Fibrillazione atriale
alterazione del ritmo cardiaco (aritmia) ad origine dagli atri del cuore / Da Wikipedia, l'enciclopedia encyclopedia
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La fibrillazione atriale è un'alterazione del ritmo cardiaco (aritmia) ad origine dagli atri del cuore. È una complessa patologia elettrica degli atri, eterogenea dal punto di vista fisiopatologico e clinico, spesso multifattoriale, che presenta costantemente due caratteristiche: l'attivazione elettrica rapida e apparentemente caotica del tessuto atriale e l'aumentato rischio tromboembolico[1][2].
Fibrillazione atriale | |
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Elettrocardiogramma di fibrillazione atriale (sopra) e di ritmo cardiaco normale (sotto) | |
Specialità | cardiologia |
Classificazione e risorse esterne (EN) | |
MeSH | D001281 |
MedlinePlus | 000184 |
eMedicine | 151066 |
La fibrillazione atriale è il risultato di un gran numero di disordini cardiaci ed extracardiaci: da malattie strutturali, come le valvulopatie e le cardiomiopatie, all'ipertensione arteriosa, a malattie genetiche ereditarie, ai distiroidismi, fino ai casi in cui non è possibile determinare la causa, detti idiopatici.
L'approccio clinico corrente, oltre ad affrontare la patologia cardiaca o extracardiaca sottostante, mira a trattare i sintomi e a minimizzare l'incidenza di embolie e di scompenso cardiaco.
Le raccomandazioni - ampiamente condivise in letteratura - sulla scelta terapeutica, in senso strettamente aritmologico, si basano sull'alternativa tra[1]
- il controllo del ritmo (cioè il recupero e il mantenimento del ritmo sinusale con farmaci antiaritmici o l'ablazione transcatetere);
- il controllo della frequenza cardiaca con farmaci che regolano la conduzione degli stimoli atriali ai ventricoli associati alla terapia antitrombotica.
Numerosi studi randomizzati non hanno dimostrato beneficio sulla mortalità nei pazienti trattati con i farmaci antiaritmici finora in uso per il controllo del ritmo rispetto a quelli trattati solo per il controllo della frequenza[3][4][5][6].
A tutt'oggi non è noto se la strategia di controllo del ritmo con l'ablazione transcatetere migliori la mortalità rispetto al semplice controllo della frequenza cardiaca. È in corso uno studio randomizzato che mette a confronto l'ablazione con la terapia farmacologica[7].
La scelta sulla condotta terapeutica viene quindi personalizzata basandosi su vari fattori:
- l'età,
- la tolleranza emodinamica,
- l'entità dei sintomi,
- l'epoca di insorgenza della fibrillazione,
- la storia di recidive precedenti e la loro durata,
- l'elevata probabilità di recidiva,
- la reversibilità delle condizioni causali,
- la presenza e severità di cardiopatie strutturali sottostanti,
- le dimensioni degli atri e la presenza di rimodellamento strutturale,
- la tolleranza dei farmaci antiaritmici e anticoagulanti,
- le aspettative del paziente.