Utente:MLWatts/Sandbox4
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Con l'espressione "rivoluzione copernicana" si indica il radicale riassestamento delle concezioni scientifiche legate all'astronomia planetaria, alla struttura del sistema solare e all'architettura dello stesso universo che si accompagnò al superamento dell'ipotesi geocentrica in favore di quella eliocentrica, detta appunto "copernicana", tra il XVI e il XVII secolo.
La svolta fondamentale da cui scaturì la rivoluzione copernicana fu dovuta all'eponimo astronomo polacco Niccolò Copernico, con la pubblicazione nel 1543 del saggio De revolutionibus orbium coelestium. Esso, nonostante avanzasse l'innovativa proposta di una Terra mobile, era tuttavia un testo relativamente conservatore sotto diversi punti di vista, e comunque era ancora lontano dal dare all'ipotesi eliocentrica la coerenza interna e l'aderenza ai fenomeni osservati necessaria a risolvere il problema del moto dei pianeti meglio di quanto all'epoca poteva fare la tradizionale visione aristotelico-tolemaica. Fu il tedesco Giovanni Keplero che, avvalendosi anche dei risultati del danese Tycho Brahe, compì un primo passo avanti in questo senso introducendo le orbite ellittiche al posto di quelle circolari e dando al sistema una prima sistemazione plausibile dal punto di vista non solo geometrico-astronomico, ma anche fisico-cosmologico. Galileo Galilei diede importanti conferme della teoria eliocentrica con le sue osservazioni astronomiche, effettuate per la prima volta per mezzo di un telescopio, e inoltre contribuì a gettare le basi della trattazione matematica della dinamica di cui si sarebbe avvalsa la successiva generazione di fisici. Il compimento definitivo della rivoluzione copernicana è di solito fatto coincidere con la sintesi di meccanica celeste e meccanica terrestre che Isaac Newton offrì con i suoi Philosophiae naturalis principia mathematica, del 1687; in questo testo il nuovo assetto eliocentrico veniva inquadrato in un sistema teorico su base matematica organico e completo.[1]
La rivoluzione copernicana – parte della più ampia rivoluzione scientifica che a cavallo tra i due secoli vide una fioritura di nuove scoperte e, soprattutto, una rifondazione delle metodologie della ricerca – è considerata un momento di importanza capitale nello sviluppo del pensiero occidentale;[2] modificando significativamente la percezione che l'uomo aveva della sua posizione nel mondo, essa ebbe ripercussioni culturali anche al di fuori dell'ambito strettamente scientifico,[2] le quali avendo investito la religione e la filosofia spiegano la resistenza che il copernicanesimo dovette superare, specialmente da parte delle istituzioni ecclesiastiche e specialmente nel XVII secolo, prima di affermarsi.[3][4]