Chersoneso Taurica
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Chersoneso Taurica[1] (in iscrizione greca antica Κερσόνας ἁ ποτὶ τᾷ Ταυρικᾷ) o semplicemente Chersoneso (in greco antico: Χερσόνησος?, Chersònēsos; in latino: Chersonesus; in ucraino Херсонес?, Chersones) e poi Cherson (in greco bizantino: Χερσών, Chersòn; in slavo orientale antico: Корсунь, Korsun) è stata una città della penisola di Crimea, nei pressi della moderna Sebastopoli.
Chersoneso Taurica | |
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Le rovine di Chersoneso Taurica; sullo sfondo la cattedrale di San Vladimiro | |
Nome originale | (GRC) Χερσόνησος |
Cronologia | |
Fondazione | V secolo a.C. |
Fine | XIV secolo |
Localizzazione | |
Località | Sebastopoli |
Coordinate | 44°36′46.37″N 33°29′37.94″E |
Bene protetto dall'UNESCO | |
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Antica città di Chersoneso Taurica ed il suo Chora | |
Patrimonio dell'umanità | |
Tipo | culturale |
Criterio | C (ii)(iv) |
Pericolo | No |
Riconosciuto dal | 2013 |
Scheda UNESCO | (EN) Ancient City of Tauric Chersonese and its Chora (FR) Cité antique de Chersonèse Taurique et sa chôra |
Fondata tra il VI ed il V secolo a.C. da coloni greci la città mantenne sempre una discreta indipendenza fino all'annessione al Regno del Ponto tra il II ed il I secolo a.C. Con l'arrivo dei Romani nella regione Chersoneso rimase parzialmente libera ma fu posta alle dipendenze del Regno del Bosforo Cimmerio fino al definitivo assoggettamento all'Impero romano. Prosperò nonostante le frequenti pressioni dei barbari locali, primi fra tutti Goti e Sciti, e fu poi annessa, dopo la caduta dell'Impero romano d'Occidente, all'Impero bizantino. Divenuta capoluogo dell'omonimo thema mantenne un'importante funzione commerciale verso oriente fino alla conquista e distruzione nel X secolo da parte di Vladimir I di Kiev. Dopo una rapida ripresa la città rimase alle dipendenze di Costantinopoli fino alla prima caduta della città nel 1204, quando passò nell'area d'influenza dell'Impero di Trebisonda.
Dopo i primi scavi sistematici nel 1827[1], protrattisi anche nei decenni successivi, il sito archeologico è stato riconosciuto patrimonio dell'umanità dall'UNESCO nel 2013.[2]