Abuso minorile
Da Wikipedia, l'enciclopedia encyclopedia
L'abuso minorile, o abuso sui minori, è un comportamento nei confronti di minorenni, che consiste nel cagionare un danno psicologico, morale o giuridico.[1] Le forme più frequenti di abuso sui minori sono: somatico (o fisico), psicologico (o emozionale), sessuale, violenza assistita e incuria.
Non sempre le distinzioni categoriali tra casi di abuso fisico, sessuale, psicologico e trascuratezza rispecchiano una realtà che spesso si presenta come molto complessa: è così possibile parlare di “forme miste” di abuso. Tali abusi fanno parte comunque della super-categoria delle "Esperienze Sfavorevoli Infantili". Provocano nel tempo disturbi da stress post traumatico.[2]
L'abuso all'infanzia può essere definito come:
«qualsiasi comportamento, volontario o involontario, da parte di adulti (parenti, tutori, conoscenti o estranei) che danneggi in modo grave lo sviluppo psicofisico e/o psicosessuale del bambino. Abuso è tutto ciò che impedisce la crescita armonica del minore, non rispettando i suoi bisogni e non proteggendolo sul piano fisico e psichico. Vi rientrano, dunque, non soltanto comportamenti di tipo commissivo, entro i quali vanno annoverati maltrattamenti di ordine fisico, sessuale o psicologico, ma anche di tipo omissivo, legati cioè all'incapacità più o meno accentuata, da parte dei genitori, di fornire cure adeguate a livello materiale ed emotivo al proprio figlio»
(Caffo E., Camerini G.B., Florit G. Criteri di valutazione nell'abuso all'infanzia. McGrawHill, Milano 2002)