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Santuario della Madonna delle Grazie (Monza)
edificio religioso di Monza Da Wikipedia, l'enciclopedia libera
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Il Santuario della Madonna delle Grazie è un luogo di culto di Monza, in via Montecassino 18.

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Storia
Riepilogo
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In origine esisteva nell'area dell'attuale chiesa dal 1131 una cappella dedicata alla Vergine, eretta dai fratelli Eriberto e Bertarido Aliprandi, esuli umbri, sul sepolcro del loro padre, Rodolfo[1].
- Iscrizione sepolcrale del 1131 presente un tempo a Monza nella chiesa di Santa Maria delle Grazie
- Genealogia del casato degli Aliprandi Fanzago dove figurano i fratelli Eriberto (Ariberto) e Bertarido (Bertario) Aliprandi e discendenti
La chiesa e l'attiguo convento furono costruiti tra il 1463 e il 1467 (secondo lo storico Antonio Francesco Frisi), anno in cui vi si stabilirono i frati minori. Un'antica iscrizione conferma la data e che il merito della costruzione risale al padre Damiano da Padova.
Il complesso sorge sulla riva sinistra del fiume Lambro, a monte rispetto al centro cittadino, presso il punto in cui il fiume esce dal parco di Monza.
La chiesa è preceduta da un porticato sorretto da quattro colonne a lato del quale è la porta del convento. L'interno è a tre navate. Sull'altare maggiore è esposta la venerata immagine della Vergine. All'esterno, sul fianco meridionale, un ampio cortile quadrato delimitato dalle edicole in cotto della Via Crucis, opera dello scultore Dante Ruffini.
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Curiosità

Benché alcune fonti[2] affermino che questo fu il convento dove si fermarano Agnese e Lucia, i personaggi del celeberrimo romanzo I promessi sposi, è ormai riconosciuto che il famoso convento dei frati Cappuccini si trovasse in altro luogo. A Monza si può ancora ammirare parte dell'antico convento[3], costruito nel 1530, nell'attuale via Marsala 44, angolo via A. Mauri. Il convento fu ampliato nel 1611 e successivamente venduto e trasformato in villa privata. La città di Monza vi ha posto una targa per farne perdurare la memoria.
In questo santuario sostarono a pregare Gian Paolo Osio, suor Benedetta Omati e suor Ottavia Ricci[4], le due monache complici scomode in fuga dal convento di Santa Margherita di Monza per evitare l'arresto dopo quello avvenuto di suor Virginia de Leyva, personaggio storico romanzato ne I promessi sposi[5].
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Note
Voci correlate
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Collegamenti esterni
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