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Il San José era un galeone spagnolo carico d'oro, argento e smeraldi[1] costruito nel 1696[2] e appartenente alla flotta di Filippo V di Spagna; venne affondato il 10 giugno 1708 nel Mar dei Caraibi durante i combattimenti, a circa 30 chilometri dalle coste di Cartagena de Indias, in Colombia, denominati Azione di Wager e facenti parte della guerra di successione spagnola.
Il galeone venne affondato durante un attacco durato quasi 10 ore da parte di 4 navi da guerra britanniche capitanate dal corsaro Charles Wager, che colpì non solo il San Josè ma anche le 14 imbarcazioni mercantili e altri 2 galeoni (il San Joaquin e il Santa Cruz) che facevano parte della flotta spagnola del tesoro.
Nell'azione perirono 578 persone, tra marinai, soldati, personale dell'equipaggio e passeggeri e solo 11 furono i sopravvissuti. Le identità accertate delle vittime furono solo 105, di cui 47 soldati, secondo le stime accertate dalla casa reale di Spagna[3]. Le informazioni riportano un carico affondato pari a 344 tonnellate di monete d'oro e argento e 116 scatole di smeraldi (proveniente dal Perù).
Il 5 dicembre 2015, il presidente colombiano Juan Manuel Santos ha reso noto di aver recuperato i resti del San José, a circa 100 chilometri dalla costa, annunciando anche la nascita di un museo dedicato al galeone[4].
La ricerca della nave era iniziata nel 1981 da parte di una società di recupero statunitense (Sea Search Armada - SSA)[1] che ha poi iniziato una disputa legale contro il governo della Colombia, terminata nel 2011 quando una corte statunitense ha dichiarato che i resti del galeone sono di proprietà del governo colombiano[1].
Il tesoro del San Josè, dal valore stimabile in miliardi di dollari[5], lo ha reso una delle navi leggendarie nel corso dei secoli[5][6][7] e il suo ritrovamento risulta essere uno dei più importanti, non solo del patrimonio sommerso, ma probabilmente di tutti i tempi[5][7].
Costruito nel 1696 dal basco Pedro de Arostegui nei cantieri navali di Mapil a Usurbil[2], il San José era un galeone che pesava 1066 tonnellate e montava inizialmente 44 cannoni di ferro[2]. Furono diverse le modifiche compiute negli anni: secondo l'ultimo inventario svolto a Cadice, prima di salpare per il continente americano, il San Josè aveva in dotazione: 46 cannoni calibro 16, 8 cannoni di bronzo calibro 10 e 8 "sacres" calibro 7, solo per quel che concerne l'artiglieria pesante[2]. Il suo equipaggio, tra funzionari, soldati, artiglieri, marinai e mozzi, superava a pieno regime i 500 uomini[2].
Nella primavera del 1708 il capitano britannico Charles Wager comandava 4 navi nel mar dei Caraibi: l'HMS Expedition (70 cannoni, al comando del capitano Henry Long); la Kingston (60, cap. Simon (Timothy) Bridges); Portland (50, cap. Edward Windsor); Vulture (8, commodoro Caesar Brooks). In aprile la flotta attraccò nella piccola isola di Pequeña Barú (nell'arcipelago delle Isole Rosario), a 30 miglia da Cartagena, per fare rifornimenti. Il governatore di Cartagena informò gli Spagnoli (ancorati a Portobelo) della presenza della flotta britannica. Nonostante l'avvertimento, il comandante della San José, il capitano José Fernández de Santillán, salpò con la flotta da Portobelo a Cartagena il 28 maggio, sia per timore dell'avvicinarsi della stagione degli uragani, sia perché l'ammiraglio francese Jean-Baptiste du Casse che li attendeva all'Havana per scortarli, minacciava di andarsene senza di loro.
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