Principato di Piombino
antico Stato italiano (1399-1803) / Da Wikipedia, l'enciclopedia encyclopedia
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Il principato di Piombino fu uno Stato del Sacro Romano Impero e poi vassallo della Corona di Napoli che si estendeva su terre oggi collocate amministrativamente nelle province di Livorno e Grosseto, nonché le isole dell'arcipelago toscano.
Principato di Piombino | |
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In verde, la Signoria di Piombino attorno all'anno 1500 | |
Dati amministrativi | |
Nome ufficiale | Principatus Plumbinensis |
Lingue ufficiali | Italiano, latino |
Lingue parlate | Dialetto piombinese |
Capitale | Piombino |
Dipendente da | Sacro Romano Impero • Vicereame di Napoli (e di conseguenza Spagna nel '600 e Austria e poi Due Sicilie nel '700) |
Politica | |
Forma di governo | Monarchia feudale (principato) |
Signori | Principi di Piombino |
Organi deliberativi | Consiglio generale, maggiore, minore, degli Anziani |
Nascita | 18 febbraio 1399 con Gherardo Leonardo d'Appiano |
Causa | Caduta della Repubblica di Pisa |
Fine | 24 settembre 1803 con Antonio II Boncompagni Ludovisi |
Causa | Trattato di Firenze (1801) |
Territorio e popolazione | |
Bacino geografico | Toscana |
Territorio originale | Piombino e isole dell'arcipelago toscano |
Massima estensione | 552 km² circa nel secolo XVIII |
Popolazione | 20.000 abitanti circa nel secolo XV |
Economia | |
Valuta | Zecca autonoma: 1596-1603 (Appiano); 1634-1699 (Ludovisi); 1805-1813 (Bonaparte Baciocchi)[1] |
Risorse | Ferro elbano |
Commerci con | Granducato di Toscana, Corsica, Stato Pontificio, Regno di Napoli, Stato dei Presidi |
Esportazioni | Olio, vino, seta, lana, carta, pesca, metalli |
Importazioni | Metalli preziosi, spezie |
Religione e società | |
Religione di Stato | Cattolicesimo |
Classi sociali | Nobili, clero minatori, contadini, pescatori |
Carta del principato (1760) Sopra, mappa con Stato dei Presidi e parte del Granducato | |
Evoluzione storica | |
Preceduto da | Repubblica di Pisa |
Succeduto da | Principato di Lucca e Piombino |
Lo Stato nacque come signoria nel 1398 sui territori della Repubblica di Pisa non ceduti a Milano. Due secoli dopo nel 1594 la sovranità degli Appiano fu finalmente riconosciuta dall'imperatore con conseguente elevazione a principato, ma ribadendo un antico vassallaggio verso la Corona di Napoli. Con la caduta degli Appiano, i successivi principi si limitarono a vivere di rendita fuori dallo Stato, e il potere venne esercitato dagli Asburgo prima e dai Borbone poi, che lo gestirono come un’appendice dello Stato dei Presidi.