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Hemacandra
letterato, monaco e filosofo indiano Da Wikipedia, l'enciclopedia libera
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Ācārya Hemacandra, o Hemachandra, o Somachandr, pseudonimi di Chandradeva o Changadev (Dhandhuka, 1088 – Patan, 1173), è stato un letterato, monaco giainista e filosofo indiano.

Biografia
Riepilogo
Prospettiva

Hemacandra nacque in un'agiata famiglia di mercanti indiana, figlio di un visnuista e di una giainista.[1][2]
Hemacandra fu un monaco appartenente al culto giainista, che all'età di ventuno anni venne ordinato insegnante (Ācārya) della scuola Svetambara.[1][2]
È particolarmente conosciuto ed apprezzato per la sua versatilità che lo ha spinto a dedicarsi a molteplici discipline, per le quali, complessivamente, viene ritenuto uno degli intellettuali ed eruditi più importanti del suo Paese,[3] tanto è vero che venne soprannominato sarvajña (onnisciente).[4] Inoltre si fece stimare per la sua generosità, tolleranza e mitezza.[5]
Nell'ambito religioso, Hemacandra compose un voluminoso poema intitolato Triṣaṣṭiśalākāpuruṣacarita ("Gesta dei sessantatré uomini superiori"), incentrato sulla dottrina giainista e sulle biografie degli esponenti più in vista della religione.[6]
Un altro poema significativo fu il Kumârapâlacarita, di genere storico-celebrativo, ma pregnante anche per gli approfondimenti linguistici. In quest'opera Hemacandra descrisse la famiglia reale del Gujarat, che grazie ai suoi insegnamenti aderì al Giainismo e realizzò un prestigioso tempio giainista a Taranga.[3] Hemacandra dal 1125 assunse il ruolo di consigliere del re Kumarapala,[7] e tra le più importanti indicazioni che diede vi furono quella di proibire l'uccisione degli animali e di praticare la dieta vegetariana.[5]
Ma la celebrità di Hemacandra è dovuta soprattutto ai suoi studi di linguistica, culminati con la grammatica Siddhahemacandra, scritta nello stile di Pāṇini e basata sulle ricerche e sulle analisi riguardanti il sanscrito e il pracrito, con il dizionario degli omonimi Anekârthasamgraha, con quello dei sinonimi Abhidhânacintâmani, con quello di genere scientifico Nightantuçesa ruotante intorno alla morfologia e alla fisiologia delle piante,[2] e a vari trattati concernenti le teorie e le pratiche dei versi poetici, tra i quali Chandonuçâsana e Kâvyânuçâsana.[3]
Hemacandra si dimostrò anche un valente filosofo, come evidenziarono le dissertazioni di logica, di morale e di argomenti speculativi.[3]
Infine, ma non per questo meno importanti, Hemacandra scrisse anche trattati politici, come ad esempio Laghvarhannitîçâstra.[3]
Profetizzò la sua morte con un certo anticipo e digiunò nei suoi ultimi giorni, nel pieno rispetto dei riti giainisti.[7][8]
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Note
Bibliografia
Altri progetti
Collegamenti esterni
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