L'uomo che uccise Liberty Valance
film del 1962 diretto da John Ford / Da Wikipedia, l'enciclopedia encyclopedia
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L'uomo che uccise Liberty Valance (The Man Who Shot Liberty Valance) è un film del 1962 diretto da John Ford e interpretato da James Stewart e John Wayne, adattamento del racconto The Man Who Shot Liberty Valance della scrittrice statunitense Dorothy M. Johnson pubblicato nel 1949 sulla rivista Cosmopolitan.[1][2]
L'uomo che uccise Liberty Valance | |
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Una locandina del film | |
Titolo originale | The Man Who Shot Liberty Valance |
Lingua originale | inglese |
Paese di produzione | Stati Uniti d'America |
Anno | 1962 |
Durata | 123 min |
Dati tecnici | B/N rapporto: 1,85:1 |
Genere | western |
Regia | John Ford |
Soggetto | Dorothy M. Johnson (racconto) |
Sceneggiatura | James Warner Bellah, Willis Goldbeck |
Produttore | Willis Goldbeck John Ford (non accreditato) |
Casa di produzione | Paramount Pictures, John Ford Productions |
Distribuzione in italiano | Paramount Pictures |
Fotografia | William H. Clothier |
Montaggio | Otho Lovering |
Effetti speciali | Farciot Edouart |
Musiche | Cyril J. Mockridge |
Scenografia | Eddie Imazu, Hal Pereira, Sam Comer, Darrell Silvera |
Costumi | Edith Head |
Trucco | Gary Morris (non accreditato) |
Interpreti e personaggi | |
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Doppiatori italiani | |
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Alla sua uscita ottenne una buona accoglienza da parte della critica, anche se alcuni la giudicarono un'opera minore del regista soprattutto per l'utilizzo del bianco e nero e l'assenza dei consueti panorami della Monument Valley, considerati come segni del suo crescente disinteresse nel girare film.[3] Nel corso degli anni è stato rivalutato come uno dei migliori western di Ford e proprio la sua atmosfera opprimente e claustrofobica è stata vista come un riflesso dell'oscurità e del pessimismo di una storia che predilige i personaggi e le loro emozioni all'ambientazione.[4]
Nel 2007 è stato scelto per la conservazione nel National Film Registry della Biblioteca del Congresso degli Stati Uniti, in quanto giudicato "di rilevante significato estetico, culturale e storico",[5] e nel 2012 è entrato nella Film Hall of Fame della Online Film & Television Association.[6]