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Il 7º Reggimento alpini è un reparto dell'Esercito Italiano con sede a Belluno; dipende dalla Brigata alpina "Julia". L'attuale comandante è il colonnello Andrea Francesco Schifeo
7º Reggimento alpini | |
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Stemma 7º Reggimento alpini | |
Descrizione generale | |
Attiva | 1º agosto 1887 - oggi |
Nazione | Regno d'Italia Italia |
Servizio | Regio esercito Esercito Italiano |
Tipo | Fanteria |
Ruolo | Truppe da montagna |
Comando | Caserma Salsa D'Angelo - Belluno |
Motto | "Ad excelsa tendo"
"Sempre più in alto " |
Battaglie/guerre | Prima guerra mondiale Seconda Guerra Mondiale |
Anniversari | 23 aprile Ricorrenza della battaglia sul fronte greco-albanese |
Decorazioni | |
Parte di | |
Brigata alpina "Julia" | |
Reparti dipendenti | |
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Comandanti | |
Comandante attuale | Col. Andrea Francesco Schifeo |
Voci su unità militari presenti su Wikipedia |
Inquartato in croce di sant'Andrea. Nel primo di rosso al palo di nero caricato in cuore dell'elmo di Skanderbeg d'oro, nel secondo d'argento alla banda d'azzurro attraversata da un leone rosso, nel terzo nove fasce alternate d'azzurro e argento, nel quarto d'azzurro al monte all'italiana di sei cime d'oro.
Sullo scudo corona turrita d'oro, accompagnata sotto da otto nastri annodati nella corona, scendenti in sbarra e in banda al lato dello scudo, cinque azzurro filettati d'argento, due d'azzurro ed uno tricolore, rappresentativi delle ricompense. Nastro dai colori dell'Ordine Militare d'Italia, sotto lo scudo su lista bifida, il motto "Ad excelsa tendo".
La storia del 7º Reggimento alpini è stata scritta nel 1958 da Manlio Barilli. Il 1º agosto 1887, viene formato con compagnie dei battaglioni "Pieve di Cadore", "Feltre" e "Gemona", al comando del colonnello Fonio ca. Angelo.
Il Reggimento viene impegnato in Libia (1911-1912), e successivamente combatte nella prima guerra mondiale, dove si meriterà diverse decorazioni, sia alla bandiera sia individuali.
Dopo il primo conflitto mondiale, viene impiegato in Eritrea e successivamente in Grecia.
Nel 1942 rientra in Italia, e successivamente dislocato in Provenza con compiti di presidio. Con l'armistizio di Cassibile il 7º rientra in Italia e in seguito sciolto il 12 settembre 1943; a Cuneo il reggimento viene accerchiato dai tedeschi e la maggior parte degli uomini viene deportata in Germania, mentre alcuni dei suoi uomini, assieme agli alpini del 2º Reggimento, aderiscono alla Resistenza o alla Repubblica Sociale Italiana.
Bisogna aspettare il 1º luglio 1953, per la nuova ricostituzione la quale avviene all'interno della ricostituita Brigata alpina "Cadore".
Dopo un periodo di iniziale assestamento, il Reggimento, assume la seguente struttura consolidata, che manterrà fino alla ristrutturazione del 1975:
L'indomani del 9 ottobre 1963 i battaglioni del reggimento soccorrono la popolazione vittima del disastro del Vajont, a Longarone; per l'aiuto dato, il reggimento riceverà una medaglia d'oro al valor civile appuntata alla bandiera, e una da parte dell'ANA. Nel novembre 1966 è ancora in prima linea in aiuto delle popolazioni del bellunese colpite da un'alluvione.
Tra il 1993 e il 1994, partecipa all'operazione Vespri siciliani, e nel novembre 1994 opera in aiuto delle popolazioni piemontesi colpite dall'alluvione, meritando una medaglia di bronzo della Croce Rossa.
La Brigata "Cadore" viene sciolta, ed il 1º febbraio 1997 il Reggimento passa alle dipendenze della brigata alpina "Julia"; attualmente viene alimentato solo da militari di leva volontaria.
Partecipa a diverse missioni di pace all'estero: ex-Jugoslavia, Afghanistan. Nel 2005 il 7º viene trasferito in quella che era la sua sede storica, nella caserma "Salsa D'Angelo" di Belluno.
La struttura odierna del Reggimento è la seguente:
Nella sua storia il 7º Reggimento alpini ha meritato le seguenti onorificenze alla bandiera:[2]
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