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In musica, il termine mezzosoprano designa sia la voce femminile che quella maschile (in genere ragazzo)[1] intermedia tra quelle di contralto e soprano, sia la cantante o il giovane cantante che la possiede, tra cui il suo registro peculiare.
L'estensione vocale tipica del mezzosoprano è di oltre due ottave, dal la grave al si bemolle acuto (la2 – si♭4), tuttavia in casi eccezionali può giungere al do sovracuto (do5)[2].
L'individuazione specifica del registro di mezzosoprano ebbe luogo in epoca romantica, quando i compositori adottarono per le parti di contralto tessiture più elevate, di fatto maggiormente vicine a quelle sopranili, richiedendo l'impiego di voci meno profonde e più scattanti ma, soprattutto, più estese nel registro acuto; al giorno d'oggi, essendo piuttosto rare le donne dal timbro puro di contralto, è spesso il mezzosoprano a ricoprirne i ruoli.
Nell'opera lirica il mezzosoprano si configurò per lo più come antagonista del soprano, ma grazie alla varietà di estensione e timbro arrivò a coprire anche ruoli da protagonista, soprattutto nel repertorio francese (Leonora nella Favorite, opera parigina di Donizetti, Carmen di Bizet, Mignon di Thomas, Dalila nel Samson et Dalila di Saint-Saëns).
Talora al mezzosoprano sono affidati ruoli maschili, come nel Conte Ory (il paggio Isoliero), nei Capuleti e i Montecchi (Romeo), nel Boris Godunov (lo zarevic Fëdor), nel Faust (Siebel), nell'Amico Fritz (Beppe) e nella Mignon (Frédéric).
La chiave di mezzosoprano è la chiave di do collocata sul secondo rigo dal basso del pentagramma, usata esclusivamente in sede scolastica.
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