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Cesate

comune italiano Da Wikipedia, l'enciclopedia libera

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Cesate (Cesáa in dialetto milanese) è un comune italiano di 14 367 abitanti[1] della città metropolitana di Milano in Lombardia.

Dati rapidi Cesate comune, Localizzazione ...

Situato a 17 chilometri a nord-ovest dal centro del capoluogo lombardo, si trova a cavallo tra il Saronnese e il Bollatese. Fa parte della zona omogenea "Nord-Ovest" della Città metropolitana.

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Geografia fisica

Territorio

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Sentiero all'interno della pineta di Cesate

Il comune è all'estremo nord della città metropolitana di Milano, al confine con le province di Varese a ovest e Monza e Brianza a est, e si trova tra le ex strade statali 233 Varesina e 527 Bustese. È situato nell'alta pianura padana nel territorio compreso tra i fiumi Olona e Seveso, tra la Brianza e l'Altomilanese.

Il territorio comunale è caratterizzato da un territorio pianeggiante ed è ricoperto per gran parte da boschi e brughiere. A est del centro abitato si estende la Pineta di Cesate, che per la sua peculiarità ecologica è stata individuata dall'Unione europea come sito di interesse comunitario[senza fonte] e che è attualmente compresa nel Parco regionale delle Groane e della Brughiera briantea.

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Parco delle Groane

Nel territorio comunale scorrono i torrenti Guisa e Nirone che, unendosi a Baranzate, danno origine al torrente Merlata (affluente dell'Olona).

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Origini del nome

L'antico nome del paese era Cixate come compare nel manoscritto Liber Notitiae Sanctorum Mediolani di Goffredo da Bussero. Nonostante siano state formulate diverse ipotesi, non è ancora certa l'etimologia del nome. Il toponimo iniziò ad essere italianizzato in Cisate per poi evolversi in Cesate.[4]

Negli Statuti delle acque e delle strade del contado di Milano fatti nel 1346 in cui Cesate viene elencata tra le località cui spetta la manutenzione della strata da Bolà (l'odierna statale Varesina) compare come el locho da Cisà[5]

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Storia

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via Dante.
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Via Maggiore (oggi via Carlo Romanò) agli inizi del secolo scorso.

La prima attestazione di Cesate è in un manoscritto del 1210: il Liber Notitiae Sanctorum Mediolani di Goffredo da Bussero, un elenco di informazioni sul territorio dell'Arcidiocesi di Milano. Nel manoscritto risulta che Cesate (che compare come Cixate) fosse sede di due o di tre edifici di culto. All'epoca non era un comune autonomo ma era sotto la completa giurisdizione, religiosa e civile, di Bollate.

La tradizione vuole che nel 1159, durante la sua discesa in Italia per sconfiggere i comuni lombardi, l'imperatore Federico Barbarossa, accampato a Bollate presso il Cantun Sciatin, sia transitato per il paese e si sia seduto su una lastra di pietra chiamata panchetta, oggi conservata nella biblioteca civica. Nonostante il soggiorno dell'imperatore svevo a Bollate sia attestato (il bollatese apparteneva al conte della Martesana, ghibellino) non ci sono prove di questo suo transito a Cesate.

Tra il XV e il XVI secolo Cesate appartenne al contado di Desio, nell'ambito del Ducato di Milano. Dal 1500 al 1580 il contado fu infeudato alla famiglia Rho, per poi essere venduto alla famiglia spagnola dei Manriquez de Mendoza y Lara.

L'11 dicembre 1715 il conte di Desio Giovanni Manriquez de Mendoza vendette i centri abitati di Cesate e Pertusella al nobile Francesco Gozzi da Casalmaggiore. Il 9 ottobre 1735 l'imperatore Carlo VI d'Asburgo li elevò a marchesato, il Gozzi divenne quindi il primo marchese di Cesate e Pertusella.

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via dei Martiri.

Con l'occupazione francese della Lombardia nel 1797 i feudi furono soppressi e sostituiti dai distretti, organizzati in dipartimenti secondo il modello francese. Il comune di Cesate faceva allora parte del distretto di Bollate nel Dipartimento d'Olona. Nel 1809, nell'ambito della riorganizzazione amministrativa del Regno italico, il comune di Cesate venne soppresso e aggregato a quello di Garbagnate Milanese (assieme ad Arese e a Castellazzo) con regio decreto di Napoleone.

Cesate riacquistò la sua autonomia nel 1815 con il Regno Lombardo-Veneto.

Nel 1908 il conte di Verbania Alessandro Poss aprì l'omonimo cotonificio a Cesate, trasformando l'economia cittadina da prettamente agricola a industriale.

