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Bioma
ampia porzione di biosfera, individuata e classificata in base al tipo di vegetazione dominante Da Wikipedia, l'enciclopedia libera
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Un bioma è un'ampia porzione di biosfera, individuata e classificata in base al tipo di vegetazione dominante, se terrestre, o alla fauna prevalente, se acquatica[1]. Poiché tutti gli esseri viventi vivono influenzandosi reciprocamente, un bioma è costituito da popolazioni e comunità di esseri viventi, sia pluricellulari sia unicellulari, che interagiscono fra loro e con l'ambiente fisico (componente abiotica o biotopo) in cui essi vivono. Un bioma, per definizione, si estende su vaste aree della superficie terrestre.
Foresta e macchia mediterranea
Deserto semiarido
Steppa arida
Savana erbosa
Savana alberata
Foresta subtropicale arida
Tundra alpina
Vegetazione alpina
La presenza di un particolare bioma in una zona geografica è in funzione del tipo di clima in essa presente. I fattori climatici che maggiormente determinano la presenza di un bioma o di un altro sono la temperatura e la piovosità. Per ciò che riguarda la temperatura, in particolare, esiste un gradiente lineare di variazione della temperatura in funzione della latitudine, pari a circa 0,6 °C per ogni grado di latitudine dell’emisfero nord.
L'approssimazione allo studio di un bioma terrestre consiste nell'osservazione della struttura delle piante (alberi, arbusti ed erbe), dei tipi di foglie (latifoglie e aghifoglie) e della distanza tra le piante (foresta, bosco misto, savana) e nell'analisi del clima. I biomi terrestri sono spesso identificati tramite il concetto di vegetazione climax, quindi con comunità vegetali che hanno raggiunto un elevato grado di adattamento all'ambiente naturale che li ospita.
A differenza delle ecozone, i biomi non sono definiti in base a somiglianze genetiche, tassonomiche o storiche tra gli organismi che vi vivono. In termini di ecologia del paesaggio, i biomi corrispondono, con i dovuti aggiustamenti, ai paesaggi continentali, cioè a quei paesaggi che caratterizzano vaste zone nei vari continenti.
I biomi sono distinti in marini, d'acqua dolce e terrestri ed ogni bioma comprende varie ecoregioni.
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Biomi terrestri, biomi d'acqua dolce e biomi marini
I biomi possono essere terrestri, d'acqua dolce o marini.
I biomi dell'idrosfera sono quelli maggiormente estesi e vengono distinti in due tipologie, a seconda che si tratti di acque interne, solitamente dolci, o di acque aperte, salate.
- Biomi di acqua dolceː stagni, laghi e fiumi.
- Biomi mariniː oceani e mari, dove possono distinguersi:
- ambienti polari (compresa la banchisa),
- scarpata continentale e mari interni,
- zone di risalita d'acqua profonda,
- barriere coralline,
- zone salmastre,
- foreste di laminarie.
Le comunità animali che caratterizzano questi ambienti vengono suddivise in base agli stili di vita:
- Benthos o del fondo, litoraneo o profondo. I banchi di corallo rientrano in questo gruppo.
- Necton, insieme di organismi che nuotano. Tutti i pesci, o le tartarughe marine, e così via.
- Plancton, insieme di organismi microscopici che si lasciano trasportare dalle onde e dalle correnti.
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Classificazioni dei biomi marini e terrestri
Riepilogo
Prospettiva
L'identificazione di un bioma terrestre si basa sulle specie vegetali proprie e su caratteristiche climatiche, geografiche, di latitudine e di altitudine dell'ambiente. Nel corso degli anni vari autori hanno proposto vari schemi di classificazione dei biomi. Si riportano di seguito gli schemi principali.
Secondo Leslie Holdridge

Nel 1947, il botanico e climatologo statunitense Leslie Holdridge pubblicò uno studio in cui identifica le "zone vitali", corrispondenti a biomi, in base a soli tre indicatori: temperatura media annuale (sono eliminati valori di dati inferiori a 0 °C o superiori a 30 °C), la precipitazione annuale totale e il rapporto tra evapotraspirazione potenziale media annua e precipitazioni totali annue. Con questo sistema inquadrò le "zone di vita"[2] riportate nell'immagine a fianco e nell'elenco sottostante.
