Leopoldo Eduardo López Mendoza (Caracas, 29 aprile 1971) è un politico e attivista venezuelano.

Fatti in breve Sindaco di Chacao, Durata mandato ...
Leopoldo López
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Leopoldo nel Lopez 2012

Sindaco di Chacao
Durata mandatoluglio 2000 
9 dicembre 2008
PredecessoreCornelio Popesco
SuccessoreEmilio Graterón

Coordinatore nazionale di Volontà Popolare
In carica
Inizio mandato5 dicembre 2009
Predecessorecarica istituita

Dati generali
Partito politicoVolontà Popolare
UniversitàHun School di Princeton
Kenyon College
Harvard University's Kennedy School of Government
Professioneeconomista[1]
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Ha co-fondato il partito politico Primero Justicia nel 2000 con Henrique Capriles Radonski e Julio Borges ed è stato eletto sindaco di Chacao alle elezioni regionali tenutesi nel luglio 2000. È il coordinatore nazionale e fondatore dal 2009 di Voluntad Popular, un partito affiliato all'Internazionale Socialista.

Biografia

López nel 2004 è stato allontanato da qualsiasi carica pubblica statale per sei anni (a partire dal 2008, termine del suo mandato come sindaco, fino al 2014), a seguito di alcune accuse di nepotismo e appropriazione indebita di fondi. I gruppi di opposizione in Venezuela hanno criticato tali accuse, giudicandole infondate.[2][3][4] I sostenitori di López hanno dichiarato che non è mai stato accusato ufficialmente di alcun reato. Per queste accuse ha citato in giudizio lo stato venezuelano e il suo caso è stato esaminato dalla Corte interamericana dei diritti umani, che ha emesso una sentenza unanime a suo favore. Quella sentenza è stata ignorata dai funzionari venezuelani.[5][6][7]

Fu arrestato il 18 febbraio 2014 e accusato di incendio doloso e cospirazione; era stato accusato anche di omicidio e terrorismo, ma tali accuse sono state ritirate. È stato successivamente imprigionato nel carcere militare di Ramo Verde. Nel settembre 2015 è stato riconosciuto colpevole di istigazione pubblica alla violenza attraverso presunti messaggi subliminali ed è stato condannato a 13 anni e 9 mesi di carcere.[8][9] Dopo essere stato imprigionato per oltre tre anni è stato trasferito agli arresti domiciliari l'8 luglio 2017.[10] Il 1º agosto 2017 è stato prelevato dalla sua abitazione dagli agenti del SEBIN (l'agenzia di intelligence Venezuela) e per un breve periodo è stato nuovamente imprigionato a Ramo Verde.[11] Da allora López è tornato a casa ed è rimasto agli arresti domiciliari dal 5 agosto 2017 fino al 30 aprile 2019, quando è stato liberato da soldati fedeli a Juan Guaidó, autoproclamatosi presidente ad interim del Venezuela.[12] Dopo la liberazione si è rifugiato dapprima presso l'ambasciata cilena e poi il 1º maggio in quella spagnola.[13] Il 24 ottobre 2020 fonti del partito annunciano che Lòpez ha lasciato il paese, per recarsi in Colombia e continuare il proprio operato politico dall'estero.[14]

Note

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Collegamenti esterni

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