Yoga posturale in India
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Lo yoga posturale nasce in India come variante dello yoga tradizionale, una pratica prevalentemente meditativa; diffuso in tutto il mondo, è tornato nel subcontinente indiano in forme diverse. Gli antichi Yoga Sutra di Patanjali menzionano solo brevemente le posizioni yoga, le asana, come sedute di meditazione. L'Haṭha yoga medievale faceva uso di un piccolo numero di asana insieme ad altre tecniche come pranayama, shatkarma e mudra, ma fu disprezzato e quasi estinto all'inizio del XX secolo. All'epoca, la nascita dello yoga posturale fu in principio guidata dal nazionalismo indiano. Sostenitori come Yogendra e Kuvalayanandaresero lo yoga una pratica gradita negli anni '20, divenendo presto utilizzata in medicina. All'inizio degli anni '30, il "padre dello yoga moderno" Krishnamacharya sviluppò una forma di yoga posturale più intensa, influenzata dalla ginnastica, con transizioni (vinyasas) che permettevano di passare in maniera fluida da una posizione all'altra.
Gli allievi di Krishnamacharya K. Pattabhi Jois e BKS Iyengar portarono lo yoga in Occidente, fondando le proprie scuole e formando nuovi insegnanti. Una volta in Occidente, lo yoga si è rapidamente mescolato ad altre attività, diventando meno spirituale e più energico oltre che commerciale.
Lo yoga posturale occidentalizzato è tornato in India per ricongiungersi alle tante forme già presenti nel paese, trasformate dall'effetto pizza nel suo viaggio di andata e ritorno. I turisti occidentali dello yoga, attratti inizialmente dalla visita dei Beatles in India nel 1968, vennero a studiare yoga in centri come Rishikesh e Mysore. Nel 2015, il Primo Ministro indiano Narendra Modi istituì la Giornata Internazionale dello Yoga. In quell'occasione anche le forze armate e il servizio civile si unirono alle manifestazioni di massa del pubblico.