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La processione in piazza IV Novembre per il centenario della traslazione da Como del crocifisso miracoloso nel 1927

Dal 1919 Cesate si dimostrò fin da subito una roccaforte elettorale del Partito popolare italiano di don Sturzo (precursore della DC). Quando, alle elezioni politiche del 1924, a Cesate vinse il PPI le camicie nere di Musocco decisero di intraprendere un'azione punitiva attaccando il locale circolo cattolico "Sant'Alessandro" e causando la morte di una persona.

La vocazione antifascista dei cesatesi ebbe il proprio ruolo anche durante la seconda guerra mondiale quando a Cesate si andò a formare un ampio gruppo partigiano. Cesate era allora sotto la giurisdizione della 183ª Brigata Garibaldi (comunista) e della 16ª Brigata del Popolo (cattolica). Il paese fu teatro, nel novembre del 1944, di una retata delle Brigate nere di Bollate volta a sgominare la presenza partigiana nella zona. I partigiani riconosciuti furono radunati nella Curt Noeva e da lì trasferiti prima a Milano, poi a Bolzano e infine al campo di concentramento di Mauthausen, dove dal 1971 è presente una targa a ricordarli.[senza fonte]

Simboli

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Lo stemma di Cesate

Lo stemma e il gonfalone sono stati concessi con regio decreto del 3 giugno 1937.[6]

«Campo di cielo, ad un albero verdeggiante fondato sulla pianura erbosa, accostato da due zampe d'aquila affrontate e recise d'argento. Ornamenti esteriori da Comune.»

La composizione dello stemma con l'albero e il prato si rifà all'aspetto naturalistico del territorio comunale ricco di prati, boschi e brughiere. La figura delle due zampe di aquila è tratta dallo stemma della famiglia de Cixate, riprodotto nello Stemmario Trivulziano (di rosso, a due artigli alati d'argento, armati di nero, quello di destra rivoltato).[7][8] Fino al 2013 nello stemma era presente un capo di rosso porpora con un ramo d'ulivo e uno di quercia[9] che un tempo circondavano il fascio littorio, residuo del capo del littorio, ornamento obbligatorio di tutti gli stemmi di enti pubblici italiani fino alla caduta del Fascismo.

Il gonfalone è un drappo di azzurro.

Onorificenze

Medaglia d'argento al merito civile - nastrino per uniforme ordinaria
«Per i deportati nei campi di concentramento nazisti»

Il 25 aprile 1991 il presidente della Repubblica Francesco Cossiga ha insignito il comune di Cesate della medaglia d'argento al merito civile, per il suo essere stato un attivo centro della Resistenza durante la Seconda guerra mondiale.

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Monumenti e luoghi d'interesse

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Architetture religiose

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Chiesa di San Francesco d'Assisi
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Interno della parrocchiale dedicata ai Santi Alessandro e Martino, prima dei lavori di adeguamento liturgico.

Chiesa dei Santi Alessandro e Martino

La chiesa parrocchiale dei santi Alessandro martire e Martino vescovo è la chiesa più importante del paese. I lavori iniziarono nel 1619 nel sito di una precedente chiesa per concludersi nel 1793, sotto il parroco Giovanni Resnati; successivamente nel corso degli anni furono effettuate altre migliorie che ne modificarono molto l'aspetto e la grandezza. Nel 1927 fu costruita la grande scalinata monumentale.[10]

Al suo interno sono custodite le reliquie di alcuni santi arcivescovi milanesi e alcune tele del Beghé. Sulle pareti del presbiterio ci sono due grandi affreschi raffiguranti il martirio di Sant'Alessandro (parete sinistra) e San Martino che taglia il mantello per darlo al povero (parete destra). Nell'abside sono rappresentati invece i due santi patroni di Milano: San Carlo Borromeo e Sant'Ambrogio. In una cappella laterale è custodito un crocifisso ligneo del Quattrocento traslato da Como nel 1827.

Chiesa di Santa Maria delle Grazie

Santuario mariano di pianta quadrata eretto agli inizi del XVII secolo in piazza IV novembre al posto di una precedente chiesa.

Al suo interno è custodita la pala d'altare con la Vergine Maria e il preziosissimo affresco della Madonna del Latte (riconducibile a un discepolo di Bernardino Luini) venerata per secoli dalle madri del luogo.

Nel 1971 vi è stata posta una tela quattrocentesca raffigurante la Madonna con bambino benedicente e i santi Bernardino e Rocco, fino ad allora posta nella Casa Caravaggio.

Dipende dalla Parrocchia dei Santi Alessandro e Martino.

Chiesa di San Francesco d'Assisi

La chiesa di San Francesco d'Assisi si trova nel quartiere INA-Casa, a ridosso della linea ferroviaria. L'edificio fu costruito nel periodo tra il 1957 e il 1958 per servire il nuovo quartiere che si andava a costituire in quella che, fino ad allora, era stata piena campagna. In stile romanico-lombardo, fu progettata dagli architetti Ignazio Gardella e Anna Maria Castelli. Possiede una sola navata, non ha finestre ma riceve luce da alcune fessure a forma di croce scavate nel muro.

