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Kali Yuga

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Secondo l'interpretazione della maggior parte delle Sacre Scritture induiste, tra cui i Veda, il Kali Yuga è l'ultimo dei quattro yuga, si crede che sia quello attuale: si tratta di un'epoca oscura, caratterizzata da numerosi conflitti e da una diffusa ignoranza spirituale, che induce gli uomini a credere solo negli aspetti più superficiali e materiali della realtà.[1]

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Il tempio rupestre di Gauri Kedareshwar, ad Harishchandragad (distretto di Ahmednagar), sorretto originariamente da quattro pilastri, ritenuti simboli ognuno dei quattro yuga, dei quali oggi resta intatto solo uno, corrispondente all'ultimo e attuale kali kuga.[2]

Essa cominciò con la morte fisica di Krishna (avvenuta, secondo il Surya Siddhanta, il trattato astronomico che costituisce la base del calendario indù, alla mezzanotte del 18 febbraio 3102 a.C.) e durerà 432 000 anni, concludendosi nel 428.899 d.C.: Kalki, decimo e ultimo avatāra di Visnù, apparirà in quell'anno, a cavallo di un destriero bianco e con una spada fiammeggiante con cui dissiperà la malvagità.

Corrispondente all'età del ferro, metallo dal colore scuro associato alle guerre e alla forza bruta,[3] il Kali Yuga è l'ultimo dei quattro Yuga, e alla sua fine il mondo ricomincerà con un nuovo Satya Yuga (o Età dell'oro); questo implica la fine del mondo così come lo conosciamo (più di ciò che accadde alla fine degli altri Yuga, perché la Storia cadrà nell'oblio) e il ritorno della Terra ad un paradiso terrestre.

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