Nils Liedholm
allenatore di calcio e calciatore svedese (1922-2007) / Da Wikipedia, l'enciclopedia encyclopedia
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Nils Erik Liedholm (Valdemarsvik, 8 ottobre 1922 – Cuccaro Monferrato, 5 novembre 2007) è stato un allenatore di calcio e calciatore svedese con cittadinanza italiana, di ruolo centrocampista. Con la nazionale svedese fu vicecampione del mondo nel 1958.
Nils Liedholm | ||
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Nils Liedholm in allenamento al Milan nel 1959 | ||
Nazionalità | Svezia | |
Altezza | 185 cm | |
Calcio | ||
Ruolo | Allenatore (ex centrocampista) | |
Termine carriera | 1961 - giocatore 1997 - allenatore | |
Carriera | ||
Giovanili | ||
1939-1942 | Valdemarsviks | |
Squadre di club1 | ||
1942-1946 | Sleipner | 60 (24) |
1946-1949 | IFK Norrköping | 48 (22) |
1949-1961 | Milan | 359 (81) |
Nazionale | ||
1946 | Svezia B | 1 (0) |
1947-1958 | Svezia | 23 (12) |
Carriera da allenatore | ||
1961-1962 | Milan | Coll. tecnico |
1964-1966 | Milan | [1] |
1966-1968 | Verona | |
1968-1969 | Monza | |
1969-1971 | Varese | |
1971-1973 | Fiorentina | |
1973-1977 | Roma | |
1977-1979 | Milan | |
1979-1984 | Roma | |
1984-1987 | Milan | |
1987-1989 | Roma | DT[2] |
1992 | Verona | |
1997 | Roma | |
Palmarès | ||
Olimpiadi | ||
Oro | Londra 1948 | |
Mondiali di calcio | ||
Argento | Svezia 1958 | |
1 I due numeri indicano le presenze e le reti segnate, per le sole partite di campionato. Il simbolo → indica un trasferimento in prestito. | ||
Soprannominato il Barone per la sua signorilità,[3] ha legato la maggior parte della sua carriera all'Italia, prima come giocatore nel Milan e poi come allenatore in vari club, tra cui lo stesso Milan e la Roma. Nel 2016 è stato inserito postumamente nella Hall of Fame del calcio italiano.[4]
Nils Liedholm nacque nel 1922 dal padre Erik Fredrik[5], gestore di una segheria nella città natale di Valdemarsvik, e Cajsa Bergman[6]. Indirizzato dal padre agli studi di ragioneria, conseguiti con successo, cominciò a lavorare presso uno studio di consulenza fiscale, mestiere che abbandonò con l'ingresso definitivo nel mondo del calcio.[7]
Liedholm è stato anche un giocatore di bandy nel Valdemarsvik; è stato inoltre un membro della Federazione Italiana Bandy.[8]
È morto il 5 novembre 2007 ad 85 anni a Cuccaro Monferrato (AL),[3] dove possedeva dal 1973 un'azienda agricola (la tenuta "Villa Boemia"[3]) e viveva trascorrendo il tempo a occuparsi dei suoi vigneti insieme al figlio Carlo.[9] È stato sepolto nel cimitero monumentale di Torino, città della moglie, la contessa Maria Lucia Gabotto di Sangiovanni.[10]
Liedholm era un regista intelligente, rinomato per il suo stile di gioco elegante, l'eccellente gamma di passaggi e la precisione nei cross, nonché per la sua visione e consapevolezza tattica, che gli hanno permesso di dettare il gioco con pazienza e di creare occasioni per i compagni di squadra. Era un giocatore altruista, che portava palla con la testa alta e raramente effettuava dribbling individuali, se non quando strettamente necessari.[11] Si è anche distinto per le sue doti di leadership, nonostante il suo carattere riservato: persona di poche parole ma pesanti. Il suo comportamento era sempre corretto, e a sottolinearlo è il fatto che non ricevette mai un cartellino durante la sua permanenza in Italia. Giocatore versatile e completo, sebbene fosse principalmente un centrocampista era in grado di giocare in diverse posizioni, tra cui quella di trequartista, mezzala sinistra, e a fine carriera anche come libero.[12] Così ne scrisse Bruno Roghi:
«La dote peculiare del lungo e agile giocatore svedese non consiste soltanto nella raffinatezza del suo tocco di palla e nella precisione del suo passaggio. Sta soprattutto nella sua inclinazione naturale a veder chiaro e a fare luce nei grovigli delle azioni di gioco. Non chiedete a Liedholm di buttarsi sulla palla con l'impeto che distingue il suo amico Nordahl. Non è neppure un giocatore che obbedisce agli stimoli dell'impulso immediato. Dal primo all'ultimo minuto della partita c'è nel cervello di Liedholm un misterioso apparecchio calcolatore. Si ha quasi sempre la sensazione che l'atleta esegua una rapidissima e precisa operazione mentale prima di avventurarsi alla caccia e alla cattura della palla. Egli pensa cosa ne deve fare, della palla, prima ancora di attirarla nel suo raggio d'azione. Di qui il gioco a un tempo meditato e nitido, sobrio e geometrico del prezioso giocatore della schiera milanista.»
(Il Calcio Illustrato, 5 maggio 1955[13])
Giocatore
Club
Entrato relativamente tardi nel calcio professionistico a causa del desiderio del padre, che voleva proseguisse nel mestiere di consulente fiscale[7], Liedholm crebbe nella squadra calcistica della città natale, il Valdemarsvik[14], ma fu ben presto notato dagli osservatori di parecchie squadre di livello nazionale, tra cui l'IK Sleipner e l'IFK Norrköping, squadre in cui Liedholm giocò dal 1942 al 1949. Con l'IFK Norrköping Liedholm vinse due campionati di calcio svedese, nel 1946-47 e 1947-48, e si guadagnò la prima convocazione nella nazionale maggiore.
