Esame obiettivo
secondo dei tre processi utilizzati nella fase analitica del processo diagnostico / Da Wikipedia, l'enciclopedia encyclopedia
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L'esame obiettivo è il secondo dei tre processi (insieme ad anamnesi e esami strumentali) utilizzati nella fase analitica del processo diagnostico.
«Ci sono ancora molte ragioni per promuovere l'insegnamento delle abilità diagnostiche al letto del paziente. Tra queste ci sono il rapporto costo/efficacia, la possibilità di fare osservazioni seriali non costose, il rilievo precoce di reperti critici, la selezione intelligente e ben guidata di tecnologie diagnostiche costose e il valore terapeutico del contatto fisico tra medico e paziente»
( S. Mangione, LZ. Nieman; E. Gracely; D. Kaye, The teaching and practice of cardiac auscultation during internal medicine and cardiology training. A nationwide survey., in Ann Intern Med, vol. 119, n. 1, Jul 1993, pp. 47-54, DOI:10.7326/0003-4819-119-1-199307010-00009, PMID 8498764.)
Per esame obiettivo (generalmente abbreviato "e.o.") si intende l'insieme di manovre diagnostiche effettuate dal medico per verificare la presenza o assenza, nel paziente, dei segni indicativi di una deviazione dalla condizione di normalità fisiologica.
Il medico, dopo aver raccolto i sintomi (sensazioni riferite dal paziente sulla sua condizione di salute) tramite l'anamnesi, e i segni tramite l'esame obiettivo, può cominciare a sospettare la presenza o assenza di determinate patologie e quindi orientarsi nel prescrivere gli accertamenti adeguati per giungere alla diagnosi.
Nella sua prima fase, consiste nell'osservare il paziente per raccogliere informazioni sulla mobilità (postura, andatura, modo di sedersi e di alzarsi, eventuale difficoltà a svestirsi) o sul decubito, sulla presenza di possibili atteggiamenti antalgici, e sullo stato generale.