Invarianza (traduzione)
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Nella scienza della traduzione, l'invariante indica l'informazione da preservare – nell'entropia, e rispetto a un dato sistema di riferimento – nel passaggio da un codice all'altro; ricordando appunto che «le traduzioni sono sostituzioni di segni codificanti un messaggio mediante segni di un altro codice (Lûdskanov 2008:7).
Questa definizione – parafrasi delle parole di Lûdskanov – vale per tutti i tipi di traduzione. Un passaggio tra testi che non abbia alcuna variazione esiste unicamente sotto forma di copia; all'inverso, un passaggio tra testi che non presenti alcuna componente invariante non può configurarsi come traduzione – nel metatesto (il testo finale) non resterà alcuna traccia del prototesto.
L'approccio semiotico di Lûdskanov alla traduzione ha il grande vantaggio di chiarire che non può esserci una traduzione completa. Inoltre, stante la necessità di lasciare un residuo, è doveroso stabilire delle priorità per quanto riguarda la trasmissione di una parte del prototesto, ossia quella parte da preservare nel passaggio tra cultura emittente e cultura ricevente: l'informazione invariante.
Ogni interpretazione del testo a livello di struttura profonda tenta di cogliere l'invariante funzionale. La prima fase del processo traduttivo è proprio il tentativo di cogliere tale invariante, per poi cercare di conservarla, esprimerla, riprodurla. All'invariante funzionale del testo si adegua il concetto di invariante stilistica che arricchisce di nuovi elementi il repertorio stilistico della cultura ricevente.