India
stato dell'Asia meridionale Da Wikipedia, l'enciclopedia libera
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L'India (in hindī भारत, Bhārat), ufficialmente Repubblica dell'India (in hindī भारत गणराज्य, Bhārat Gaṇarājya; in inglese Republic of India), è uno Stato federale dell'Asia meridionale, con capitale Nuova Delhi. Esteso su 3287263 km², l'India è il settimo stato al mondo per superficie, mentre con oltre 1 miliardo e 400 milioni di abitanti dal 2023 è lo stato più popoloso del mondo[6][12][13].
India | |
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(HI) सत्यमेव जयते
(IT) La verità sola trionfa | |
In verde scuro i territori controllati dall'India, in verde chiaro i territori rivendicati ma non controllati. | |
Dati amministrativi | |
Nome completo | Repubblica dell’india |
Nome ufficiale | (HI) भारत गणराज्य (EN) Republic of India |
Lingue ufficiali | hindi e inglese[1] (a livello federale) e ventuno lingue a livello dei singoli stati federati[2] |
Capitale | Nuova Delhi (28 513 682 ab. / 2017) |
Politica | |
Forma di governo | Repubblica parlamentare federale[3] |
Presidente della Repubblica | Droupadi Murmu |
Primo ministro | Narendra Modi |
Indipendenza | dal Regno Unito, il 15 agosto 1947[4] |
Proclamazione | 26 gennaio 1950[5] |
Ingresso nell'ONU | 30 ottobre 1945 (membro fondatore come impero anglo-indiano) |
Superficie | |
Totale | 3 287 263 km² (7º) |
% delle acque | 9.6% |
Popolazione | |
Totale | 1 436 840 066[6] ab. (2023 est.) (1º) |
Densità | 464 ab./km² |
Tasso di crescita | 0,99% (2020) |
Nome degli abitanti | Indiani |
Geografia | |
Continente | Asia |
Confini | Pakistan, Cina, Nepal, Bhutan, Bangladesh, Birmania |
Fuso orario | UTC+5:30 |
Economia | |
Valuta | rupia indiana |
PIL (nominale) | 3 534 743[7] milioni di $ (2022) (5º) |
PIL pro capite (nominale) | 2 515[7] $ (2022) (143º) |
PIL (PPA) | 11 745 260[7] milioni di $ (2022) (3º) |
PIL pro capite (PPA) | 8 358[7] $ (2022) (122º) |
ISU (2021) | 0,633 (medio)[8] (131º) |
Fecondità | 2,2 (2020[9][10]) |
Varie | |
Codici ISO 3166 | IN, IND, 356 |
TLD | .in |
Prefisso tel. | +91 |
Sigla autom. | IND |
Lato di guida | Sinistra (↑↓) |
Inno nazionale | Jana Gana Mana[11] |
Festa nazionale | 26 gennaio |
È uno dei 51 Stati che hanno dato vita all'ONU nel 1945. | |
Evoluzione storica | |
Stato precedente | Dominion dell'India Insediamenti francesi in India India portoghese Regno del Sikkim |
È bagnata dall'Oceano Indiano a sud, dal Mar Arabico a ovest e dal Golfo del Bengala a est, possiede una linea costiera che si estende per 7517 km,[14] e confina con il Pakistan a ovest,[15] Cina, Nepal e Bhutan a nord-est, Bangladesh e Myanmar a est. Suoi vicini prossimi, separati dell'Oceano Indiano, sono lo Sri Lanka a sud-est e le Maldive a sud-ovest. Possiede una ricchissima diversità vegetale e animale e numerosi habitat protetti.
Sede della civiltà della valle dell'Indo e regione di rotte commerciali storiche e di vasti imperi, il subcontinente indiano è stato identificato con il suo commercio e la ricchezza culturale per gran parte della sua lunga storia.[16] Quattro grandi religioni del mondo (il buddhismo, l'induismo, il giainismo e il sikhismo) sono nate qui, mentre lo zoroastrismo, l'ebraismo, il cristianesimo e l'islam vi arrivarono entro il I millennio d.C., dando forma nella regione a una grandissima diversità culturale, espressa specialmente dal Sultanato di Delhi, dall'Impero Moghul, dall'Impero di Vijayanagara e dall'Impero Maratha.
Sotto il regno dell'imperatore Aurangzeb, l'India è stata l'economia più forte e produttiva del mondo, valendo un quarto (25%) del PIL mondiale,[17] con un'entrata annuale dieci volte di più dell'Impero francese.[18] Gradualmente annessa alla Compagnia britannica delle Indie orientali dai primi decenni del XVIII secolo e colonizzata dal Regno Unito dalla metà del XIX secolo, l'India è diventata un moderno stato nazionale nel 1947, dopo una lotta per l'indipendenza che è stata caratterizzata da una diffusa resistenza non violenta guidata da Gandhi.
L'India è la quinta più grande economia del mondo in termini nominali e la terza in termini di potere d'acquisto. Riforme economiche hanno trasformato lo stato nella seconda economia a più rapida crescita[19] (è uno dei cinque Paesi a cui ci si riferisce con l'acronimo BRICS).[20] La società indiana è multilingue, multietnica e caratterizzata da uno storico pluralismo religioso. Nonostante ciò, il paese soffre ancora di alti livelli di povertà, analfabetismo (143º) e malnutrizione, oltre ad avere un sistema sociale basato sulle caste ancora influente benché sia stato ufficialmente abolito nel 1947, anno in cui l'India ha ottenuto l'indipendenza.
