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Prospettiva

Sesta malattia

malattia infettiva pediatrica Da Wikipedia, l'enciclopedia libera

Sesta malattia
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La sesta malattia (chiamata anche roseola, roseola infantum, esantema critico, esantema subitum o febbre dei tre giorni) è una malattia infettiva che si manifesta soprattutto nei bambini tra i 6 mesi ed i due anni di età. La si definisce "sesta" malattia in quanto è considerata come la sesta malattia diagnosticata, in ordine cronologico, che si manifesta tipicamente nell'infanzia dopo morbillo, scarlattina, rosolia, malattia di Dukes (o quarta malattia) ed eritema infettivo (o quinta malattia).

Le informazioni riportate non sono consigli medici e potrebbero non essere accurate. I contenuti hanno solo fine illustrativo e non sostituiscono il parere medico: leggi le avvertenze.
Dati rapidi Specialità, Eziologia ...
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Eziologia

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Herpesvirus umano 6

La sesta malattia è causata dall'Herpes Virus umano di tipo 6B (HHV6B). L'herpes virus di tipo 6A (HHV6A) al contrario non presenta sintomi; gli herpes virus di tipo 6 sono presenti in tutto il mondo e quasi tutta la popolazione umana adulta risulta sieropositiva[1].

Nel 1990 è stato isolato l'Herpes Virus umano di tipo 7 (HHV7), contratto (solitamente tra i 2 e i 5 anni) dal 95% dei bambini[2] senza presentare sintomi o con sintomatologia del tutto sovrapponibile a quella del tipo 6, ma con occasionalmente sintomi influenzali, febbre, vomito, diarrea, basso conteggio dei leucociti,[3] e convulsioni[4].

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Trasmissione

La trasmissione avviene per via rinofaringea, con starnuti o tosse e penetra attraverso le vie aeree superiori o la congiuntiva.

Periodo di incubazione

Circa 9 giorni (da 5 a 15 giorni)[5].

Epidemiologia

Esclusivamente i bambini tra i 6 ed i 18 (max 24) mesi di età. Le infezioni primarie negli adulti sono rare ma possono colpire (e, qualora si presentino, manifestano sintomi più gravi), e le riattivazioni sono solitamente asintomatiche a meno che l'adulto sia immunosoppresso (ad esempio dopo un trapianto di organo, o in presenza di AIDS conclamata).

Contagiosità

Soprattutto durante la fase febbrile della malattia, quindi prima o contemporaneamente alla comparsa delle manifestazioni cutanee.

Sintomi e segni

Riepilogo
Prospettiva

Nella maggior parte dei casi la malattia decorre in forma paucisintomatica. Nei casi clinicamente manifesti si distinguono due periodi:

Periodo pre esantematico (enantema)

Il periodo pre esantematico ha una durata di circa 3-4 giorni, inizia con febbre elevata, in genere sui 39-41 °C, malessere generale, raffreddore, arrossamento del faringe con mal di gola, presenza di piccole vescicole sui pilastri tonsillari, congiuntivite, irritabilità, talvolta vomito o diarrea. Compare inoltre una linfoadenopatia diffusa alle catene occipitali, latero-cervicali e retroauricolari. Talora può rendersi manifesta anche una meningite di lieve entità. Frequente il meningismo con tensione delle fontanelle e con possibili convulsioni febbrili.

Periodo esantematico

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Esantema

Dopo 3-5 giorni, in corrispondenza con la scomparsa della febbre che avviene per crisi, compare un esantema morbilli-rubeoliforme (fini macule-papule) che interessa prima il tronco ed il collo e successivamente si diffonde al viso e alle estremità scomparendo poi rapidamente nell'arco di 24-48 ore senza desquamazione. In alcuni casi irritabilità e nervosismo. Negli ultimi giorni di malattia si possono avere dolori muscolari ed articolari.

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Diagnosi

Si basa sull'osservazione clinica ed entra in diagnosi differenziale con la rosolia per l'aspetto dell'esantema e per il coinvolgimento dei linfonodi cervicali e retro-auricolari. Può essere talora scambiato con il morbillo, una reazione da farmaci (importante l'anamnesi farmacologica), manifestazioni allergiche cutanee, infezioni da Enterovirus e Morbillivirus. Una diagnosi di certezza si stabilisce attraverso l'isolamento dei virus nella saliva o nel sangue oppure attraverso la PCR. A causa della natura benigna della malattia queste costose metodiche non vengono utilizzate.

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Prognosi e complicanze

La prognosi è buona, uniche complicanze le convulsioni in corrispondenza delle puntate febbrili nei bambini predisposti.

Terapia

La terapia è solo di supporto. Una copertura antibiotica blanda va scartata, e comunque considerata utile solo ed esclusivamente nel caso in cui si debbano affrontare eventuali complicazioni all'apparato respiratorio, per scongiurare le quali bastano i normali accorgimenti come evitare le correnti d'aria ed ossigenare l'ambiente. Si somministrano antifebbrili, solo se il bimbo è sintomatico, come paracetamolo orale (in base all'età, distanza minima di somministrazione 3 ore) o sciroppo di ibuprofene (in base al peso, distanza minima di somministrazione 8 ore, 4 ore dal paracetamolo). Idratare il bambino è fondamentale. Se compaiono le convulsioni febbrili non si utilizzano anticonvulsivanti. Se disponibile somministrare diazepam 0.8 mg/kg per via rettale e portare il bambino al pronto soccorso più vicino, per escludere cause non benigne di convulsioni (peraltro rare).

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Note

Bibliografia

Altri progetti

Collegamenti esterni

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