Volodymyr Zelens'kyj
politico, attore, regista, sceneggiatore e comico ucraino, 6º ed attuale presidente dell'Ucraina (dal 20 maggio 2019) / Da Wikipedia, l'enciclopedia encyclopedia
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Volodymyr Oleksandrovyč Zelens'kyj[1] (in ucraino Володимир Олександрович Зеленський?; AFI: [woloˈdɪmɪr olekˈsɑndrowɪdʒ zeˈlɛnʲsʲkɪj]; Kryvyj Rih, 25 gennaio 1978) è un politico ucraino, dal 20 maggio 2019 presidente dell'Ucraina[2][3][4].
Volodymyr Zelens'kyj Володимир Зеленський | |
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6º Presidente dell'Ucraina | |
In carica | |
Inizio mandato | 20 maggio 2019 |
Capo del governo | Volodymyr Hrojsman Oleksij Hončaruk Denys Šmyhal' |
Predecessore | Petro Porošenko |
Dati generali | |
Partito politico | Servitore del Popolo |
Titolo di studio | Laurea in giurisprudenza |
Università | Università Economica Nazionale di Kiev |
Firma |
È stato precedentemente noto come attore, comico, regista, produttore e sceneggiatore.[5]
Nato e cresciuto a Kryvyj Rih in una famiglia di origine ebraica e di madrelingua russa,[6] Zelens'kyj si è laureato in giurisprudenza all'Università Economica Nazionale di Kiev, per poi cimentarsi nella carriera di attore. Ha fondato la casa di produzione Kvartal 95, che ha prodotto diversi film, cartoni animati e serie TV, tra cui Servitore del popolo, in cui lo stesso Zelens'kyj interpretava un professore del liceo inaspettatamente eletto presidente dell'Ucraina. Nel marzo 2018 alcuni dipendenti di Kvartal 95 hanno fondato un partito politico omonimo della serie, cavalcando la sua riscossa popolarità.
Il 31 dicembre 2018 Zelens'kyj ha annunciato la sua candidatura per le elezioni presidenziali del marzo successivo. Pur non avendo esperienza politica, la sua popolarità come attore e le sue posizioni anti-corruzione lo hanno posto fin da subito in testa nei sondaggi. Dopo essere risultato il candidato più votato al primo turno, il 21 aprile 2019 ha sconfitto al ballottaggio il presidente uscente Petro Porošenko con il 73% dei consensi. Si è attestato su posizioni europeiste e anti-establishment.
Subito dopo l'elezione, come previsto dalla legge ucraina, ha sciolto il parlamento e indetto nuove elezioni per il luglio successivo, ampiamente vinte dal suo partito, che ha conquistato la maggioranza assoluta dei seggi. Da presidente, Zelens'kyj ha puntato sulla digitalizzazione dell'amministrazione e sulla conciliazione tra le aree russofone e quelle a maggioranza ucraina del Paese. La sua strategia comunicativa prevede un massiccio uso dei social network, in particolare Instagram. Durante la sua amministrazione ha affrontato la pandemia di COVID-19 e la conseguente crisi economica. Durante la fase iniziale del suo mandato, alcuni critici, seppur riconoscendogli progressi nella lotta alla corruzione, hanno espresso il timore che le sue riforme per ridurre l'influenza degli oligarchi sull'establishment politico potessero comportare una centralizzazione del potere nelle sue mani e crescenti pressioni sui partiti di opposizione, soprattutto quelli filo-russi.[7] Inoltre, durante il primo anno di mandato presidenziale di Zelens'kyj si sono raffreddati i rapporti con l'amministrazione Trump, investita dallo scandalo denominato Ucrainagate.
Durante la campagna elettorale presidenziale, Zelens'kyj aveva promesso che avrebbe trovato una soluzione alla crisi russo-ucraina, cominciata nel 2014 con l'annessione della Crimea alla Russia, non riconosciuta dalla comunità internazionale. Dopo l'elezione, ha inizialmente provato a stabilire relazioni diplomatiche con il presidente russo Vladimir Putin; tuttavia, le tensioni tra i due Paesi si sono acuite nel 2021, in seguito a numerose esercitazioni sia russe che ucraine (effettuate quest'ultime con il coordinamento e il contributo di militari e istruttori della NATO) nelle vicinanze dei confini tra i due Paesi, e sono culminate dal febbraio 2022 con un'invasione su larga scala dell'esercito russo nel territorio ucraino. Durante il conflitto, Zelens'kyj ha guadagnato ampi consensi (ma anche critiche), sia in patria che all'estero, emergendo come figura simbolo della resistenza ucraina.[8][9]