Il nome India deriva da quello del fiume Indo, dal persiano antico Hindush, a sua volta dal sanscrito Sindhu, la denominazione per il fiume Indo e la sua valle (oggi in Pakistan).[21] Gli antichi Greci si riferivano all'India con il termine India (Ἰνδία) e agli Indiani con il termine Indoi (Ινδοί), il "popolo dell'Indo".[22]
Il termine Hindustan, che in persiano significa "Terra degli indù", storicamente è in riferimento al nord dell'India, ma saltuariamente è usato come sinonimo per l'intero paese.[23]
Nella Costituzione indiana, e anche nell'uso comune di varie lingue indiane, ci si riferisce all'India anche con il nome di Bharat, anch'esso nome ufficiale con pari status.[24] Tale nome fu scelto come nome alternativo per il paese nel 1950.[25] La tradizione vuole che tale nome derivi da un personaggio mitologico, che potrebbe essere Bharata figlio di Dushyanta, o l'omonimo Bharata figlio di Rishabha.[26] Secondo i Purāṇa, testi sacri indù, Bhārata era anche il nome di una tribù indoaria, che i testi fanno risalire al citato Bharata figlio di Dushyanta.[27]
Le più antiche testimonianze note di vita umana in India sono rifugi dell'età della pietra dipinti a Bhimbetka, nel Madhya Pradesh. I primi insediamenti permanenti conosciuti apparvero oltre 9 000 anni fa e si svilupparono gradualmente nella Civiltà della valle dell'Indo,[28] che risale al 3300 a.C. Seguì il periodo vedico, che gettò le fondamenta dell'induismo e di altri aspetti culturali, che caratterizzarono gli albori della società indiana, e si concluse intorno al 500 a.C. A partire dal 550 a.C. si svilupparono nuove forme di aggregazione e sorse in buona parte del paese un discreto numero di regni e repubbliche indipendenti, noti con il nome di Mahajanapada.[29] Il più importante di essi, egemone nelle vaste regioni orientali, sarà il regno del Magadha.
Nel III secolo a.C. la maggior parte dell'Asia meridionale venne unificata sotto la guida dell'Impero Maurya del sovrano Chandragupta Maurya.
Questo vastissimo impero, il primo a unificare quasi l'intero subcontinente indiano, fiorì sotto l'imperatore Ashoka, una delle figure preminenti della storia antica dell'India.[30] L'impresa di unificare un territorio così vasto sarà emulata solo parecchi secoli dopo la caduta dell'Impero Maurya da un altro grande impero: l'Impero Gupta nel III secolo d.C., in un periodo definito come "l'età d'oro dell'India antica".[31][32] In quei secoli vi furono continui contatti commerciali con l'Impero romano.[33] Con la caduta dell'Impero Gupta sorsero nuovi regni, soprattutto nel meridione, dove presero forma nuovi imperi, tra cui i principali furono quello delle dinastie Chalukya, Rashtrakuta, Hoysala, Pallava, Pandya, e Chola. Nell'epoca dei grandi imperi dell'antichità, la scienza, l'ingegneria, l'arte, la letteratura, l'astronomia e la filosofia fiorirono sotto il patrocinio dei vari re e imperatori.
In seguito alle invasioni afghane (o patane) provenienti dall'Asia centrale tra il X e il XII secolo, gran parte del nord India passò sotto il dominio del Sultanato di Delhi prima e, in seguito, del più vasto Impero Moghul. Sotto il regno di Akbar il Grande l'India conobbe un raro periodo di armonia religiosa e di fervore culturale ed economico.[34][35] Durante il suo regno, l'India diventò l'economia più forte del mondo, producendo quasi un quarto del PIL mondiale.[17] Inoltre, l'entrata annuale dell'impero Moghul era dieci volte più alta di quella del coevo Impero francese.[18]
Gli imperatori Moghul estesero gradualmente i loro regni fino a coprire gran parte del subcontinente. Tuttavia diversi regni indigeni, come ad esempio l'Impero di Vijayanagara indù, resistettero, in particolare nel sud, oltre al Regno Ahom nel nord-est.
Dal XVI secolo diversi paesi europei, tra cui Danimarca, Portogallo, Paesi Bassi, Francia e Regno Unito, iniziarono ad arrivare, dapprima come commercianti, ma poi, approfittando delle frizioni tra i vari regni, come potenze coloniali.
Tra il XVII e il XVIII secolo, la supremazia dei Moghul diminuì e l'Impero Maratha divenne la potenza dominante.[36]
Nel 1856 la maggior parte dell'India era sotto il controllo della Compagnia britannica delle Indie orientali.[37]
Grandi carestie ed epidemie caratterizzarono questo periodo:
Tra gli anni '70 e '90 del XIX secolo, quasi quaranta milioni di indiani morirono a causa di carestie successive. Secondo lo storico Niall Ferguson, "ci sono prove evidenti di incompetenza, negligenza e indifferenza nei confronti della situazione degli affamati", ma non c'è alcuna responsabilità diretta: l'amministrazione coloniale è rimasta semplicemente passiva. Al contrario, per il giornalista Johann Hari: "Lungi dal non fare nulla durante la carestia, gli inglesi fecero molto - per peggiorare le cose. Le autorità avrebbero continuato a incoraggiare le esportazioni verso la metropoli senza preoccuparsi dei milioni di morti sul suolo indiano. Anche lo storico e attivista politico Mike Davis sostiene l'idea che "Londra stava mangiando il pane dell'India" durante la carestia. Inoltre, il viceré Robert Bulwer-Lytton vietò l'assistenza agli affamati, che venivano talvolta descritti come "indolenti" o "incompetenti per il lavoro". I giornali delle aree non colpite dalla carestia furono incaricati di parlarne il meno possibile. Secondo Mike Davis, Lord Lytton era guidato dall'idea che "attenendosi all'economia liberale, stava oscuramente aiutando il popolo indiano".[38]
Un anno più tardi, un'insurrezione indipendentistica a livello nazionale, chiamata Rivolta dei Sepoy, ma dagli Indiani ricordata come "Prima guerra di indipendenza indiana", mise in serio pericolo il dominio della struttura britannica, ma alla fine l'insurrezione armata fu stroncata.