- deserto
- tundra
- tundra arida
- macchia mediterranea
- macchia arida
- macchia-deserto
- foresta temperata
- foresta umida
- foresta pluviale
- steppa
- foresta arida
- foresta molto arida
Secondo Warder Clyde Allee
Nel 1949, lo zoologo ed ecologo statunitense Warder Clyde Allee propose questo schema[3]:
- tundra
- taiga
- foresta temperata
- prateria
- deserto
- vegetazione di alta montagna
- foresta tropicale
- macchia mediterranea
- biomi terrestri minori
Secondo Samuel Charles Kendeigh
Nel 1961, l'ecologo statunitense Samuel Charles Kendeigh propose uno schema in cui inserì dei biomi terrestri che non tutti suoi predecessori avevano considerato: savana, macchia mediterranea e bosco; inoltre prese in considerazione anche l'ambiente marino[4]:
- Biomi terrestri
- Biomi marini
- plancton e nekton
- balanoidi - gastropodi - tallofite
- pelecipodi - annelidi
- barriera corallina
Secondo Robert Whittaker

Nel 1962, il biologo statunitense Robert Whittaker propose uno schema molto elaborato, poi rivisto nel 1970 e nel 1975. Esso è basato sul rapporto tra la temperatura media annua e sulle precipitazioni medie annue e, rispetto allo schema precedente, prende in considerazione il deserto freddo e distingue tra foresta pluviale tropicale e foresta pluviale temperata; inoltre riunisce in un'unica categoria il bosco e la macchia. Lo schema di Whittaker è rappresentato nell'immagine a fianco e comprende i seguenti biomi[5]:
- foresta pluviale tropicale
- foresta pluviale temperata
- foresta decidua temperata (denominata "foresta stagionale temperata")
- savana e foresta stagionale tropicale
- macchia e bosco
- prateria temperata e deserto freddo
- deserto subtropicale
- taiga (denominata "foresta boreale")
- tundra
Secondo Heinrich Walter
Nel 1976 il botanico ed ecologo russo-tedesco Heinrich Walter elaborò uno schema in cui mette in correlazione nove tipi di clima con altrettanti biomi; rivide poi lo schema nel 2002[6]:
- clima equatoriale, sempre umido e senza variazioni di temperatura: foresta pluviale;
- clima tropicale, con estate calda e piovosa ed inverno meno caldo e secco: foresta monsonica, savana e foresta stagionale tropicale;
- clima desertico (denominato "subtropicale arido"): deserto;
- clima mediterraneo: vegetazione mediterranea (denominata "vegetazione di sclerofille");
- clima temperato caldo: foresta pluviale temperata (denominata "foresta sempreverde temperata");
- clima continentale: prateria e deserto freddo;
- clima subartico: taiga;
- clima nivale: tundra (denominata "Vegetazione bassa, sempreverde, senza alberi, che cresce su terreni permanentemente congelati")
Secondo la lista "Global 200"

1.Foreste pluviali di latifoglie tropicali e subtropicali
2.Foreste aride di latifoglie tropicali e subtropicali
4.Foreste di latifoglie e foreste miste temperate
6.Taiga
7.Praterie, savane e macchie tropicali e subtropicali
8.Praterie, savane e macchie temperate
11.Tundra
12.Foreste, boschi e macchia mediterranea
Calotta polare
Biomi di limitata estensione9.Praterie e savane inondabili
14.Mangrovie
Biomi d'altitudine:3.Foreste di conifere tropicali e subtropicali
Nel 1998 il WWF propose uno schema di classificazione dei biomi terrestri, all'interno della lista Global 200, che comprende biomi terrestri, biomi d'acqua dolce e biomi marini[7]. Nel 2002 la classificazione è stata rivista[8].
Biomi terrestri
La maggior parte dei biomi identificati corrisponde a quelli degli schemi precedenti, pur variandone la denominazione. Peculiarità di questo schema sono la riunione in un'unica categoria tutte le foreste pluviali (equatoriale, tropicale e temperata) e l'identificazione di tre biomi tipici di zone ad elevata altitudine: le "foreste di conifere tropicali e subtropicali", le "foreste di conifere temperate" e le "praterie e boscaglie montane".
