cantante e danzatrice statunitense naturalizzata francese Da Wikipedia, l'enciclopedia libera
Joséphine Baker, pseudonimo di Freda Josephine Baker, nata McDonald (Saint Louis, 3 giugno 1906 – Parigi, 12 aprile 1975), è stata una cantante, danzatrice, militare e attivista statunitense naturalizzata francese.
Joséphine Baker | |
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Nazionalità | Stati Uniti Francia |
Genere | Charleston (ballo) Jazz Pop Music-hall Cabaret |
Periodo di attività musicale | 1921 – 1975 |
Etichetta | Odeon, Parlophone, RCA |
Sito ufficiale | |
Joséphine Baker | |
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Etnia | afroamericana |
Dati militari | |
Paese servito | Francia |
Forza armata | Armée de l'Air |
Corpo | Troupes féminines auxiliaires de l'Armée de l'Air française[1] |
Anni di servizio | 1943 - 8 settembre 1945[2] |
Grado | Tenente |
Guerre | Seconda guerra mondiale |
Decorazioni | |
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Di origine afroamericana, è considerata come la prima celebrità nera e tra le più acclamate vedette di Parigi. Ottenne la nazionalità francese nel 1937 e, nel corso della Seconda guerra mondiale, ebbe un ruolo importante nel controspionaggio francese della Francia Libera. Nel 1946 le fu assegnata la medaglia della Resistenza francese. Il 18 agosto 1961, nel parco del castello des Milandes in Dordogna residenza di Joséphine Baker, Charles de Gaulle le conferì la più alta onorificenza dello Stato francese: la Legion d'onore. Insieme a questa le fu anche conferita la Croix de guerre.
In seguito usò la sua grande popolarità nella lotta contro il razzismo e a favore dell'emancipazione dei neri, in particolare sostenendo, negli Stati Uniti, il movimento per i diritti civili. Nel 1963, durante la marcia su Washington per il lavoro e la libertà, fu al fianco di Martin Luther King sul palco del Lincoln Memorial dove tenne un proprio discorso[3].
Nel 2021, a quasi cinquant'anni dalla sua morte, è stata ammessa tramite una sepoltura simbolica al Pantheon di Parigi, diventando la sesta donna e la prima donna di colore a entrare nel "tempio" repubblicano[4].
Nata Freda Josephine McDonald a St. Louis, Josephine Baker crebbe in un quartiere eterogeneo e a basso reddito. A otto anni iniziò a lavorare per aiutare a sostenere la sua famiglia e a dodici anni abbandonò la scuola per lavorare a tempo pieno. A tredici anni Josephine incontrò al Club dove lavorava come cameriera, quello che diventò il suo primo marito[5].
Dopo un'infanzia difficile e il matrimonio all'età di 13 anni, subito naufragato, Freda Josephine Baker abbandonò la famiglia nel 1920. Risparmiando, riuscì ad acquistare il biglietto per assistere agli spettacoli del Boxer Washington Theatre, riservato ai soli neri. Qui maturò il suo amore per il ballo e il canto finché, con grande difficoltà, un giorno riuscì a convincere il direttore del teatro a farle un provino. Iniziò così la carriera di ballerina nei piccoli teatri di Saint Louis. Successivamente prenotò un viaggio di sola andata per New York, dove finì per lavorare come sarta nel backstage per la rivista Shuffle Along. Quando un membro del coro si ammalò, Baker intervenne come sostituta. Dopo il successo dello spettacolo, ottenne un ruolo nel musical di Broadway del 1924 The Chocolate Dandies[6]. Il 2 ottobre 1925 giunse in Europa con la "Revue nègre" al Théâtre des Champs-Élysées, di cui divenne in breve tempo la prima ballerina. La sua bellezza di donna e la sua bravura di artista divennero celeberrime a Parigi, tanto che il teatro registrò costantemente il tutto esaurito. Nei suoi spettacoli e nelle sue canzoni (alcune delle quali, come La canne à sucre, sono molto note) unì il gusto piccante e ricercato del varietà francese al folklore della musica africana.