Come conseguenza, l'India passò interamente sotto il governo diretto della Corona britannica, come colonia dell'Impero Britannico.
Secondo stime moderne, il bilancio delle vittime della colonizzazione dell'India da parte del Regno Unito si aggira tra i 100 e i 165 milioni, a causa di carestie più frequenti e mortali e dell'impoverimento della popolazione.[39] Il massacro di Amritsar o anche massacro di Jalianwala Bagh è il nome che indica un episodio avvenuto il 13 aprile 1919 ad Amritsar, principale città dello stato indiano del Punjab, allora parte dell'India e quindi dell'Impero britannico. Il generale di brigata Reginald Dyer ordinò alle sue truppe, in parte britanniche e in parte Gurkha, di aprire il fuoco sulla folla che assisteva a un comizio in un'angusta piazzetta della città, causando, secondo la successiva commissione d'inchiesta, 379 morti e circa 1 200 feriti.[40] La manifestazione venne considerata una provocatoria violazione della legge marziale, instaurata pochi giorni prima a seguito di alcuni atti contro i britannici. Inoltre, Dyer non ritenne di sparare alcun colpo di avvertimento affinché la folla si disperdesse.
Nella prima metà del XX secolo fu proclamata una lotta per l'indipendenza a livello nazionale dal Congresso Nazionale Indiano e da altre organizzazioni politiche. In seguito iniziarono anche i sacrifici[non chiaro] dei Sikh, il più noto dei quali fu Bhagat Singh, che giocarono un importante ruolo nella cacciata dei Britannici.
Negli anni venti e anni trenta, con il movimento guidato dal Mahatma Gandhi, milioni di persone furono impegnate in una campagna di disobbedienza civile di massa.[41] Il 15 agosto 1947 l'India ottenne l'indipendenza dal Regno Unito, ma fu divisa in due governi indipendenti tra il Dominion dell'India e il Dominion del Pakistan, in conformità con la volontà della Lega Musulmana Panindiana,[42] ben vista anche da una parte cospicua del nazionalismo espresso dalla componente hindu. Tre anni più tardi, il 26 gennaio 1950, l'India divenne una repubblica ed entrò in vigore una nuova costituzione.[43]
Dopo l'indipendenza scoppiarono lotte di religione fra le caste (abolite ufficialmente da Gandhi, ma di fatto in buona parte sopravvissute nel vissuto quotidiano), e insurrezioni in varie parti del Paese, arginate grazie alla sostanziale tolleranza culturale indiana e alle intelligenti riforme costituzionali, ispirate dal pensiero gandhiano e realizzate dal governo del discepolo del Mahatma, il Pandit Nehru.
L'India è un membro fondatore del Movimento dei paesi non allineati (dal 1961) e delle Nazioni Unite (all'epoca come facente parte dell'India britannica).
Il 26 marzo 1973 vide la nascita un movimento per la salvaguardia e la conservazione della foresta, noto come "Movimento Chipko" (abbraccia-alberi poi diffusosi nel mondo), ispirato al metodo gandhiano del Satyagraha.
Nel 1974 l'India ha condotto un test nucleare sotterraneo,[44] a cui hanno fatto seguito altri cinque test nel 1998, divenendo una potenza dotata di bomba atomica.[44] A partire dal 1991, importanti riforme economiche hanno trasformato l'India in uno dei paesi con tassi di crescita economica fra i più alti del mondo,[45] che ha contribuito, sia a livello regionale sia generale, ad aumentarne il peso politico,[46] malgrado la pesante sopravvivenza di gravi disparità sociali ed economiche, specialmente espresse dall'irrisolto confronto tra città e campagne.
Nel 1975, la premier Indira Gandhi dichiarò uno stato di emergenza interna, dopo essere stata coinvolta in uno scandalo di corruzione e incriminata per l'uso improprio dell'apparato governativo per la sua campagna elettorale. Invece di adempiere all'ordine dell'Alta corte di Allahabad di lasciare il suo seggio nel Parlamento indiano, governò con decreti fino al 1977. Le proteste guidate da J.P. Narayan, Raj Narain, Satyendra Narayan Sinha e Morarji Desai - che avevano invaso le strade di Delhi vicino al palazzo del Parlamento e alla residenza del Primo ministro, in occasione della sentenza di Allahabad - avevano fornito il pretesto alla signora Gandhi per sospendere le libertà civili. L'opposizione politica fu pesantemente repressa durante l'emergenza: J.P. Narayan, Raj Narain, Morarji Desai, Charan Singh, Jivatram Kripalani, Atal Bihari Vajpayee, L.K. Advani, Satyendra Narayan Sinha e altri leader della protesta furono arrestati. Organizzazioni come il Rashtriya Swayamsevak Sangh, insieme ad alcuni partiti politici dell'opposizione, furono bandite. Quasi due anni dopo, fiduciosa sulle sue possibilità di essere rieletta, Indira Gandhi allentò l'emergenza, rilasciando i dissidenti e annunciando le elezioni.
