Improvvisazione libera
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Con il termine Improvvisazione libera (traduzione dell'inglese Free Improvisation, per cui è in uso anche il termine Free Music) ci si riferisce ad una forma di improvvisazione musicale non idiomatica come pratica estemporanea (nel momento).
Improvvisazione libera | |
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Origini stilistiche | Free jazz Jazz d'avanguardia Musica contemporanea Serialismo Musica aleatoria |
Origini culturali | Metà anni sessanta negli USA ed in Europa. |
Strumenti tipici | Vari |
Popolarità | bassa |
Generi derivati | |
Electroacoustic improvisation | |
Categorie correlate | |
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La free improvisation come genere musicale si sviluppò negli anni sessanta in USA ed Europa influenzata dal free jazz e dalla musica contemporanea "colta" di tradizione europea (come la musica concreta o la dodecafonia). Un ruolo importante nello sviluppo di questo approccio lo ebbe, in Italia, la scena di musica contemporanea romana, nella figura di Franco Evangelisti e del suo Gruppo di Improvvisazione Nuova Consonanza, ma anche nelle espressioni dei Musica Elettronica Viva[1]. Mentre negli USA, nel Regno Unito, in Germani e in Olanda qualche anno dopo, musicisti come il chitarrista Derek Bailey, i sassofonisti Peter Brötzmann, Anthony Braxton e Evan Parker, il trombonista George Lewis, i batteristi John Stevens, Tony Oxley, Han Bennink, il bassista Gavin Bryars e le band Art Ensemble of Chicago e AMM, svilupparono un linguaggio che chiamarono "free improvisation", rifuggendo le etichette come "free jazz" e descrivendo questo tipo di musica come non idiomatica.