Il pittore nacque a Crema, vivendo in prossimità della chiesa della Santissima Trinità. Veniva chiamato il Conciabracci per l'attività di famiglia di restauratori degli arti delle statue lignee, come risulterebbe da alcuni documenti riguardanti il padre o soggetti della sua parentela. L'artista fu attivo negli ultimi anni del XVI secolo fino al 1636 data riconducibile all'ultima sua opera Ritratto di suonatori con chitarra conservato nella pinacoteca dell'Accademia Tadini. Egli lavorò maggiormente per la provincia cremonese e per le province confinanti.
Entrò come allievo, all'età di quindici anni nella bottega del cremoneseGervasio Gatti detto il Sojano.[1] La sua formazione artistica nasce anche dallo studio degli artisti rinascimentaliseicenteschi attivi sul territorio lombardo e veneto, che avevano lasciato importanti lavori a Cremona e nella zona tra Crema, Bergamo e Brescia. I suoi dipinti furono formativi per l'artista Giovanni Giacomo Barbelli tanto che alcune opere furono a volte erroneamente attribuite al Bardelli.
Pombioli usava spesso modelli risalenti all'arte post concilio di Trento che, grazie alla riproduzione con la tecnica delle incisioni, erano diventate note in tutta Europa, in particolare questo fa riferimento al ciclo della Beata Vergine conservata nell'oratorio mariano di Calvenzano. La critica vorrebbe il suo lavoro migliore nella realizzazione dell'opera e a fresco piuttosto che i lavori su tela.[2]
1635: Santi Bernardino, Giuliano e Fermo in adorazione del Santissimo Sacramento dipinto conservato come pala d'altare di san Bernardino da Siena per la chiesa di San Martino di Leffe.
Storia e Cultura, su comune.calvenzano.bg.it, Comune di Calvenzano. URL consultato il 9 febbraio 2021 (archiviato dall'url originale il 24 gennaio 2021).
Chiesa di San Pietro, su comune.salvirola.cr.it, Comune di Salvirola. URL consultato il 9 febbraio 2021 (archiviato dall'url originale il 12 febbraio 2021).
Licia Carubelli, Tomaso Pombioli, Banca di credito cooperativo di Crema, 1995.
Aldo Ghirardelli, Leffe e le sue chiese, Leffe, 1984.