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architetto e ingegnere italiano (1881-1950) Da Wikipedia, l'enciclopedia libera
Francesco Fichera (Catania, 16 giugno 1881 – Catania, 14 agosto 1950) è stato un architetto e ingegnere italiano.
Figlio dell'ingegnere Filadelfo Fichera, autore, tra l'altro, del Giardino Bellini di Catania, conseguì la laurea in Ingegneria alla “Regia Scuola di Applicazione per ingegneri” di Roma nel 1904 e, due anni dopo, in Architettura presso l'Accademia delle Belle Arti di Palermo. Allievo di Ernesto Basile, fu assistente di quest'ultimo alla Cattedra di Architettura della “Regia Scuola di Ingegneria di Palermo”. Successivamente, a partire dal 1914 insegnò presso l'Università di Catania dove fu docente Straordinario, e poi Ordinario, della Cattedra di Disegno d'Ornato e Architettura Elementare della Facoltà di Scienze Fisiche, Matematiche e Naturali. Dal 1925 fu accademico di San Luca.
All'attività didattica affiancò lo studio dell'architettura con i suoi scritti, in particolare, su Luigi Vanvitelli e Giovanni Battista Vaccarini. «L'opera storica del F. non è mai superficialmente esegetica o limitata allo stretto campo architettonico: contiene vaste risonanze e profonde connessioni con attitudini critiche più generali; si esprime con uno stile letterario assai colorito e caratteristico», (Marcello Piacentini, 1939). Si dedicò, inoltre, alla libera professione con la realizzazione di numerose opere pubbliche e private per una clientela alto-borghese. Della sua architettura ancora Piacentini scrisse: «ricerca di espressioni sintetiche, chiarezza e potenza di pensiero, raccolte in semplicità di forme; impostazione della composizione nella planimetria; espressività attraverso le masse, i rapporti di vuoto e pieno, il chiaroscuro» (1931, p. XI). Il suo stile, infatti, necessita di un puntuale inquadramento poiché soggetto a sperimentazioni e interpretazioni da parte dello stesso architetto durante il corso della propria vicenda professionale. Questa prende le mosse dal liberty, compreso durante l'apprendistato a Palermo presso il Basile (cfr. villa Miranda a Catania, con torretta neonormanna). La formazione basiliana costituì il punto di partenza della parabola evolutiva del Fichera, nella quale ebbero un importante ruolo anche i lunghi studi sul barocco siciliano. Nella sua architettura si coglie, infatti, «un uso mescolato di sistemi appartenenti a diversi periodi storici, una rilettura anche spregiudicata della tradizione». Staccatosi dallo stile floreale, si avvicinò all'art decò (cfr. Casa sulla lava in Catania), comprendendo e sperimentando altresì la secessione viennese e, quindi la scuola di Otto Wagner e Josef Hoffman (cfr. villa Majorana in Catania, con torretta esagonale). Ancora in seguito, entrò in contatto con Marcello Piacentini e la sua scuola romana, condividendone un importante percorso professionale e partecipando alla Esposizione Internazionale di Architettura Moderna in Budapest del 1931. È la fase del confronto e della sperimentazione del Razionalismo (cfr. villa Gina a Nicolosi, con richiami orientali, decò e alla secessione). Nel 1930, nell'ambito della disputa a livello nazionale sull'architettura moderna, il Fichera entrò in contrasto con i razionalisti attraverso la pubblicazione di articoli reciproci su Il Giornale d'Italia. In particolare, tre suoi progetti – un Arco di Trionfo ai Caduti di Palermo, ed i realizzati Garage Musmeci e Palazzo delle Poste di Catania – furono inseriti nel provocatorio "Tavolo degli Orrori", allestito a Roma nel 1931, alla Seconda Esposizione di Architettura Razionale del MIAR, assieme a progetti di Piacentini ed altri. Ultima sua opera, realizzata postuma, fu il Palazzo di Giustizia di Catania, di impostazione razionalista e con sottili richiami al settecento siciliano. All'epoca si parlò del Fichera come di un "magister ex vivis lapidibus", paragonandolo agli architetti delle cattedrali medievali.
Scrisse per il teatro Acceddi senza nidu (letteralmenti "Uccelli senza nido"), un dramma realizzato per la compagnia di Angelo Musco, che fu rappresentato la prima volta a Milano nell'inverno del 1916.
Il fondo dei progetti del Fichera, consistente di 1338 fogli, è conservato presso il Mu.Ra. Museo della Rappresentazione dell'Università degli Studi di Catania, presso villa Zingali Tetto.
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