Kulaki
contadini agiati degli ultimi anni dell'Impero russo e dei primi dell'Unione Sovietica / Da Wikipedia, l'enciclopedia encyclopedia
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I kulaki (talvolta italianizzato in culachi, sing. culaco[1], dal plurale di kulak, in russo кула́к? ascoltaⓘ, "pugno") erano una categoria di contadini presente negli ultimi anni dell'Impero russo, e nei primi della neonata Unione Sovietica, finché nel 1924, con la morte di Lenin, prese il potere Stalin, che diede il via alla collettivizzazione e i kulaki divennero a tutti gli effetti nemici dello stato. Iniziò così un vero e proprio rastrellamento nelle campagne, e moltissimi finirono nei gulag.
La parola kulaki inizialmente si riferiva a contadini indipendenti della Russia, che possedevano grandi appezzamenti di terreno ed utilizzavano mezzadri; successivamente il termine fu utilizzato spregiativamente dai bolscevichi per indicare i contadini agiati. Lo storico francese Nicolas Werth sottolinea che per essere classificati come kulaki bastava «l'utilizzo di un operaio agricolo per una parte dell'anno, il possesso di macchine agricole un po' più perfezionate del semplice aratro, di due cavalli e quattro mucche».[2]