La chiesa fu consacrata dall'allora arcivescovo di Milano Giovanni Battista Montini (futuro papa col nome di Paolo VI, oggi venerato come santo dalla Chiesa cattolica) il 26 ottobre 1958, dopo un anno di lavori per la costruzione.[11]

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L'arcivescovo di Milano Giovanni Battista Montini (futuro Papa Paolo VI) arriva al Villaggio INA per consacrare la nuova chiesa di San Francesco il 26 ottobre 1958

All'interno è presente L'Ultima Cena di Alessandro Nastasio, intagliata nel legno, e delle tavole intagliate raffiguranti le quattordici stazioni della Via Crucis.

Altri edifici

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"La Baracca", prima chiesa del Villaggio INA, dedicata a San Giuseppe.

Chiesa di San Rocco. Questa chiesa compare nel resoconto della visita pastorale di Carlo Borromeo, avvenuta a Cesate nel luglio 1573. Non si conosce il luogo esatto in cui sorgesse. Carlo Borromeo, vedendola in rovina, dispose che non si dicesse messa fino a quando non fossero stati eseguiti i suoi ordini di ristrutturazione. Venne abbattuta in seguito.

La Baracca. Piccola cappella in legno, fu la prima chiesa del villaggio INA, divenne chiesa parrocchiale il 1 luglio 1956. Fu costruita alla fine del 1955 e benedetta il 12 febbraio 1956. Fu distrutta da un uragano il 24 giugno 1957, per essere ricostruita sempre in legno e fungere da cappella provvisoria durante i lavori di costruzione della nuova parrocchiale. L'altare maggiore in legno, fabbricato in Pescate, sul quale celebrò messa l'arcivescovo Montini, è stato poi trasportato nella nuova parrocchiale, dov'è ancora oggi.

Architetture civili

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Strada nella zona agricola vicino alla Cascina Selva

Le cascine sono edifici agricoli tipici della campagna rurale milanese. A Cesate ce ne sono due storiche:

Cascina Biscia

Cascina Biscia fu costruita agli inizi del XVIII secolo[12] nella campagna verso Garbagnate per ospitare i lavoratori della cava di laterizi aperta nella zona dal marchese Francesco Gozzi e poi definitivamente chiusa nel 1915. Ai confini del centro urbano, oggi è in parte conurbata con esso (due lati su quattro); prende il nome dal vicino boschetto di castagni.

Cascina Selva

Non si conosce l'esatto periodo di costruzione, avvenuta nel XIX secolo[13]. Situata all'incrocio tra la strada comunale della Selva e la strada Fauda, è ancora separata dal centro abitato.

Altro

Altri monumenti e luoghi di interesse a Cesate sono:

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Società

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Evoluzione demografica

Abitanti censiti[19]

Etnie e minoranze straniere

Al 1º gennaio 2023 gli stranieri residenti a Cesate con regolare permesso di soggiorno erano 1195, pari a circa l'8,4% della popolazione residente. Le nazionalità più rappresentate erano:[20]

  1. Romania, 269
  2. Pakistan, 130
  3. Albania, 90
  4. Marocco, 80
  5. Egitto, 75
  6. Ucraina, 70
  7. Perù, 69
  8. Ecuador, 39
  9. Cina, 37
  10. Senegal, 35

Lingue e dialetti

È diffuso il dialetto milanese nella sua variante locale, influenzato dalla prossimità con la Brianza e Comasco.

Di seguito alcuni modi di dire specificatamente cesatesi:[21]

  • Baciòch: il batacchio della campana, utilizzato come sinonimo di "stupido" o "ingenuo" e come soprannome scherzoso dato agli abitanti di Garbagnate.
  • Bagiaròt o Bagianòt: derivati dal termine bagiana (it. vagina). Il primo utilizzato come sinonimo di "effeminato" e il secondo come sinonimo di "panzone" oppure "fannullone". Sono usati come soprannomi per gli abitanti di Caronno.
  • Leguaràt: la lepre, sinonimo di "persone veloce". Soprannome dei limbiatesi.
  • Campé: il sottoposto del fattore nell'amministrazione fondiara delle Stelline a Cesate, diventato in seguito sinonimo di "spia" o "leccapiedi".
  • Regiù: anziano capo-corte. Nei cortili dove vivevano più famiglie imparentate tra loro era lui (di solito il più anziano) a prendere le decisioni e a provvedere ai bisogni di tutti. Sua moglie era detta Regiura.