Vestita solo di un gonnellino di sedici banane (un costume inventato per lei dal costumista austriaco Paul Seltenhammer che sarebbe divenuto inoltre un'icona di inizio Novecento e della vita parigina in particolare), scatenata nel più pazzo charleston (una musica allora ancora sconosciuta in Europa), Josephine Baker incarnò una delle immagini tipiche degli anni 1920. La passionalità delle sue interpretazioni ed il sincero interesse per l'arte popolare le impedirono di cadere nell'esotismo di maniera e suscitarono l'entusiasmo dei parigini per il jazz e le musiche nere. La leggenda narra che più di 1500 uomini chiesero la sua mano[7].
A quell'epoca incontrò Georges Simenon, che divenne suo amante[8].
Dopo una tournée in Europa, Josephine Baker iniziò a rappresentare la revue delle Folies Bergère del 1927 accompagnata da un ghepardo, che terrorizzò l'orchestra e fece fremere di paura il pubblico. Nel 1927 la giovane celebrità si lanciò nella canzone. In questo periodo fu seguita da Giuseppe Abatino, suo impresario e amante per circa dieci anni. Nel 1931 ottenne un indimenticabile successo con la canzone J'ai deux amours, composta da Vincent Scotto.
Alcuni cineasti, come Marc Allégret, le proposero anche qualche ruolo cinematografico. I suoi due principali film furono Zouzou (1934) e La principessa Tam Tam (1935), ma non incontrarono il successo di pubblico sperato. Invece sui palcoscenici del music-hall riuscì a fare ombra alla celebre Mistinguett. La sua tournée del 1936 negli Stati Uniti non incontrò un grande successo. L'America era scettica e le rimproverava di parlare talvolta in francese, o in inglese con accento francese. Rientrata in Europa, ottenne la nazionalità francese nel 1937 sposando Jean Lion, cittadino francese[9]. Il matrimonio durò soltanto due anni. Nello stesso anno pubblicò La conga blicoti, inserita nel 2011 nella colonna sonora del film Midnight in Paris di Woody Allen.
Allo scoppio della Seconda guerra mondiale, Baker divenne probabilmente un agente del controspionaggio[10], tramite Jacques Abtey (capo del controspionaggio militare a Parigi). Per questo motivo, frequentò l'alta società parigina, poi si mobilitò a favore della Croce Rossa[11][12]. Dopo la Campagna di Francia, il 24 novembre 1940 si arruolò nei servizi segreti della Francia libera, sempre avendo come tramite il comandante Abtey, che restò suo ufficiale di collegamento fino alla Liberazione[13], in Francia poi in Africa del nord, dove fu sotto la protezione di Si Ahmed Belbachir.
Durante la guerra si fece carico di missioni importanti, utilizzando i suoi spartiti musicali per celare dei messaggi. In seguito fu ingaggiata dal servizio femminile inquadrato nell'Armée de l'air e sbarcò a Marsiglia nell'ottobre 1944. Alla Liberazione proseguì la sua attività a favore della Croce Rossa e cantò per i soldati al fronte, seguendo con i suoi musicisti il prosieguo della guerra. Al termine del conflitto, raggiunto il grado di capitano, fu decorata con la Legion d'onore da Charles De Gaulle.
Nel 1955 amplificò in Europa l'ondata d'indignazione sollevatasi in America per la morte del giovane afroamericano Emmett Till, seguita dal rilascio dei due assassini, che dopo il giudizio espressero ciniche dichiarazioni, una volta assicuratisi dell'impunità[14]. Il 6 marzo 1960 fu iniziata in massoneria nella loggia La nouvelle Jérusalem appartenente alla Grande Loggia Femminile di Francia[15], ma passò poi nell'Ordine massonico Le Droit Humain[16]. Il 28 agosto 1963, quando Martin Luther King pronunciò il discorso I have a dream durante la marcia su Washington per il lavoro e la libertà, lei fu al suo fianco con l'uniforme dell'aeronautica francese e saranno, insieme a Daisy Bates, le uniche donne a tenere un discorso dal Lincoln Memorial[3].
Quando le difficoltà finanziarie la condussero alla completa rovina, Baker ricevette il sostegno della principessa Grace di Monaco, sua amica e come lei artista di origine americana, che le offrì dapprima un aiuto in denaro e successivamente la possibilità di esibirsi per la Croce Rossa nel Principato di Monaco: questo appoggio permise alla Baker di uscire dalla bancarotta e di acquistare un appartamento in Costa Azzurra, dove trascorse il resto della sua vita.