Nelle successive elezioni, però, Raj Narain e i suoi colleghi vinsero in modo netto (persino nel collegio elettorale del Primo Ministro di Rae Bareli), e per la prima volta si ebbe un governo non espresso dall'Indian National Congress ma dal partito Janata guidato da Atal Bihari Vajpayee. La prevalenza del partito di Indira fu riaffermata alle successive elezioni e si mantenne per un decennio, anche col figlio Rajiv: in seguito si è realizzata una più compiuta alternanza tra le contrapposte forze politiche che competono per il Governo in quella che viene generosamente definita "la più popolosa democrazia al mondo".
L'India ha sospeso[quando?] le controversie territoriali con la Cina, che nel 1962 avevano portato alla guerra sino-indiana, e quelle con il Pakistan, che hanno provocato varie guerre nel 1947, 1965, 1971 e 1999.
Il terrorismo in India costituisce un grave problema: in particolare esso è presente nel Jammu e Kashmir, nel nord-ovest dell'India, dove l'irrisolta questione del Kashmir continua ad avvelenare gli animi dell'India e del Pakistan ma, negli ultimi anni, esso si è presentato anche nelle grandi città, come ad esempio Nuova Delhi e Bombay. Di particolare rilievo sono stati gli attacchi del 2001 al Parlamento indiano e a quello di Jammu e Kashmir.
Geograficamente rappresenta la maggior parte del subcontinente indiano, ed è poggiata sopra la placca indiana, che a sua volta fa parte della placca indo-australiana.[47]
La geografia dell'India odierna deriva da processi geologici iniziati 75 milioni di anni fa, quando il subcontinente indiano, allora parte della sponda meridionale del supercontinente Gondwana, iniziò una deriva in direzione nord-est durata 50 milioni di anni, attraversando tutto l'Oceano Indiano (il quale era ancora in via di formazione).[47] La collisione del subcontinente con la placca euroasiatica e la successiva subduzione sotto di essa, ha dato forma all'Himalaya (che culmina limitatamente al territorio indiano nel Kangchenjunga con i suoi 8 586 metri), la più alta catena montuosa del pianeta, che ora cinge l'India a nord e a nord-est.[47] Negli antichi fondali marini immediatamente a sud delle emergenti cime himalayane, il movimento tettonico creò un vasto avvallamento, che successivamente venne progressivamente riempito con i sedimenti dei fiumi,[48] dando vita all'odierna pianura indo-gangetica.[49] A ovest di questa pianura, separata dai monti Aravalli, si trova il deserto del Thar.[50] La pianura originaria del subcontinente continua a sopravvivere nella parte peninsulare dell'India, nella regione più antica e geologicamente più stabile che si estende dal nord fino ai monti Satpura e Vindhya nell'India centrale. Queste catene corrono parallelamente al Mar Arabico nella costa del Gujarat, e più a sud si trova un ampio territorio che prende il nome di altopiano del Deccan, fiancheggiato a occidente dalle catene costiere dei Ghati occidentali, e a oriente dai Ghati orientali.[51] L'altopiano del Deccan contiene alcune delle rocce indiane di più antica formazione (anche più di un miliardo di anni).
L'India si trova a nord dell'equatore, compresa tra i 6°44' e i 35°30' di latitudine nord e tra i 68°7' e i 97°25' di longitudine est.
La costa indiana si estende per 7517 km di lunghezza; 5423 km dei quali corrono lungo la penisola, mentre 2094 km appartengono alle isole Andamane, Nicobare, e Laccadive. Secondo le carte idrografiche navali dell'India, la costa è costituita per il 43% da spiagge di sabbia, l'11% da rocce e scogliere e il 46% da distese fangose o paludose.
La catena himalayana dà origine a grandi fiumi che attraverso il nord dell'India, tra cui il Gange e il Brahmaputra, e che si gettano nel Golfo del Bengala.[52] Importanti affluenti del Gange includono lo Yamuna e il Kosi, la cui bassa pendenza dei territori che attraversa è causa di disastrose inondazioni ogni anno. I grandi fiumi della penisola comprendono il Godavari, il Mahanadi, il Kaveri, e la Krishna, che si gettano nel Golfo del Bengala;[53] e il Narmada e il Tapti, che si gettano nel Mar Arabico.[54] Tra le più caratteristiche coste indiane si segnalano le paludose Rann di Kutch nell'India occidentale, e il delta alluvionale Sundarbans, condiviso con il vicino Bangladesh.[55] L'India ha due arcipelaghi: le Laccadive, atolli corallini vicino alla costa sud-occidentale e le Andamane e Nicobare, di origine vulcanica situate nel mar delle Andamane.[56]
Il clima indiano è fortemente influenzato dall'Himalaya e dal deserto del Thar, che guida i monsoni. L'Himalaya frena i venti freddi dell'Asia centrale, mantenendo la maggior parte del subcontinente indiano a una temperatura più alta di regioni poste a simili latitudini.[57][58] Il deserto del Thar svolge un ruolo fondamentale per attrarre i venti del monsone estivo, con un alto tasso di umidità, tra giugno e ottobre, che fornisce la maggior parte delle piogge nel corso dell'anno. Quattro grandi raggruppamenti climatici predominano nel paese: tropicale umido, tropicale secco, subtropicale umido, e montano.[59]
Clima alpino | E | (ETh) | |
Subtropicale umido | C | (Cfa) | |
Tropicale umido e secco | A | (Aw) | |
Tropicale umido | A | (Am) | |
Semi-arido | B | (BSh) | |
Arido | B | (BWh) |
L'India comprende una vasta gamma di condizioni meteorologiche e climatiche, fortemente influenzate sia dalla scala geografica, che dalla varietà topografica. Analizzati secondo il sistema Köppen, l'India ospita sei principali sottotipi climatici, che vanno dal desertico a ovest, alpino e glaciale a nord, tropicale umido e tropicale secco delle regioni del sud-ovest e delle isole, al subtropicale, all'arido. Da qui si innestano tutta una serie di microclimi regionali. Il subcontinente ha quattro stagioni: inverno (gennaio e febbraio), estate (da marzo a maggio), la stagione del monsone (da giugno a settembre), e un periodo post-monsone (ottobre-dicembre).
