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Gran Premio d'Australia 1994

564º Gran Premio valido per il Campionato mondiale di Formula 1 Da Wikipedia, l'enciclopedia libera

Gran Premio d'Australia 1994
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Il Gran Premio d'Australia 1994 fu una gara di Formula 1, disputatasi il 13 novembre 1994 sul Circuito di Adelaide. Fu la sedicesima e ultima prova del mondiale 1994 e vide l'ultima vittoria di Nigel Mansell in Formula 1 che tagliò il traguardo davanti a Gerhard Berger e a Martin Brundle. Il mondiale fu vinto, per la prima volta in carriera, da Michael Schumacher su Benetton-Ford.

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Qualifiche

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Gara

Riepilogo
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Resoconto

Alla partenza, sia Schumacher che Hill riescono a scavalcare Mansell, portandosi quindi in prima e seconda posizione; posizioni mantenute anche dopo il primo pit-stop. Al 35º giro il pilota tedesco va fuori pista alla curva East Terrace, urta il muretto con la gomma anteriore destra e danneggia la sospensione; rientrato in pista, alla curva successiva, chiude la traiettoria al sopraggiungente Damon Hill intento a superarlo, causando un contatto. La vettura di Schumacher si solleva da terra, ricade nella via di fuga e si scontra con un muretto. Il tedesco si ritira, mentre Hill tenta di continuare: raggiunge i box a fatica, ma è costretto al ritiro per via di un grave danno al braccio del quadrilatero della sospensione anteriore sinistra. Schumacher conquista, così, il suo primo titolo mantenendo il distacco di un punto in classifica piloti sul rivale Hill.

A questo punto Mansell è in testa alla gara, seguìto, a pochi secondi, dai ferraristi Berger e Alesi, che, dopo un'astuta strategia dei rifornimenti, riescono a risalire la classifica. Più distanti sono Hakkinen, Barrichello e Brundle rispettivamente in quarta, quinta e sesta posizione. Poco più tardi, Alesi è vittima di una serie di problematiche sfortunate al pit-stop che lo porteranno fuori dalla lotta per la vittoria: rientrerà in pista in nona posizione. All'ultimo pit-stop, invece, Berger riesce a stare davanti a Mansell e tra i due piloti è bagarre. Intanto Hakkinen e Barrichello subiscono penalità per eccessiva velocità nella corsia dei box e ne approfitta Brundle che si porta in terza posizione. Il duello fra Berger e Mansell continua, fino a quando il ferrarista non incappa in una breve uscita di pista che favorisce il sorpasso dell'inglese ai suoi danni. Nel finale, Hakkinen si ritira dopo un violento scontro sulle barriere causato da un problema ai freni. La gara si conclude con la vittoria di Mansell, che conquista così l'ultima delle sue 31 vittorie in carriera e Per il pilota inglese, è il primo successo dal suo ritorno in Formula 1 (non accadeva dal Gran Premio del Portogallo 1992).[1] Berger e Brundle completano il podio davanti a Barrichello, Panis e Alesi (risalito in zona punti).

Al termine della gara e del campionato lo storico Team Lotus, da tempo in crisi di risultati, lasciò la Formula 1 dopo 37 anni, tra l'altro nel peggiore dei modi, con i ritiri di Zanardi e Salo e, per la prima volta nella sua storia, con zero punti conquistati in stagione. Insieme allo storico team britannico abbandonarono la Formula 1 anche la Larrousse e i piloti Michele Alboreto, Paul Belmondo, Franck Lagorce, JJ Lehto e Christian Fittipaldi. Fu l'ultimo Gran Premio commentato dalla storica voce della Rai Mario Poltronieri.

Risultati

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Classifiche

Costruttori

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Decisioni della FIA

Dopo una breve inchiesta, la FIA decide di non prendere provvedimenti per l'incidente tra Michael Schumacher e Damon Hill, in quanto non sono state riscontrate prove di una intenzionalità del pilota tedesco di danneggiare volontariamente il suo rivale.[2]

Polemiche dopo la gara

Riepilogo
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Sono subito esplose accese discussioni sul contatto tra i due protagonisti del Mondiale. Molte sono state le prese di posizione al riguardo: la stampa d’oltremanica non ci sta, parlando apertamente di un furto ai danni di Hill e con titoli eloquenti (“Schumacher campione o furbone?” – “Hill derubato dalla guida sporca di Schumacher“); Sir Frank Williams dice che avrebbe odiato vincere in quel modo, mentre per John Watson è stato un colpo d’esperienza, altro che incidente casuale.

Dall’altra parte della barricata, Schumacher si difende, affermando di non aver causato l’incidente volontariamente:

«Non è stata certamente una bella conclusione, non sono riuscito a controllare la vettura. In quel momento ero così preso dai miei problemi che non ho guardato lo specchietto e quando ho visto sopraggiungere Hill era ormai troppo tardi. Mi avrebbe potuto sorpassare più avanti, sfruttando la situazione.»

Anche la Bild difende a spada tratta il primo campione del mondo tedesco di F1 della storia, bollando come pura invidia le critiche inglesi. Nei giorni successivi sia Hill che Patrick Head accusarono Schumacher di aver causato l'incidente deliberatamente per assicurarsi il mondiale.

Caustico come al solito Flavio Briatore:

«Sicuro che Michael l’ha visto. Ma chi ha perso il Mondiale è Damon. Se avesse visto che Michael era in difficoltà, alzava il piede dall’acceleratore e passava. Per cui non ha meritato il titolo.»
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Note

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