L'uso di soprannomi per indicare gli abitanti dei paesi limitrofi fu abbastanza diffuso fino agli anni Cinquanta. Quello dei cesatesi era buscit (it. vitello) oppure boeu (it. bue).[21]

Il dialetto è anche utilizzato per i nomi delle corti nel centro storico. Questi derivano dai nomi propri o dalle caratteristiche dei loro abitanti (Curt dal Picoss "corte del Picozzi", Curt dal Sinell "corte del Sinelli") dalle attività che in essa venivano praticate (es. Curt del Macelar "corte del macellaio", Curt di Torr "corte dei tori", in quanto in essa c'era la stazione di monta delle vacche) o anche da alcune caratteristiche proprie della corte (es. Curt Noeva "corte nuova" o "Curt dal Cereghèt" "corte del caminetto").[21]

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Geografia antropica

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Urbanistica

Fino a metà del XX secolo l'abitato di Cesate si sviluppava unicamente lungo la via Maggiore (strada che cambierà nome in via Vittorio Emanuele e poi, nel dopoguerra, in via Carlo Romanò) e in un paio di strade vicine situate poco più ad est (via dei Martiri, via Caravaggio e via Dante).

Il vero cambiamento fu la costruzione del nuovo quartiere INA-Casa, avvenuta tra il 1952 e il 1958, tra il nucleo del centro storico e la linea ferroviaria. L'individuazione della campagna cesatese come sito adatto alla costruzione fu dettato dalla sua posizione favorevole, trovandosi a nord del Canale Villoresi e vicino a una ferrovia (e quindi facilmente raggiungibile dalla città). Il piano, che prevedeva in origine un centinaio di appartamenti e non un intero villaggio, fu fin da subito osteggiato dal sindaco Giuseppe Picozzi e dai proprietari terrieri che rifiutarono le offerte avanzate dall'INA per l'acquisto. Dopo vari ricorsi e l'invio fallimentare di una delegazione cesatese a Roma, l'ostilità verso il progetto fu superata con l'esproprio dei terreni grazie a un decreto dell'allora prefetto di Milano.
ll quartiere INA fu così costruito, seguito poi dal quartiere Alfa-Romeo (costruito sempre dall'INA-Casa nei primi anni 60, tra la linea ferroviaria e il Rione Biscia) e dal "condominio Stazione" (costruito all'inizio della via Italia ma a est delle FNM).[21]

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Il quartiere INA-Casa appena ultimato, sullo sfondo Cesate Vecchio
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La linea ferroviaria Milano-Saronno nel 1990, appena ultimati i lavori di raddoppio. Si nota il nuovo sottopassaggio in sostituzione del passaggio a livello di via Italia

Altra espansione del centro abitato, dopo un decennio, avvenne negli anni 1990-2000, grazie anche all'attivazione del quadruplicamento della linea Milano-Saronno (iniziato nel 1985 proprio a Cesate[22]) che rese il paese meglio collegato al capoluogo regionale e all'Aeroporto di Milano-Malpensa (collegamento Malpensa Express).

Località e frazioni

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La Cascina Selva

Lo statuto comunale non riconosce l'esistenza di frazioni nel territorio.

L'ISTAT riconosce però le località abitate di Cascina Selva e Resegone-San Primo, (entrambe situate nell'area agricola tra Cesate e Solaro) e di Cascina Biscia (area del centro urbano situata a sud delle Ferrovie Nord e sviluppatasi attorno all'antica cascina omonima e alle vie Manzoni e Leopardi).

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Località agricola Bulòn, tra Cesate e Solaro, vista lungo la strada vecchia per Solaro (oggi solo un sentiero)

Esistono anche alcuni toponimi storici che fanno riferimento a luoghi (non località abitate) situati nelle aree agricole oppure nella pineta. Queste località sono: Bulòn, Campèl, Lazzaretto, San Pietro, Campo al Frate e I Ronchi (agricole) e Accampamento, Baraggia, Casa Romagna, Riservino, Tozza, Fontane, Manuèl, Brughiere del Laghetto e Brughiere del Nirone (nei boschi)

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Infrastrutture e trasporti

Ferrovie

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La nuova stazione delle Ferrovie Nord Milano, inaugurata nel 1988
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La vecchia stazione in via Venezia, davanti alle scuole.

Sul territorio comunale è ubicata la stazione di Cesate gestita da FerrovieNord (società del gruppo FNM), posta sulla ferrovia Milano-Saronno.

Autolinee

Il comune è attraversato da diverse autolinee che lo collegano ai comuni limitrofi.

Amministrazione

Ulteriori informazioni Periodo, Primo cittadino ...
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Sport

Calcio

Le squadre di calcio paesane sono S.C. United, P.O. Cesatese.[senza fonte]

Note

Bibliografia

Altri progetti

Collegamenti esterni

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