L'unicità geografica e geologica dell'India ne influenza fortemente il clima; questo è particolarmente vero per l'Himalaya e le montagne dell'Hindu Kush che agiscono come un ostacolo ai venti freddi provenienti dall'Asia centrale.[60] Ciò contribuisce a tenere più elevate le temperature rispetto a regioni poste alle stesse latitudini. Pertanto, anche se il Tropico del Cancro (il confine tra aree tropicali e subtropicali) passa attraverso il centro dell'India, l'intero Paese è tendenzialmente considerato come tropicale. Contemporaneamente, il deserto del Thar svolge un ruolo importante nell'attrarre l'umidità dei venti che spirano da sud-ovest carichi del monsone estivo, che tra giugno e ottobre forniscono la maggior parte delle precipitazioni.[60][61]
Un clima tropicale piovoso caratterizza regioni in cui persistono alte temperature, che normalmente non scendono al di sotto dei 18 °C. L'India ospita due sottotipi climatici che rientrano nell'ambito di questo gruppo. Il clima monsonico delle regioni tropicali copre le pianure del sud-ovest lungo la Costa di Malabar, i Ghati occidentali, l'Assam meridionale, le isole Laccadive e le Isole Andamane e Nicobare. La pioggia ha carattere stagionale, in genere al di sopra dei 2000 mm annui. La maggior parte delle precipitazioni si verifica tra maggio e novembre. Il clima tropicale umido e secco è più comune. Significativamente più asciutto delle zone umide tropicali, prevale sulla maggior parte dell'entroterra peninsulare indiano. L'inverno è caratterizzato da periodi di siccità con temperature medie al di sopra dei 18 °C. L'estate è eccezionalmente calda con temperature che possono superare i 50 °C nel mese di maggio, e con ondate di calore che annualmente uccidono centinaia di indiani. La stagione delle piogge dura da giugno a settembre; le precipitazioni annue medie sono nell'ordine dei 750-1500 mm.
Un clima tropicale arido e semi-arido predomina in ampie regioni a sud del Tropico del Cancro e ad est dei Ghati occidentali, tra Karnataka, Tamil Nadu, Andhra Pradesh occidentale, e Maharashtra centrale, dove le precipitazioni sono tra i 400 e i 750 millimetri all'anno. Dicembre è il mese più freddo, con temperature ancora tra i 20-24 °C. I mesi tra marzo e maggio sono caldi e asciutti; la media mensile delle temperature è di 32 °C.
La maggior parte delle regioni settentrionali e del nord-est dell'India è soggetta a un clima subtropicale-umido. Anche se presenta estati calde, la temperatura nei mesi più freddi può scendere sino a 0 °C. A causa delle ampie piogge monsoniche, l'India ha un solo sottotipo di questo clima, il CFA (sotto il sistema Köppen).[62] La maggior parte di questa regione si caratterizza per scarse precipitazioni durante l'inverno. Le precipitazioni annue variano da meno di 1000 mm ad occidente, fino agli oltre 2500 mm delle regioni nord-orientali.
Le regioni settentrionali situate nell'Himalaya sono soggette al clima alpino. Qui la temperatura scende di 5,1 °C ogni mille metri di altitudine (tasso di decadenza adiabatico).[63] L'area situata ad altitudini tra i 1 100 e i 2 300 metri riceve abbondanti piogge, che scendono rapidamente al di sopra di questi limiti. Sopra i 5 000 metri non piove mai: tutte le precipitazioni sono sotto forma di neve.
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Con una popolazione stimata in circa 1,4 miliardi di persone,[65] che rappresenta il 18% della popolazione mondiale, l'India è il primo paese più popoloso del mondo. L'aspettativa di vita è di circa 75 anni, e il tasso di crescita della popolazione dello 0,99% annuo nel 2020. Il rapporto nazionale donne/uomini è pari a 944 donne per 1 000 uomini. Il 65% della popolazione risiede nelle zone rurali. Tuttavia, il tasso di urbanizzazione continua a crescere a causa delle forti migrazioni dalle campagne alle città. Le più grandi città sono Mumbai, Delhi, Bangalore, Calcutta, Chennai, Ahmedabad e Hyderabad.[66]
Secondo il Periodic Labour Force Survey (PLFS)[67] pubblicato a maggio del 2019 dal Ministero delle Statistiche e dell'Attuazione del Programma indiano, il numero di famiglie indiane è stimato a 25,7 crore a fronte di una popolazione totale di 107 (pari al 24%), mentre la famiglia media sarebbe composta da 4,2 membri.[67]
La forza lavoro è stimata in 77,2 crore (pari al 34% della popolazione), dei quali il 25% ha un salario o stipendio stabile e regolare, il 24,9% svolge lavori saltuari e il restante 52,2% svolge un lavoro autonomo.
