Un caldo corpo di femmina
film del 1973 diretto da Jesús Franco / Da Wikipedia, l'enciclopedia encyclopedia
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Un caldo corpo di femmina (La comtesse noire) è un film del 1974 diretto da Jesús Franco.
Un caldo corpo di femmina | |
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Irina von Karlstein seguita da una delle sue vittime | |
Titolo originale | La comtesse noire |
Lingua originale | francese |
Paese di produzione | Francia, Belgio |
Anno | 1974 |
Durata | 101 min |
Rapporto | 2,35:1 |
Genere | orrore, erotico |
Regia | Jesús Franco |
Soggetto | Jesús Franco |
Sceneggiatura | Jesús Franco |
Produttore | Marius Lesoeur (Eurociné, Parigi) Pierre Querut (Général Films, Belgio) |
Fotografia | Jesús Franco |
Montaggio | Jesús Franco |
Musiche | Daniel J. White |
Trucco | Elisenda Villanueva |
Interpreti e personaggi | |
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«Desidero con tutte le mie forze che giunga la fine di questa razza sanguinaria alla quale sono costretta ad appartenere»
(La contessa Irina von Karlstein/Lina Romay - dai dialoghi del film)
È uno dei film più noti del regista spagnolo; segna il punto d'arrivo di un lungo percorso che, a partire dai primi anni sessanta, portò Franco ad indagare il mondo dell'esoterismo nella chiave di un erotismo romantico. Gli elementi grotteschi, presenti in altri film, sono qui accantonati a vantaggio della dimensione puramente lirica, cui contribuiscono in misura decisiva l'ambientazione nei boschi incantati dell'isola di Madera e la coinvolgente colonna sonora di Daniel J. White, con le sue reminiscenze chopiniane.
Il tema del vampirismo è trattato in modo originale, non tanto perché il vampiro è femmina (soluzione già adottata da Franco in Vampyros Lesbos e La fille de Dracula) quanto perché non è mosso da un impulso aggressivo e uccide suo malgrado, per amore e facendo l'amore.
Con La comtesse noire la diciannovenne Lina Romay debutta in un ruolo da protagonista. Nei panni di una muta, l'attrice catalana mostra tutto il suo talento: la sua interpretazione è calibrata, sottile e mai volgare, neppure nelle scene più spinte.
Distribuito in versioni differenti, con i titoli più disparati (il più noto, nella sua mancanza di fantasia, è Female Vampire), La comtesse noire si muove esattamente sulla linea di demarcazione tra cinema erotico e cinema hard. Una versione porno, drasticamente accorciata e con sequenze hard non girate da Franco, fu distribuita in Francia e in Germania. Nella versione più nota la protagonista uccide i suoi amanti senza versare una sola goccia di sangue, bensì praticando il sesso orale. Il simbolismo sfocia nel più puro surrealismo durante la scena chiave dell'incontro tra la Contessa Irina e il dottor Orloff (nome caro al regista, presente in vari film tra cui Gritos en la noche e El siniestro Dr. Orloff), dove assistiamo ad un dialogo - se così si può chiamarlo - tra una ragazza muta e un uomo cieco. Non meno surreale la scena dell'intervista, nella quale la vampira risponde con i gesti e gli sguardi, lasciando alla giornalista il compito di decifrarne il senso.
In Italia il film fu distribuito con titoli diversi e una colonna sonora a tratti esplicitamente horror che stride con la poesia delle immagini.