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Gran Premio d'Italia 1995
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Il Gran Premio d'Italia 1995 fu una gara di Formula 1, disputatasi il 10 settembre 1995 sull'Autodromo nazionale di Monza. Fu la dodicesima prova del mondiale 1995 e vide la vittoria di Johnny Herbert su Benetton-Renault, seguito da Mika Häkkinen e da Heinz-Harald Frentzen.
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Qualifiche
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Gara
Riepilogo
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Resoconto
Durante il giro di ricognizione, il poleman Coulthard va largo alla curva Ascari e finisce nella sabbia: riuscirà a riprendere la gara, ma dovrà partire in ultima posizione. Al via, Schumacher è primo e tiene la posizione su Berger e Alesi, che ha passato Hill. Ma all’uscita dell’Ascari c’è molta sabbia lasciata dalla Williams e le vetture di Papis, Montermini, Lamy e Moreno vanno in testacoda. La direzione corsa sospende la gara all’inizio del secondo giro, proprio mentre Berger aveva superato Schumacher: la procedura di partenza si dovrà ripetere e Coulthard può riprendere la sua prima posizione.

Si riparte e stavolta lo scozzese scatta bene e mantiene il comando. Berger passa Schumacher, che sta davanti a Hill, Herbert e Alesi. Il francese però supera Herbert alla Parabolica e si attacca ad Hill; Herbert, nei giri successivi, viene scavalcato anche da Barrichello e Hakkinen. Coulthard cerca di scappare, ma i quattro alle sue spalle riescono a non far aumentare troppo il gap: Berger è vicino, mentre il terzetto Hill-Schumacher-Alesi è a un secondo e mezzo dall'austriaco. Al 13º giro Coulthard perde il posteriore alla Roggia e finisce nella ghiaia: riuscirà a tornare in pista in sesta posizione, ma la sua monoposto è troppo danneggiata ed è costretto al ritiro.
Passa quindi in testa Berger, che spinge per aumentare il distacco dalla coppia composta da Hill e Schumacher: alla 22ª tornata, il suo vantaggio è di circa 4 secondi. Il giro successivo, tuttavia, i due grandi rivali della stagione precedente sono costretti ad abbandonare la corsa: mentre sta doppiando la Footwork di Inoue alla Biassono, Hill ritarda la frenata e tampona Schumacher, ponendo fine alla gara di entrambi; sceso dalla sua Benetton, Schumacher si reca furibondo da Hill rimproverandolo. Adesso a completare il podio, oltre all'austriaco della Ferrari, ci sono il suo compagno di squadra Alesi e Barrichello. Comincia il valzer dei pit stop: Berger è il primo a fermarsi e la sua sosta, durata 16 secondi, lo pone in lotta con Irvine e Blundell, che lo passano. Alesi rientra ai box un giro dopo e riesce a rientrare in pista davanti all'altra "rossa". Herbert, che fino a quel momento viaggiava in quinta posizione, ritarda il pit stop e grazie a questa mossa scavalca Hakkinen e Barrichello.

Ora Alesi è primo, davanti a Berger, Herbert, Hakkinen, alla Jordan di Barrichello e alla Sauber di Frentzen. Alla seconda di Lesmo c’è un brutto incidente per la Minardi di Badoer, che va a sbattere contro il guard rail: fortunatamente, non ci sarà nessuna conseguenza per il pilota. La probabile doppietta Ferrari sfuma al 33º giro, a causa di uno dei ritiri più strani mai visti in Formula 1:[1] a causa delle elevate vibrazioni, dall’alettone posteriore della macchina di Alesi si stacca la camera car poco prima della Roggia, diventando un vero proiettile vagante che va a sbattere sulla sospensione anteriore sinistra della vettura di Berger, tranciandola.[2] A causa di questo incidente la FIA metterà subito mano al regolamento tecnico vietando le telecamere montate su appendici aerodinamiche, spostandole sul corpo vettura. Mentre l'austriaco è costretto al ritiro, la Jordan di Irvine sale in zona punti; l'irlandese però si fermerà 7 tornate più tardi per la rottura del motore, sorte condivisa anche dal compagno di squadra Barrichello tre giri dopo.
Alesi amministra la prima posizione alla luce dei suoi 7 secondi di vantaggio su Herbert, che ha messo tra sé e Hakkinen un gap di tutta sicurezza. Quando mancano 10 giri dalla fine si nota del fumo uscire dalla gomma posteriore destra della Ferrari di Alesi: due giri dopo il francese deve rientrare ai box, dove scoprirà che un cuscinetto è andato in fiamme. È il terzo doppio ritiro per le Rosse nel Gran Premio d'Italia dopo quelli delle edizioni del 1974 e del 1992.[1] Vince quindi il "sopravvissuto" Herbert, che conquista il secondo gran premio della sua carriera; alle sue spalle giunge Hakkinen, che regala il primo podio del 1995 alla McLaren; terzo è Frentzen, al primo podio in carriera. Chiudono la zona punti Blundell, Salo e Bouillon, che negli ultimi giri dà vita a un duello con Papis per ottenere l'ultimo piazzamento a punti.
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Classifiche Mondiali
Piloti
Costruttori
- Vengono indicate solo le prime 5 posizioni.
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