In quest'ultima categoria, 11,6 crore sono maschi e 3,7 femmine delle aree rurali, rispettivamente con un salario medio mensile di 8 955 e 4 955 rupie. Malgrado un tasso d'istruzione secondaria similare, i due gap occupazionale e retributivo fra i due sessi restano elevati anche nei centri urbani, nei quali trova impiego un numero di maschi e di femmine rispettivamente pari a 3,3 e a 0,76 crore, associati a un reddito mensile medio di 16 067 rupie e 6 994 rupie.[67]
Il rapporto fra maschi e femmine è quasi paritario (956 a 1 000), laddove circa la metà dei giovani fra i 15 e i 29 di età - di entrambi i sessi e residenti sia nelle zone rurali che nei centri urbani - ha conseguito un titolo di istruzione secondaria.[67]
Tuttavia, il tasso di alfabetizzazione, intesa come capacità di leggere o scrivere un semplice messaggio, presenta un forte divario fra i due sessi: se nelle aree urbane il tasso medio è risultato del 72,2% contro l'86,7% dei centri urbani, lo stesso dato disaggregato per i maschi e le femmine rivela che:
Circa la metà della popolazione maschile e il 15% di quella femminile ha un contratto di lavoro retribuito e coperto dalla previdenza sociale,[68] senza sostanziali differenze fra aree rurali e urbanizzate. Il tasso di occupazione include anche le persone attive nell'agricoltura estensiva e di sussistenza o nella costruzione di abitazioni residenziali, la cui incidenza al 2017-2018 non viene specificata.[68]
Complessivamente, il lavoratore/imprenditore indiano medio guadagna meno di 10 000 rupie al mese e una quota pari al 50% della forza-lavoro è di età uguale o superiore ai 15 anni.[67]
In base ai dati del censimento del 2011, la popolazione indiana è a grande maggioranza di religione induista (79,8%), compresi gli ayyavazhi, che sono considerati una setta induista e sono presenti soprattutto nell'India meridionale; la seconda comunità religiosa della nazione è quella dei musulmani che assommano al 14,23% della popolazione totale dell'India (è la terza comunità musulmana mondiale dopo l'Indonesia e il Pakistan). Sono presenti inoltre altre minoranze religiose: cristiani 2,3%, sikh 1,72%, buddisti 0,7% e poi giainisti e altre comunità religiose (religioni tradizionali tribali, bahá'í, ebrei e parsi).[69]
I musulmani costituiscono la maggioranza nel Jammu e Kashmir e nelle Laccadive, mentre formano grosse minoranze negli Stati di Uttar Pradesh (30 milioni, circa un quinto della popolazione), Bihar (13 milioni e mezzo, un: sesto della popolazione), Bengala Occidentale (un quarto della popolazione), Assam (poco meno di un terzo) e Kerala (un quarto).
I sikh costituiscono la maggioranza in Punjab e formano significative minoranze nel territorio di Delhi (mezzo milione) e nell'Haryana (oltre un milione). I buddisti formano la maggioranza nello Stato del Sikkim e nella regione del Ladakh e sono diffusi tra i paria grazie alle conversioni di massa iniziate dal dr. Ambedkar negli anni cinquanta. I giainisti si trovano soprattutto negli Stati di Rajasthan (650 000), Gujarat (525 000), Maharashtra (1 300 000) e Karnataka (400 000), i parsi sono concentrati a Mumbai.[70]
Gli ebrei, ora molto ridotti, erano presenti storicamente con le comunità di Cochin, del Maharashtra (Bene Israel), di Mumbai (Baghdadi), nel Mizoram (Bnei Menashe, indiani convertiti) e nell'Andhra Pradesh (Bene Ephraim, anch'essi indiani convertiti).
L'India è la seconda entità geografica per diversità culturale, linguistica e genetica dopo l'Africa.[66]
L'India è la patria di due grandi famiglie linguistiche: indoariana (parlata da circa il 74% della popolazione) e dravidica (parlata da circa il 26%). Altre lingue parlate appartengono alle famiglie austroasiatiche e tibeto-birmana.
La Costituzione non riconosce una lingua nazionale, ma diverse lingue ufficiali: l'hindi è lingua ufficiale del governo (art. 343) e da una a tre lingue sono designate come lingue ufficiali dei singoli Stati (art. 345). In India si parlano ben 179 lingue diverse. L'hindi è la lingua più parlata[71] oltre a essere la lingua ufficiale dell'Unione.[72]
L'inglese, che viene ampiamente utilizzato in economia e nelle gestioni aziendali o commerciali, ha lo status di "lingua ufficiale sussidiaria".[73]
La Costituzione riconosce inoltre altre 21 lingue che vengono diffusamente parlate e utilizzate nei documenti pubblici dei vari Stati, fra cui l'assamese (Assam), il bengalese (Bengala Occidentale), il gujarati (Gujarat), il kannada (Karnataka), il malayalam (Kerala), il marathi (Maharashtra), l'oriya (Orissa), il punjabi (Punjab, Haryana), il tamil (Tamil Nadu), il telugu (Andhra Pradesh). Kannada, malayalam, tamil e telugu sono lingue dravidiche, le altre indoarie. Negli Stati di Goa e Daman e Diu si parla il portoghese e nello Stato di Pondicherry si parla francese. Il numero di dialetti in India è di ben 1.652.[74]
La Costituzione dell'India è entrata in vigore il 26 gennaio 1950.[75] Essa consta, in certe edizioni, di quasi 500 pagine. Il preambolo della Costituzione definisce l'India come una repubblica sovrana, socialista, laica, e democratica.[76] Padre della Costituzione Indiana fu B. R. Ambedkar. L'India ha una forma di governo quasi-federale ed è dotata di un parlamento bicamerale plasmato sul modello parlamentare Westminster, con la classica tripartizione dei poteri: legislativo, esecutivo e giudiziario.