Nell'estate del 1949, anche grazie all'opera di convincimento di Gunnar Nordahl,[15] venne acquistato dal Milan, dove rimase fino al ritiro agonistico. Quando decise di trasferirsi in Italia, si racconta che abbia detto al padre: "Tranquillo, papà: un anno, massimo due, e poi torno".[16] Finì per passare in Italia il resto della sua vita.
In maglia rossonera fu affiancato dai connazionali Gunnar Gren e Gunnar Nordahl, con i quali formò il famoso trio Gre-No-Li, pilastro principale dei successi nazionali e internazionali del Milan negli anni '50,[9] che includono quattro scudetti e due Coppe Latine.[17]
Con la maglia del Milan totalizzò 394 presenze e 89 gol, e indossò la fascia di capitano tra il 1956 e il 1961; è tutt'oggi il secondo giocatore straniero con più presenze nella storia del club rossonero, preceduto dall'olandese Clarence Seedorf. A ideale conclusione della sua carriera, Liedholm venne raffigurato sulla copertina della prima edizione dell'album di figurine Calciatori Panini per la stagione 1961-62. Lo svedese aveva dato l'addio al Milan e al calcio giocato al termine della stagione precedente.
Il fratello minore Karl giocò un'amichevole nel Milan nella stagione 1954-1955.
Nazionale
Con la nazionale svedese vinse la medaglia d'oro alle Olimpiadi del 1948,[9] e giunse secondo da Capitano ai Mondiali del 1958[3], alle spalle del Brasile.[9]
Totalizzò 23 presenze, realizzando 12 gol,[14] con un'assenza di nove anni, tra il giugno 1949 e il giugno 1958 a causa della politica della federazione svedese che aveva posto il veto alla convocazione di giocatori professionisti. Tale decisione fu revocata due anni prima dei mondiali svedesi del 1958, in cui Liedholm fu protagonista e segnò il gol del momentaneo 1-0 nella finale poi persa contro il Brasile. Tale gol lo rende peraltro detentore del record di marcatore più anziano in una finale di un Campionato mondiale di calcio.[18]
Allenatore
Nel 1961, dopo aver smesso di giocare all'età di trentanove anni, il Barone iniziò una brillante carriera da allenatore.[9] Le squadre da lui allenate furono il Milan, il Verona (con cui ottenne la promozione in Serie A), il Monza, il Varese, con altra promozione in Serie A, la Fiorentina (con cui perse una finale di Coppa Mitropa e una finale di Coppa Anglo-Italiana) e la Roma[16]. Da allenatore vinse due volte il campionato italiano di calcio, con il Milan nel 1979 e con la Roma nel 1983.[16] Con la Roma arrivò in finale nella Coppa dei Campioni 1983-1984, perdendo contro il Liverpool ai rigori, all'Olimpico di Roma,[9] e vinse tre Coppe Italia nel 1980, 1981 e 1984.
Come allenatore, fu in Italia fra i primi ad adottare con sistematicità la disposizione difensiva a zona,[19] sui modelli delle nazionali olandese e brasiliana.
L'ultima stagione da allenatore fu nel 1996-1997 quando prese il posto dell'esonerato Carlos Bianchi alla Roma,[20] arrivando a festeggiare le mille presenze in Serie A,[21] dopodiché si dedicò al giornalismo come commentatore sportivo.[16]
Apprezzato tanto per le sue qualità di calciatore e allenatore quanto per la signorilità che ne contraddistingueva i modi, in campo come fuori, la Svezia ha dedicato a Liedholm un francobollo,[22] per ricordare quello che secondo un sondaggio effettuato nel 1999 dal più diffuso quotidiano svedese è stato il più importante calciatore della sua storia.[23]
Nel 2011 è stata fondata a Cuccaro Monferrato, da un gruppo di suoi grandi estimatori e con l'appoggio del figlio Carlo e dei nipoti, l'Associazione Nils Liedholm, che nello stesso anno ha istituito un premio in memoria dell'indimenticato "Barone". Il Premio Liedholm - campione sul campo, signore nella vita è attribuito ogni anno ad uno sportivo che si sia particolarmente distinto non solo per i risultati raggiunti, ma per quei valori di lealtà, correttezza, signorilità, trasparenza ed eleganza che tanto hanno contraddistinto la vita e la carriera sportiva del grande Nils. Il premio viene assegnato dal Comitato organizzatore (il presidente è Fabio Bellinaso, sindaco di Cuccaro Monferrato per 10 anni, mentre il presidente onorario è Carlo Liedholm) con l'imprescindibile contributo di una delle principali firme della Gazzetta dello Sport, Alberto Cerruti.
Il primo vincitore del Liedholm è stato Carlo Ancelotti. Dall'edizione 2019 il Premio Liedholm, per ricordare l'amore e la passione di Nils per tutti gli sport, si arricchisce di una sezione dedicata anche agli "altri sport", che va ad affiancare quella dedicata al calcio. La prima vincitrice del Liedholm dedicato agli "altri sport" è stata la saltatrice Sara Simeoni.
Il comune di Cuccaro Monferrato gli ha intitolato una piazza davanti alla chiesa parrocchiale in data 15 aprile 2023.[24]