Clitocybe nebularis
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Clitocybe nebularis (Batsch) P. Kumm, 1871,[1] comunemente noto come fungo delle nebbie, è un fungo tossico; lo stesso viene purtroppo ancora consumato da molti per la sua carne dal sapore aromatico ed intenso, anche se non da tutti gradito perché piuttosto forte.
Fungo delle nebbie | |
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Clitocybe nebularis | |
Classificazione scientifica | |
Dominio | Eukaryota |
Regno | Fungi |
Divisione | Basidiomycota |
Classe | Agaricomycetes |
Sottoclasse | Agaricomycetidae |
Ordine | Agaricales |
Famiglia | Tricholomataceae |
Genere | Clitocybe |
Specie | C. nebularis |
Nomenclatura binomiale | |
Clitocybe nebularis (Batsch) P. Kumm, 1871 | |
Sinonimi | |
Lepista nebularis (Batsch) Harmaja, 1974 |
Clitocybe nebularis Caratteristiche morfologiche | |
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Cappello | |
Imenio | |
Lamelle | |
Sporata | |
Velo | |
Carne | |
Ecologia | |
Commestibilità | |
Tuttavia questo fungo contiene tossine che si accumulano nell'organismo. presenta tracce di una tossina denominata nebularina [2], con proprietà mutagene molto blande (nei topi di laboratorio ne occorrono concentrazioni elevatissime per osservare la mutagenesi)[senza fonte].
Come per il Lyophyllum connatum, tuttavia, ci si basa su test effettuati in vitro e pertanto non esiste alcuna prova concreta che questo fungo possa provocare mutazioni genetiche negli individui che lo consumano, anche perché la nebularina è idrosolubile e pertanto una prebollitura prolungata dovrebbe far svanire quasi completamente questa molecola.
Questa specie contiene anche altre tossine, fra cui:
- alcune di tipo "termolabile", ovvero rese inerti dopo l'esposizione del fungo ad alte temperature
- altre "termostabili" che non vengono metabolizzate dal nostro organismo che si accumulano nel fegato.
Inoltre la C. nebularis, durante la cottura, sprigiona un vapore che sembra possa scatenare improvvisi attacchi di mal di testa nelle persone che si trovano nelle vicinanze, in quanto le tossine termolabili vaporizzate vengono accidentalmente inalate. Il micologo Riccardo Mazza, nel libro I funghi dal vero, sostiene che questi vapori possano risultare addirittura pericolosi; è comunque sufficiente aerare il locale. Nebularis è stato inserito, a livello ministeriale, tra i funghi tossici, non commercializzabili nel 1998.
Moser, Bon ed altri autori avevano collocato questo fungo nel genere Lepista anziché nel genere Clitocybe poiché le spore, pur essendo color crema e cianofile, presentano, al microscopio elettronico, una parete sottilmente verrucosa.
Altri autori come Kuyper, invece, preferiscono mantenerlo nel genere Clitocybe poiché la parete sporale, al microscopio ottico, si presenta liscia come in altre specie di questo genere.