Il diritto di cittadinanza è basato sullo ius sanguinis. In altre parole, la cittadinanza può essere chiesta e ottenuta da qualsiasi individuo nato in India da entrambi i genitori indiani, ancorché residente e cittadino di un Paese estero. La cittadinanza viene conferita di diritto a chi è sposato/a con un cittadino indiano che sia residente in India da almeno 7 anni.[77]
La Costituzione e il Citizenship Act del 1955 stabiliscono il divieto della doppia cittadinanza come principio generale dell'ordinamento, ammettendo una deroga per i già cittadini indiani ai quali viene conferita la cittadinanza da parte di uno Stato estero non per richiesta volontaria, ma per effetto delle rispettive leggi nazionali a motivo di nascita, discendenza o annessione territoriale.[78]
Il Presidente dell'India è il capo di Stato, con compiti di mera rappresentanza,[79] eletto indirettamente da un collegio elettorale,[80] con un mandato di cinque anni.[81][82] Il potere esecutivo è esercitato dal Primo Ministro che è il capo del governo.[79] Il Primo Ministro è nominato dal Presidente e, per convenzione, è il candidato sostenuto dal partito o dall'alleanza politica che detiene la maggioranza dei seggi nella Camera bassa del Parlamento.[79] Il governo è composto dal Presidente, dal Vicepresidente, e dal Consiglio dei ministri guidato dal Primo Ministro. Qualsiasi ministro in possesso di un portafoglio deve essere membro di una delle due camere del parlamento.
Il potere legislativo è esercitato dal Parlamento bicamerale, che consiste in una camera alta chiamata Rajya Sabha (Consiglio degli Stati) e in una camera bassa chiamata Lok Sabha (Casa del Popolo).[83] Il Rajya Sabha è un organismo composto da 245 membri in carica sei anni.[84] La maggior parte sono eletti indirettamente dalle legislature degli stati e territori in proporzione alla loro popolazione.[84] 543 membri dei 545 della Lok Sabha sono eletti direttamente dal voto popolare a rappresentanza dei singoli collegi elettorali e restano in carica cinque anni.[84] Gli altri due membri sono nominati dal Presidente della comunità anglo-indiana se, a suo parere, la comunità non sia adeguatamente rappresentata.[84]
Come in tutti i sistemi parlamentari, anche in quello indiano il potere esecutivo è subordinato al potere legislativo, con il Primo Ministro e il suo Consiglio direttamente responsabile, ma solo innanzi alla camera bassa del Parlamento.[85]
L'India ha tre livelli della magistratura: la Corte suprema (presieduta dal Chief Justice of India), 24 Alte Corti (a livello statale) e un gran numero di corti ordinarie.[86] La Corte suprema ha giurisdizione su casi che riguardano diritti fondamentali e controversie tra gli Stati e le autorità federali, e casi di appello delle Alte Corti.[87] È indipendente da ogni altro potere[86] e può sciogliere i governi statali, nonché esprimere giudizi di incostituzionalità sulle leggi statali.[88] Il ruolo di ultimo interprete della Costituzione è una delle funzioni più importanti della Corte suprema.[89]
L'India è una federazione di stati con parlamenti e governi autonomi. Ci sono 28 stati federati e 8 territori, fra cui quello della capitale, Nuova Delhi, e ognuno di essi è suddiviso in distretti;[90] in alcuni stati federati i distretti sono riuniti in divisioni, che rappresentano così il secondo livello amministrativo di questi stati. Nel 1956, lo States Reorganisation Act ha attuato una suddivisione degli stati sul base linguistica.[91] Da ricordare che in alcuni Stati e distretti è in carica un Maragià (Maharaja, "grande re"), tradizionale titolo dei sovrani indiani. Si tratta di una figura con poteri eminentemente rappresentativi e simbolici. Da segnalare altresì la particolarità strutturale dei Territori, sovente caratterizzati da una storia peculiare. Tra questi sono da ricordare Pondicherry, dalla tipica caratterizzazione francese, e le Isole Andamane, popolate in gran parte da bianchi anglosassoni e genti indigene che continuano a vivere secondo usi e costumi risalenti a migliaia di anni fa e tramandati dai loro antenati.
La divisione amministrativa dell'India consiste in:
La maggior parte degli Stati federati segue nei suoi confini le frontiere linguistiche; alcuni di questi sono stati creati nel 2001. Alcune regioni rivendicano invece l'autonomia come nuove entità statali federate.
