Mercury 13
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Il programma spaziale denominato Mercury 13 (o Fellow Lady Astronaut Trainees) fu svolto, negli Stati Uniti d'America, all'inizio degli anni sessanta, ad iniziativa del ricercatore William Randolph Lovelace II, che aveva predisposto i test medici per la selezione degli astronauti per la NASA. Esso prevedeva la selezione e l'addestramento di donne come pilota per le prime missioni astronautiche statunitensi. Alcuni ricercatori guardavano con interesse alle astronaute in quanto erano piccole, pesavano meno, respiravano meno ossigeno e quindi erano potenzialmente più adatte per i voli spaziali. In tredici superarono gli esami e furono battezzate Mercury 13.
Il termine fu coniato nel 1959 dal produttore di Hollywood James Cross come confronto con il nome del Mercury Seven dato agli astronauti maschi selezionati; tuttavia, le Mercury 13 non facevano parte del programma degli astronauti della NASA, non volarono mai nello spazio e non si incontrarono mai collettivamente. Il programma Mercury fu il primo programma statunitense a prevedere missioni spaziali con equipaggio. È stato attivo tra il 1958 e il 1963, con l'obiettivo di mettere un uomo in orbita attorno alla Terra.
Negli anni sessanta alcune donne hanno fatto pressione sulla Casa Bianca e sul Congresso per l'inclusione delle donne nel programma degli astronauti, arrivando persino a comparire davanti a una commissione congressuale. Clare Boothe Luce scrisse un articolo per rivista Life pubblicizzando le donne e criticando la NASA.