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Figlie di Maria missionarie
istituto religioso femminile della Chiesa Cattolica Da Wikipedia, l'enciclopedia libera
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Le Figlie di Maria Missionarie sono un istituto religioso femminile di diritto pontificio: le suore di questa congregazione pospongono al loro nome la sigla F.M.M.[1]
Storia
Le origini della congregazione risalgono alla pia unione delle Figlie di Maria di Pigna, sodalizio diretto dal sacerdote lombardo Giacinto Bianchi (1835-1914): accogliendo la richiesta del canonico genovese Antonio Belloni di sostegno per l'orfanotrofio di Betlemme, da lui fondato poco prima, Bianchi ne raccomandò le sorti alle Figlie di Maria e l'11 febbraio 1875 sei di loro si ritirarono a vita comune per prepararsi spiritualmente al lavoro in Palestina.[2]
Le suore dovettero presto lasciare l'orfanotrofio e tornare in patria. Prima di morire, Bianchi affidò la direzione della comunità a Eduardo Brettoni, vescovo di Reggio Emilia, sotto la cui guida la congregazione si sviluppò e ottenne il riconoscimento pontificio.[2]
Diffusesi rapidamente in varie località d'Italia, nel 1952 le suore si stabilirono anche in Brasile, dove fu aperto un noviziato.[2]
La congregazione ricevette il pontificio decreto di lode il 1º maggio 1934 e l'approvazione definitiva dalla Santa Sede il 26 gennaio 1942.[2]
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Attività e diffusione
La finalità dell'istituto sono quelle di aiutare i missionari nella loro opera di evangelizzazione e di curare l'istruzione e l'educazione cristiana della gioventù.[2]
Oltre che in Italia, le suore sono presenti in Africa (Repubblica Centrafricana, Costa d'Avorio) e nelle Americhe (Brasile, Ecuador);[3] la sede generalizia è a Roma.[1]
Alla fine del 2008 la congregazione contava 124 religiose in 22 case.[1]
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Note
Bibliografia
Collegamenti esterni
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