esplosi in maniera drammatica con le prime azioni di al-Qa'ida a Nairobi e Dar es Salaam, con gli attentati dell'11 settembre 2001 e l'intervento militare armato in Iraq degli Stati Uniti e dei suoi alleati contro il regime dittatoriale di Saddam Hussein nel 2003.
Con questo termine si indicano, tuttavia, anche i fenomeni relativamente meno appariscenti delle forme di lotta condotta in alcuni Paesi islamici dai cosiddetti Mujahidin (guerriglieri armati).
Il jihādismo pretende di rifarsi al movimento ideologico e culturale del Riformismo islamico degli ultimi anni del XIX secolo e dei primi del XX, che viene anche definito salafismo, degenerato nel secondo dopoguerra nel Qutbismo (le cui linee furono ispirate al pensiero del Fratello Musulmano egiziano Sayyid Qutb), che conobbe un improvviso sviluppo e una notevole capacità di reclutamento a seguito dell'invasione militare sovietica in Afghanistan nel 1979.
Uno studio pionieristico in materia è stato quello di Gilles Kepel, che studiò nel suo Le Prophète et Pharaon la formazione del pensiero jihādista egiziano all'epoca di Sadat.[2]
Il jihādismo ha un obiettivo internazionale panislamico, tanto da essere anche chiamato jihādismo globale. Ha una precisa matrice sunnita e dagli inizi del XX secolo ha assunto uno spiccato orientamento violentemente anti-sufi, anti-ahmadi e anti-sciita, in totale contrasto perciò con l'orientamento ideologico, giuridico e culturale del sunnismo ortodosso, che ha giudicato da oltre un millennio lo sciismo una variante erronea dell'Islam ma pur sempre all'interno del suo sistema dogmatico e giuridico di valori.