Donne della Generazione del '27
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Il termine Generazione del 27 nella storiografia e critica letteraria è tradizionalmente associato ad un gruppo di scrittori e poeti spagnoli[1] esclusivamente di sesso maschile,[2][3] attivi fra gli anni venti e gli anni trenta del Novecento, uniti da legami personali, comuni esperienze formative, affinità intellettuali e intento di rinnovamento estetico,[4] il cui atto costitutivo è ritenuto l'omaggio organizzato a Siviglia nel 1927 al poeta Luis de Góngora nel terzo centenario della sua morte.
A partire dalle ultime decadi del Novecento diversi studi hanno messo in luce la presenza in questo gruppo di numerose autrici, alcune delle quali - è il caso di Ernestina de Champourcin, Josefina de la Torre, Concha Méndez, Carmen Conde, Rosa Chacel - già menzionate nelle antologie del tempo o rese oggetto di una qualche attenzione critica, anche se presentate quasi uniformemente come figure periferiche. La maggior parte delle donne della generazione del 27, tuttavia, è stata omessa o posta ai margini della storiografia letteraria,[5] pur avendo molte autrici fatto parte integrante della scena culturale del tempo, ricevuto riconoscimenti positivi, svolto un'attività costante e rilevante in campi diversi come la scrittura (Rosa Chacel, Concha Méndez, Maria Teresa León, Consuelo Berges, Lucía Sánchez Saornil, Luisa Carnés), la traduzione (Zenobia Camprubí, Ernestina de Champourcin),[6] il giornalismo (María Luz Morales, Josefina Carabias, Clara Campoamor, Magda Donato),[7] la filosofia (Maria Zambrano), il teatro (Margarita Xirgu, Julia Maura, Margarita Nelken, Magda Donato, María Francisca Clar Margarit),[8] la pittura (Maruja Mallo, Angeles Santos), il cinema (Rosario Pi, Concha Méndez).[9]
Difficilmente c'è traccia della loro presenza nei manuali di arte e letteratura: alcune di loro hanno ricevuto una qualche menzione solo in forma indiretta, ad esempio per il ruolo ricoperto di mogli o muse di celebri scrittori o artisti, come María Teresa León, moglie di Rafael Alberti,[10] Zenobia Camprubí moglie di Juan Ramón Jiménez, María Goyri moglie di Ramón Menéndez Pidal, Concha Méndez moglie di Manuel Altolaguirre; di altre - a volte nascoste dietro pseudonimi maschili, come María Martínez Sierra[11][12] - si è scoperto solo di recente l'esistenza.
Un progetto multimediale realizzato nel 2015 le ha denominate, come gruppo, Sinsombrero (trad. letterale "senza cappello"), facendo riferimento ad un gesto trasgressivo - quello di togliersi il cappello durante le passeggiate nei corsi principali di Madrid, suscitando lo sconcerto e le ire dei passanti - praticato più volte da alcune delle donne di questo variegato gruppo.[13][14]
Oltre a questo progetto che grazie anche alla compartecipazione di istituzioni pubbliche ha ottenuto una notevole visibilità e riscontro a livello di pubblico, altre ricerche e studi nati in ambito accademico, avviati in date precedenti[15] e successive, hanno indagato su singole donne della generazione del 27, o su di loro come gruppo, senza usare la denominazione "Sinsombrero",[16] contribuendo ad aprire un dibattito sulla presenza e il contributo delle donne nel panorama culturale e artistico spagnolo della prima metà del Novecento.[17]