Pinacoteca civica e galleria d'arte contemporanea
museo italiano a Jesi Da Wikipedia, l'enciclopedia libera
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La pinacoteca civica e galleria d'arte contemporanea è il maggiore museo della città di Jesi, in provincia di Ancona, nelle Marche. Ha sede nel Palazzo Pianetti e rappresenta una delle più importanti collezioni pittoriche della Regione, vantando una cospicua raccolta di opere di Lorenzo Lotto.
Pinacoteca civica e galleria d'arte contemporanea | |
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L'atrio di Palazzo Pianetti | |
Ubicazione | |
Stato | Italia |
Località | Palazzo Pianetti |
Indirizzo | Via Xv Settembre 10, 60035 Jesi |
Coordinate | 43°31′17.44″N 13°14′33.39″E |
Caratteristiche | |
Tipo | Pinacoteca |
Apertura | 1868 |
Visitatori | 6 000 (2022) |
Sito web | |
Col decreto "Valerio" del 1866 che si sancisce la soppressione delle Congregazioni religiose e il passaggio dei loro tesori artistici ai Comuni, Jesi acquisisce una notevole quantità d'opere d'arte pittorica. Si istituisce così la Pinacoteca, ufficialmente il 5 settembre 1868.
I quadri di esclusivo soggetto religioso, si aggiunsero ad una già presente raccolta archeologica, cosicché Cesare Annibaldi istituì nel 1912 un unico polo museale aperto al pubblico con sede nell'ex convento di San Floriano, in Piazza Federico II.
Negli anni '30 si procedette alla restaurazione del Palazzo della Signoria, già sede della Biblioteca Comunale Planettiana; nel 1949 si decise di accorparvici anche il Museo civico e la Pinacoteca.
Tuttavia non sembrava essere la soluzione ideale. Negli anni '60 il Comune di Jesi acquistò i due terzi di Palazzo Pianetti, una sfarzosa residenza nobiliare nel cuore della città. Dopo i dovuti restauri la Pinacoteca civica venne spostata nel piano nobile del palazzo, e aperta al pubblico ufficialmente nel 1980.
Il nucleo principale si compone di opere a carattere religioso provenienti da diverse chiese cittadine. Nel corso degli anni la collezione si è incrementata grazie a ulteriori lasciti, depositi, donazioni e acquisti. Grande evoluzione ebbe anche la sezione d'Arte contemporanea, dovuta all'istituzione del Premio biennale “Città di Jesi – Rosa Papa Tamburi”, dove i diversi artisti partecipanti vi hanno lasciato in deposito le loro opere. Viene così allestita la Galleria d'Arte contemporanea, inaugurata nel 1987 al secondo piano del palazzo.
Il Museo complessivamente comprende opere che coprono un arco cronologico dal XV al XIX secolo, il periodo medievale è piuttosto rappresentato nel Museo diocesano cittadino.
Questo periodo è rappresentato in gran parte da bassorilievi e sculture in pietra, alcuni provenienti dalle facciate delle residenze nobiliari cittadine; oltre che da pale d'altare in ceramica e il bel Cristo lasso, Cristo nel sepolcro sorretto da due angeli, parte di un polittico smembrato del 1480-90 di Nicola di Maestro Antonio d'Ancona:
Il nucleo lottesco costituisce il fulcro delle collezioni museali, vero fiore all'occhiello della Pinacoteca. I dipinti eseguiti da Lorenzo Lotto per chiese e confraternite cittadine è composto da opere di primaria importanza per l'arte rinascimentale italiana:
La maggior parte delle opere sono dell'artista jesino Orfeo Tamburi, il quale nel 1964 lascia dona 54 opere fra disegni acquerelli e stampe del periodo 1948-63. Un'altra parte importante è costituita dal lascito degli eredi dell'artista cuprense Corrado Corradi (1894-1963). Nel 1973 la collezione si è arricchita con opere del locale Betto Tesei (1898-1953).
Fra gli altri artisti presenti, legati soprattutto al Premio Rosa-Tamburi si ricordano Guttuso, Guidi, Cantatore, Paolucci, Sassu, Mattioli, Trubiani, Piacesi, Morlotti, Biancini, Ciarrocchi, Brindisi, Vespignani, Cassinari, Giuffré, Bodini.
Era l'antica residenza di città dei Marchesi Pianetti, nobile e prestigiosa famiglia aggregata all'aristocrazia jesina dal 1659. Rappresenta il più significativo degli edifici appartenuti alle ricche famiglie nobili locali, e l'unico esempio in Italia di stile Rococò di influsso mitteleuropeo.
Il palazzo venne costruito nella zona detta "Terravecchia", a ovest, appena fuori le mura della città, dove soprattutto fra '600 e '700 si insediarono le nobili famiglie cittadine. Il Marchese Cardolo Maria Pianetti, appassionato d'alchimia, e già architetto di Carlo VI d'Asburgo, disegnò un progetto per la costruzione della nuova residenza di famiglia in un gusto riecheggiante lo stile austriaco. Il progetto definitivo fu affidato al pittore e architetto jesino Domenico Valeri, che ne avviò la costruzione a partire dal 1748. L'edificio si compone di un corpo centrale che si affaccia su un giardino all'italiana cinto da mura terrazzate.
Caratteristica peculiare del palazzo è la sfarzosa Galleria degli Stucchi, tripudio di affreschi e stucchi a color pastello di stile Rococò di influsso mitteleuropeo. La galleria è l'unico esempio nella penisola di questo stile, e con la sua lunghezza di bel 76 metri è la seconda in Italia dopo quella di Diana della Reggia di Venaria Reale.
Controllo di autorità | VIAF (EN) 143775768 · ISNI (EN) 0000 0001 0698 1231 · LCCN (EN) nr89001561 |
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