# | Città | Stato | Popolazione |
---|---|---|---|
1 | Delhi | Delhi | 31 181 377 |
2 | Mumbai | Maharashtra | 20 667 655 |
3 | Calcutta | Bengala Occidentale | 14 974 073 |
4 | Bangalore | Karnataka | 12 764 935 |
5 | Chennai | Tamil Nadu | 11 235 018 |
6 | Hyderabad | Andhra Pradesh | 10 268 653 |
7 | Ahmedabad | Gujarat | 8 253 226 |
8 | Surat | Gujarat | 7 489 742 |
9 | Pune | Maharashtra | 6 807 984 |
10 | Jaipur | Rajasthan | 4 007 505 |
11 | Lucknow | Uttar Pradesh | 3 764 619 |
12 | Kozhikode | Kerala | 3 742 198 |
13 | Nagpur | Maharashtra | 2 940 487 |
14 | Indore | Madhya Pradesh | 3 113 445 |
15 | Patna | Bihar | 2 481 530 |
22 | Bhopal | Madhya Pradesh | 2 446 882 |
16 | Kanpur | Uttar Pradesh | 3 153 425 |
18 | Ludhiana | Punjab | 1 885 456 |
19 | Agra | Uttar Pradesh | 2 261 561 |
20 | Vadodara | Gujarat | 2 232 521 |
Il tasso di alfabetizzazione in India è del 64,8% e risulta 53,7% per le donne e 75,3% per gli uomini. Lo Stato del Kerala ha il più alto tasso di alfabetizzazione (91%); Bihar il più basso (47%). Si stima che la spesa per l'educazione sia nell'ordine del 3,2% del PIL. Ci sono sostanzialmente quattro fasi della formazione scolastica in India, ossia "primaria", "primaria superiore", "secondaria" e "secondaria superiore" (o "scuola superiore"). Nel complesso il ciclo scolastico dura 12 anni, in seguito al "modello 10+2". Tuttavia vi sono notevoli differenze tra i vari Stati indiani in termini di modelli organizzativi all'interno di questi primi 10 anni di scolarizzazione. Il governo si è impegnato a garantire l'istruzione elementare universale (primaria e primaria superiore) con un'istruzione per tutti i bambini di età compresa tra 6-14 anni di età. Alla scuola primaria accedono i bambini di età tra i 6 e gli 11 anni, organizzati in classi dalla prima alla quinta. La scuola elementare superiore e secondaria è per gli alunni di età compresa tra gli 11 e 15 anni, organizzati in classi dalla sesta alla decima, e la scuola secondaria superiore è per gli studenti di età tra 16 e 17 anni iscritti nelle classi tra l'undicesima e dodicesima. In alcune regioni c'è un concetto aggiuntivo, quello chiamato della scuola "primaria medio/superiore" per le classi tra la sesta e l'ottava. In tali casi le classi nona e decima sono classificate sotto la categoria di scuola superiore. Livelli più elevati del percorso formativo e scolastico in India offrono l'opportunità di specializzazione in un settore e comprendono le scuole tecniche (come Indian Institutes of Technology e Indian Institutes of Information Technology, Design & Manufacturing), e università.
Tra le università del paese ricordiamo l'Università di Calcutta,[93] la prima università moderna in India, fondata il 24 gennaio 1857. Altre università dell'India, istituite nel 1857, sono l'Università di Madras e l'Università di Mumbai,
Tra le più importanti università indiane ricordiamo anche l'Università di Delhi, fondata nel 1922.
Secondo stime del 2008, la speranza di vita in India è di 69,5 anni, 67 per gli uomini e 72 per le donne. La mortalità infantile è di 46 ogni 1 000 bambini nati. Si calcola che 5,1 milioni di persone convivano con l'AIDS, malattia che nel 2001 ha causato 301 000 decessi.
I servizi sanitari sono responsabilità dei singoli stati indiani. La costituzione delega agli stati "l'aumento del livello di nutrizione e del tenore di vita della propria popolazione e il miglioramento della salute pubblica in quanto tra i suoi doveri primari". Vi è inoltre una politica sanitaria nazionale, approvata dal Parlamento nel 1983.
Gli sforzi del governo centrale sono concentrati su piani quinquennali, su una pianificazione coordinata con gli Stati e nel finanziamento dei principali programmi sanitari. La spesa sanitaria è congiuntamente condivisa dal governo centrale e dai governi dei singoli stati. A livello centrale la sanità è gestita dal Ministero della Salute e benessere familiare, che fornisce sia servizi amministrativi che tecnici e gestisce l'istruzione medica.
Gli sforzi dei vari piani quinquennali si sono concentrati sul miglioramento dello stato di salute della popolazione rurale, su programmi di nutrizione e dell'aumento della fornitura di acqua potabile, sul controllo delle malattie trasmissibili, e sull'attenuazione degli squilibri regionali nella distribuzione delle risorse sanitarie.
Rashtriya Swasthya Bima Yojana[95] (RSBY, nella lingua hindi: राष्ट्रीय स्वास्थ्य बीमा योजना) è il programma governativo di assicurazione sanitaria per le famiglie che vivono al di sotto della soglia di povertà.[96] Il programma è stato avviato nel 2008 sotto la direzione del Ministero del Lavoro e, prima del 2015, è stato trasferito fra le competenze del Ministero della Salute e della Famiglia.[97] Al 2014, garantiva una copertura sanitaria di base a 36 milioni di persone,[98] distribuite nei 25 Stati membri aderenti.[99] Ogni famiglia poteva usufruire di una smart card biometrica munita di fotografia e impronte digitali, la cui registrazione costava 30 ₹ (38 centesimi di Euro) e dava diritto a 30 000 ₹ (375 Euro) annuali spendibili nelle strutture sanitarie accreditate.
La Germania ha promosso la creazione di un sistema sanitario bilaterale, l'Indo-German Social Security Programme, inserito all'interno del patto di cooperazione fra i due Paesi,[100] elogiando l'economicità di un modello sanitario basato su card elettroniche rispetto al costo di gestione dei voucher tedeschi.