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Cocconato
comune italiano Da Wikipedia, l'enciclopedia libera
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Cocconato (Coconà [kʊkʊˈna] in piemontese, Cocnà [kʊkˈna] in dialetto monferrino) è un comune italiano di 1 420 abitanti[1] della provincia di Asti in Piemonte.
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Storia
Riepilogo
Prospettiva
Cocconato è stata nel medioevo il centro principale della famiglia comitale dei Radicati di origine manfredinga[4] e sede di un feudo imperiale sino al 1586. Soggetta per diversi secoli alla diocesi di Vercelli, oggi è parte della diocesi di Casale Monferrato.
Presso il territorio del comune di Cocconato durante la seconda guerra mondiale, tra il 1940 e il 1943, furono internati 70 ebrei non italiani provenienti dall'Est Europa (incluse famiglie con bambini):[5] ciò non significa l'esistenza di un campo di concentramento (come quelli organizzati - dopo l'8 settembre 1943 - dai nazisti o dai repubblichini a Borgo San Dalmazzo, Fossoli, Bolzano, Risiera di San Sabba e altri minori), quanto piuttosto un domicilio coatto paragonabile all'istituto del confino.[6]
Al netto dei continui trasferimenti, 36 risultano i profughi presenti a Cocconato nell'estate 1943. Con l'occupazione tedesca, il gruppo prontamente si disperse. Alla fine tutti gli internati riuscirono a salvarsi (trovando per lo più rifugio in Svizzera)[7] e nessun ebreo, italiano o straniero, fu arrestato a Cocconato.[8]
A Cocconato trovò la morte l'antifascista Giovanni Corvi, arrestato a Sondrio dai repubblichini, poi trasferito a S. Martino di Rosignano in provincia di Alessandria ed infine prelevato dai nazisti e trasferito "verso ignota destinazione", come attesta il suo certificato di morte presente presso il comune di Cocconato e ritrovato dopo lunghe ricerche.
Simboli
Lo stemma e il gonfalone sono stati concessi con decreto del presidente della Repubblica del 19 novembre 1999.[9]
- Stemma
«Di nero, all'aquila d'oro, coronata con corona all'antica dello stesso. Lo scudo è sormontato dalla corona speciale d'oro, formata dal cerchio brunito, cordonato ai margini, coronato da sedici sferette d'oro, nove visibili, sostenute da punte. Sotto lo scudo, su lista bifida svolazzante di nero, il motto, in lettere maiuscole d'oro, Ut vult Deus. Lo scudo è ornato da due fronde di alloro e di quercia, di verde, con le drupe e le ghiande d'oro, decussate in punta e legate dal nastro di rosso.»
Lo stemma comunale si ispira a quello della famiglia Radicati, conti di Cocconato, che portavano uno scudo troncato: al primo di nero, all'aquila d'oro, coronata dello stesso; al secondo d'oro, al castagno sradicato al naturale.
- Gonfalone
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Monumenti e luoghi di interesse

Diversi sono gli edifici di interesse storico, tra i quali:
- Palazzo municipale, risalente al XV secolo, raro esempio di edificio civile in stile Tardo gotico
- Chiesa parrocchiale di origine secentesca, intitolata a Santa Maria della Consolazione
- Chiesa SS. Trinità, all'inizio di via Roma, con relativo porticato coperto
Società
Evoluzione demografica
Abitanti censiti[10]

Tradizioni e folclore

Nell'estate del 1970[11] l'associazione patronale di Cocconato decise di istituire il Palio degli Asini.
Al Palio partecipano i sei borghi di Cocconato: Airali, Brina, Colline Magre, San Carlo, Torre, Tuffo.
Ad essi si aggiunge il confinante paese di Moransengo[11].
Economia
Turismo
Dal 2019 è associato a “I borghi più belli d'Italia”.[12]
Infrastrutture e trasporti

La stazione di Cocconato, attiva fra il 1912 e il 2011, era posta lungo la cessata ferrovia Chivasso-Asti.
Amministrazione
Di seguito è presentata una tabella relativa alle amministrazioni che si sono succedute in questo comune.
Gemellaggi
Altre informazioni amministrative
Cocconato era il capoluogo della comunità collinare Unione Versa Astigiano.
Cocconato, scorcio sul Basso Monferrato
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Note
Bibliografia
Altri progetti
Collegamenti esterni
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