Scienza e tecnica nell'epoca d'oro islamica
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La scienza e tecnica nell'epoca d'oro islamica riguarda le attività scientifiche e tecnologiche sviluppate e praticate durante la cosiddetta epoca d'oro islamica, ovvero dal VIII secolo circa al 1258, nei territori sotto il dominio islamico del califfato omayyade, degli Abbadidi di Siviglia, dei Samanidi, degli Ziyaridi, dei Buyidi in Persia o del califfato abbaside. Le conquiste scientifiche islamiche comportarono una spiccata attenzione per un ampio spettro di aree disciplinari, in particolare l'astronomia, la matematica e la medicina. Altri argomenti di studio furono anche l'alchimia e la chimica, la botanica e l'agronomia, la geografia e la cartografia, l'oftalmologia, la farmacologia, la fisica e la zoologia.
La scienza islamica dell'epoca d'oro aveva scopi pratici oltre a prefiggersi il fine della semplice comprensione dei fenomeni naturali. Ad esempio, l'astronomia fu utile per determinare la qibla (la direzione della Mecca verso cui pregare), la botanica ebbe un'applicazione pratica nell'agricoltura come si evince nelle opere di Ibn Baṣṣāl e Ibn al-Awwam, mentre la geografia permise ad Abū Zayd al-Balkhī di realizzare accurate mappe. Matematici musulmani come al-Khwarizmi, Avicenna e Jamshīd al-Kāshī fecero notevoli progressi nell'algebra, nella trigonometria, nella geometria e nei numeri arabi. I medici musulmani descrissero malattie come il vaiolo e il morbillo oltre a mettere in discussione la teoria medica greca classica. Al-Biruni, Avicenna e altri descrissero la preparazione di centinaia di farmaci a base di piante medicinali e composti chimici. Fisici musulmani, tra cui Alhazen o al-Bīrūnī, studiarono ottica e meccanica, nonché astronomia e vagliarono criticamente la teoria del moto di Aristotele.
I progressi islamici in tutte queste discipline fornirono un notevole contributo alla rinascita dell'Europa medievale.