Infine, tipica di questo schema, è l'introduzione di due biomi di limitata estensione territoriale, ma importanti per la biodiversità: quelli delle "mangrovie" e delle "praterie e savane inondabili". Ne risulta uno schema di 14 biomi, illustrati nell'immagine a fianco ed elencati di seguito[9][10][11]:
- 01. Foreste pluviali di latifoglie tropicali e subtropicali (riunisce tutte le foreste pluviali degli schemi precedenti: foresta pluviale equatoriale, foresta pluviale tropicale e foresta pluviale temperata);
- 02. Foreste aride di latifoglie tropicali, subtropicali e monsoniche (corrisponde alla foresta monsonica e alla giungla);
- 03. Foreste di conifere tropicali e subtropicali (bioma d'altitudine che non ha corrispondenza negli schemi precedenti);
- 04. Foreste di latifoglie e foreste miste temperate (corrisponde alla foresta decidua temperata degli schemi precedenti);
- 05. Foreste di conifere temperate (bioma d'altitudine che non ha corrispondenza negli schemi precedenti);
- 06. Taiga;
- 07. Praterie, savane e macchie tropicali e subtropicali (corrisponde alla savana degli schemi precedenti);
- 08. Praterie, savane e macchie temperate (corrisponde alla steppa e alla prateria degli schemi precedenti);
- 09. Praterie e savane inondabili (bioma di limitata estensione territoriale che non ha corrispondenza negli schemi precedenti);
- 10. Praterie e boscaglie montane (bioma d'altitudine che ingloba la vegetazione d'alta montagna, la tundra alpina e le zone montane coperte da bassi arbusti; non ha corrispondenza negli schemi precedenti);
- 11. Tundra;
- 12. Foreste, boschi e macchia mediterranea (corrisponde alla foresta di sclerofille, alla macchia mediterranea e agli altri tipi di vegetazione mediterranea degli schemi precedenti);
- 13. Deserti e macchia xerofila (riunisce i deserti caldi e quelli freddi degli schemi precedenti);
- 14. Mangrovie (bioma di limitata estensione territoriale che non ha corrispondenza negli schemi precedenti).
Biomi marini
Per quanto riguarda i biomi marini, la lista "Global 200" propone il seguente schema:
- 01: Zone polari;
- 02: Piattaforme continentali e mari temperati;
- 03: Zone di risalita dei mari temperati;
- 04: Zone di risalita dei mari tropicali;
- 05: Barriere coralline.
Questa mappatura, come si vede, copre solo le aree costiere e della piattaforma continentale; gli ecosistemi di acque profonde, ossia le zone pelagiche, le zone abissali, e le fosse oceaniche non sono ancora state delineate.
Biomi d'acqua dolce
Lo schema "Global 200" prende in considerazione anche i biomi d'acqua dolce, proponendo il relativo elenco, che comprende dodici o sette biomi, a seconda delle fonti[12]:
Elenco a dodici biomi
- Grandi laghi.
- Grandi delta.
- Bacini montani - questo bioma comprende i piccoli corsi d'acqua, i fiumi, i laghi e le zone umide di quote elevate, indipendentemente dalla latitudine.
- Bacini di isole oceaniche.
- Fiumi delle coste temperate - questo bioma comprende i bacini dei fiumi delle zone temperate, ad eccezione di quelli che scorrono in grandi aree alluvionali e dell'alto corso dei fiumi di una certa lunghezza; inoltre include anche le lagune, i laghi costieri e le altre zone umide costiere delle zone temperate.
- Fiumi delle coste tropicali e subtropicali - questo bioma comprende i bacini dei fiumi delle zone tropicali e subtropicali, ad eccezione di quelli che scorrono in grandi aree alluvionali e dell'alto corso dei fiumi di una certa lunghezza; inoltre include anche le lagune, i laghi costieri e le altre zone umide costiere delle zone tropicali e subtropicali.
- Alto corso dei fiumi temperati.
- Alto corso dei fiumi tropicali e subtropicali.
- Fiumi di aree alluvionali e zone umide temperate.
- Fiumi di aree alluvionali e zone umide tropicali e subtropicali.
- Bacini xerici ed endoreici - questo bioma comprende i sistemi acquatici endoreici e i fiumi che scorrono in ambienti aridi o semi-aridi.
- Fiumi artici - questo bioma comprende i bacini fluviali che sfociano nel Mar Glaciale Artico e nei mari adiacenti.
Elenco a sette biomi
- Grandi fiumi.
- Alto corso dei grandi bacini fluviali.
- Delta dei grandi fiumi.
- Fiumi minori.
- Grandi laghi.
- Laghi minori.
- Bacini xerici.
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Semplificazioni didattiche
Esistono numerose semplificazioni didattiche, usate nelle scuole e nelle università. A titolo di esempio si fornisce la seguente, che mette in correlazione climi e biomi delle aree terrestri[13]
Antromi
Il geografo Erle Ellis considerata la globale manipolazione dell'uomo sui biomi naturali, propone la nuova definizione di antromi ovvero biomi antropogenici.[18]
Note
Voci correlate
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