Maryland nella guerra di secessione americana
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Il Maryland nella guerra di secessione americana rappresentò uno degli Stati schiavisti rimasti all'interno dell'Unione, i cosiddetti Stati cuscinetto; fu uno dei territori di confine posti a cavallo tra gli Stati Uniti d'America nord-orientali industriali degli imprenditori e dei banchieri e gli Stati Uniti meridionali dei piantatori dei grandi latifondi agrari.
A causa di questa sua posizione eminentemente strategica, posto proprio di fronte alla capitale nazionale Washington, ed il forte desiderio delle fazioni opposte - ben presenti all'interno dello Stato - d'influenzare l'opinione pubblica verso le loro rispettive cause, il Maryland svolse un ruolo di primo piano negli anni della guerra civile.
Il nuovo presidente Abraham Lincoln sospese l'Habeas corpus in tutto il territorio e respinse al contempo la sentenza (la quale venne archiviata dal tribunale circoscrizionale statale) emanata dalla Corte Suprema sul caso Ex parte Merryman riguardante John Merryman, un noto simpatizzante sudista della contea di Baltimora detenuto a Fort McHenry senza alcuna garanzia di equo processo.
Il pronunciamento espresso al riguardo dal Presidente della Corte Suprema Roger Brooke Taney, originario di Frederick e residente a Baltimora - uno dei protetti della presidenza di Andrew Jackson, che l'aveva scelto all'alto ufficio un ventennio prima - prima ancora di aver ricevuto alcuna previa approvazione da parte degli altri Giudici associati - fu netto: definì senza mezzi termini la decisione assunta come incostituzionale e che "avrebbe lasciato cicatrici civili e legali durature"[1].
Le prime avvisaglie dello scontro armato si ebbero con le vittime dei disordini di Baltimora del 18 e 19 aprile 1861, un tentativo di rivolta filo-sudista; situazione ribadita un anno e mezzo dopo con la giornata di combattimenti più sanguinosa nella storia militare americana fino a quel momento. Il tutto ebbe modo di svolgersi nel corso della grande invasione predisposta dal Confederate States Army, la Campagna del Maryland, appena a Nord sopra il fiume Potomac nella contea di Washington e nelle immediate vicinanze della cittadina di Sharpsburg: la battaglia di Antietam del 17 settembre 1862.
Preceduta da una serie di schermaglie in tre passi di montagna ad Est, la battaglia di South Mountain, anche se tatticamente inconcludente fu almeno strategicamente una vittoria unionista, dando oltretutto l'opportunità alla presidenza di Abraham Lincoln di emettere il Proclama di emancipazione il quale dichiarò che tutti gli schiavi presenti negli Stati Confederati d'America (ma non quelli nelle aree già liberate dall'Union Army e dall'Union Navy o negli Stati di frontiera semi-lealisti di Maryland, Delaware, Kentucky e Missouri) fossero da considerarsi a tutti gli effetti liberi a partire dal 1º gennaio 1863.
Successivamente la battaglia di Monocacy del luglio del 1864, durante la terza e ultima grande invasione meridionale (la seconda fu la Campagna di Gettysburg), fu combattuta anche sul suolo del Maryland; pur dimostrandosi una vittoria tattica confederata risultò invece una sconfitta strategica in quanto il ritardo di un'intera giornata inflitto da Lew Wallace alle truppe secessioniste permise il sopraggiungere dei rinforzi provenienti da Baltimora tramite la ferrovia "Baltimore and Ohio" a difesa della capitale federale minacciata direttamente da Jubal Anderson Early.
All'attacco alle fortificazioni periferiche Nord-occidentali di Fort Stevens assistette personalmente lo stesso presidente; fu l'unica volta in cui un comandante in capo della nazione si trovò esposto in prima linea davanti al fuoco del nemico. In tutto lo Stato quasi 85.000 cittadini si iscrissero come volontari nelle forze armate, la maggior parte dei quali aderì ai Corpi d'armata unionisti; approssimativamente un terzo di questi arruolati militarono invece tra le file avversarie al grido di "go South".
Tra i più importanti leader politici e ufficiali militari vi furono il governatore del Maryland Thomas Holliday Hicks il quale, nonostante le sue precoci simpatie per il Sud, aiutò fattivamente ad impedire la separazione dello Stato in due ed il generale confederato George Hume Steuart, un noto comandante di brigata sotto Robert Edward Lee nell'Armata Confederata della Virginia Settentrionale.
Ancor prima che il conflitto terminasse il Maryland vide l'abolizione definitiva della schiavitù entro i propri confini, con una nuova (la 3° in ordine tempo) Costituzione approvata nel 1864 grazie ad una risicata maggioranza di Radical Republicans i quali controllarono l'Assemblea legislativa dello Stato nominalmente Democratico.
L'animosità contro il presidente sarebbe in ogni caso sopravvissuta, tanto che fu proprio il marylandese John Wilkes Booth a pianificare prima e a metter in atto poi l'assassinio di Abraham Lincoln avvenuto la sera del Venerdì santo 14 aprile 1865 all'interno del Teatro Ford nella capitale federale al grido di Sic semper tyrannis, il motto ufficiale dello Stato ribelle della Virginia.
Messo in fuga, cercò rifugio nascondendosi nel Sud del paese per una settimana intera durante la quale gli si diede accanitamente la caccia, prima di riuscire a scivolar via attraversando il Potomac e successivamente venire abbattuto a colpi di fucile in un fienile in fiamme della Virginia Settentrionale.
«La situazione stava aggravandosi di ora in ora. Adesso sull'altra riva del fiume Potomac cominciava il territorio nemico... alle spalle della capitale federale Washington c'era il Maryland, di sentimenti nettamente pro-sudisti, che sembrava dover unirsi alla secessione e dove in parecchi punti già si stavano costituendo reparti di miliziani filo-confederati»