Riccardo Patrese
pilota automobilistico italiano (1954-) / Da Wikipedia, l'enciclopedia encyclopedia
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Riccardo Gabriele Patrese (Padova, 17 aprile 1954) è un ex pilota automobilistico italiano.
Riccardo Patrese | ||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||
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Riccardo Patrese al Gran Premio dei Paesi Bassi 1982 | ||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||
Nazionalità | Italia | |||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||
Altezza | 174 cm | |||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||
Peso | 67 kg | |||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||
Automobilismo | ||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||
Categoria | Formula 1, Sportprototipi | |||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||
Termine carriera | 2006 | |||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||
Carriera | ||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||
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Campione del mondo con i kart, campione italiano ed europeo di Formula 3, ha corso in Formula 1 dal 1977 al 1993 disputando 256 Gran Premi, record rimasto imbattuto per quindici anni, vincendone sei. Dopo un primo lungo periodo, caratterizzato più da delusioni che successi al volante di Shadow, Arrows, Brabham e Alfa Romeo, approda alla Williams, con cui disputa le sue stagioni migliori, in particolare il 1989, 1990 e 1991, prima di concludere la carriera con la Benetton dopo 17 stagioni. È stato anche un valido pilota nel Campionato del mondo sportprototipi al volante delle vetture Lancia, vincendo otto prove e sfiorando la conquista del titolo mondiale nel 1982. Per sei volte, nel 1980 e dal 1989 al 1993, è stato Campione italiano assoluto di velocità[1]. È tuttora l'ultimo pilota italiano ad aver lottato per il Mondiale piloti in Formula 1 dalla stagione 1992.
Dotato di una guida molto aggressiva, era considerato da vari piloti arrogante e non era molto amato all'interno del Circus[2], venendo spesso attaccato dall'inglese James Hunt[3]. Nonostante le critiche, ha instaurato buoni rapporti con molti piloti, in particolare Michele Alboreto[4], Eddie Cheever, Elio De Angelis[5], Andrea De Cesaris, Thierry Boutsen e Nigel Mansell[6].
Riccardo Patrese nasce il 17 aprile 1954 a Padova, dove trascorre l'infanzia in modo sereno e senza difficoltà economiche; il padre Mario era un commerciante di generi alimentari, la madre Elena Zorzati insegnava lettere alle scuole medie, mentre il fratello Alberto diventerà ingegnere meccanico all'Alfa Romeo[7].
Dopo il diploma al liceo scientifico s'iscrive alla facoltà di scienze politiche che frequenta per alcuni anni, ma senza arrivare alla laurea[8]. Pratica a livello agonistico sci e soprattutto nuoto: specialista dello stile libero, gareggia per la Rari Nantes Patavium 1905 con la futura campionessa del mondo Novella Calligaris e lo sfortunato Amedeo Chimisso, deceduto con altri amici di Patrese nella tragedia di Brema[9]. Abbandona entrambi gli sport quando il karting, inizialmente solo un divertimento, e poi l'automobilismo diventeranno la sua attività principale[7].
Quando ancora non è un professionista del volante, si sposa con Susi Martinis che gli rimarrà vicina per tutta la carriera agonistica, rendendosi fondamentale nei momenti importanti[8], e gli darà tre figli: Simone, nato il giorno dell'esordio in Formula 1 nel 1977[7], e le gemelle Maddalena e Beatrice nate nel 1985; la famiglia vive in modo agiato tra Monaco e il Veneto[10]. Negli anni successivi al ritiro dalla Formula 1 si separa da Susi, in seguito moglie di Norberto Ferretti[11], per poi fidanzarsi con Francesca Accordi[12] da cui avrà i figli Lorenzo ed Elena[13].
Pratica l'equitazione, passione che condivide con le figlie[14], il golf, il tennis e lo sci[15]; fin dal 1981 gioca a calcio con il ruolo di centrocampista nella Nazionale Piloti, squadra ideata a scopo benefico, di cui è capitano[16][17] e in passato si allenava frequentemente con il Padova[9]. È sempre stato molto appassionato anche di ferrovie e modellismo ferroviario[18]: nel dicembre 1989 rilasciò in proposito un'intervista alla rivista mensile i Treni (pubblicata sul n. 100 - gennaio 1990), in cui mostrò anche la sua vasta collezione di modelli; nel 2003, dopo la morte del fratello Alberto, ha ereditato una grande collezione di modellini d'auto comprendente tutte le vetture da corsa guidate nella sua carriera[19].