Nel maggio 1968 fu presente nelle prime file del corteo nella grande manifestazione a sostegno di De Gaulle[17].
Gli anni 1970 segnarono una nuova fase di successo, con spettacoli in tutta Europa e negli Stati Uniti. Dopo una rappresentazione della sua ultima revue a Parigi, l'11 aprile 1975 la Baker fu trovata esanime e morì poche ore dopo per un'emorragia cerebrale.
Freda Josephine McDonald nacque a St. Louis nel Missouri, il 3 giugno 1906.
La madre, Carrie McDonald, era una lavandaia che aveva abbandonato le aspirazioni di divenire una ballerina. Era stata adottata nel 1886 a Little Rock in Arkansas, da Richard ed Elvira McDonald, entrambi ex schiavi di origine afroamericana e amerinda[18].
Il padre, Eddie Carson, era un batterista vaudeville che abbandonò Carrie e Josephine subito dopo la nascita del fratello Richard, avvenuta nel 1907[19]. La madre si sposò in seguito con Arthur Martin, un disoccupato cronico, e da lui ebbe un altro figlio ed altre due figlie[20][21]: Richard, Margaret e Willie Mae[22].
Josephine visse i primi anni della vita nel quartiere di Chestnut Valley di St. Louis, un'area povera adiacente alla Union Station, una zona principalmente costituita da appartamenti sprovvisti di servizi igienici, affittacamere per persone di basso reddito, sale scommesse e bordelli[23]. Era una bambina vestita male, affamata, e, per spirito di sopravvivenza, sviluppò l’astuzia della strada giocando sui binari della vicina stazione[24].
Data l'incapacità del patrigno di sostentare la famiglia, Josephine andò a vivere con la nonna Elvira, fino a quando non fu ella stessa capace di mantenersi con un lavoro proprio[19]. All’età di otto anni, Joséphine iniziò a lavorare come domestica e baby-sitter per alcune famiglie bianche, venendo spesso trattata male[20]. Nonostante questo riuscì, comunque, al tempo stesso, a continuare a frequentare la scuola[19].
Nel 1917, all'età di 11 anni, una terrorizzata Josephine McDonald si trovò ad assistere in prima persona alle violenze razziali di East St. Louis[25][26].
Abbandonò la scuola a 12 anni[27][28] per iniziare a fare la cameriera, l'anno successivo, presso l'Old Chauffeur's Club[20]. A quel tempo, Baker viveva per strada a causa dei disaccordi con sua madre, che non incoraggiava i suoi sogni di diventare un'intrattenitrice[27].
Sposata quattro volte[29], la vita amorosa di Joséphine Baker fu molto tumultuosa. Molti sono stati gli "uomini della sua vita", con i quali si è sposata o ha avuto una relazione duratura:
Joséphine era bisessuale[57]. Anche se sposata con diversi uomini, durante la sua vita ha avuto anche relazioni sentimentali extraconiugali sia con uomini che con donne. Tuttavia, non ha mai rivelato il proprio orientamento sessuale al pubblico[58] .Tra le varie relazioni possono essere citate:
Altre relazioni note sono state quelle con la ballerina Mildred Smallwood[59][61], la cantante jazz Ada "Bricktop" Smith[61] e con la scrittrice Colette[58][59].
Grace Kelly e Joséphine furono legate da una profonda amicizia, che ebbe inizio nel 1951 quando Grace, destinata a diventare una star di Hollywood, non aveva ancora abbracciato il suo futuro ruolo di principessa di Monaco.
Il loro primo incontro fu nell'ottobre del 1951 nei locali del ristorante dello Stork Club di New York, dove Joséphine subì discriminazioni da parte del personale del locale. Assistendo all'ingiustizia, Grace Kelly abbandonò il locale insieme a Joséphine, senza mai tornarvi. Anche dopo il matrimonio di Grace con il Principe Ranieri III, la loro amicizia rimase inalterata[69].
Verso la metà degli anni '60, Joséphine esaurì l'intero patrimonio accumulato negli anni e il Castello des Milandes fu pignorato. In suo soccorso arrivarono Brigitte Bardot che riuscì ad mandarle del denaro attraverso una raccolta fondi[70] mentre la Principessa Grace provò a intercedere presso i creditori. Non riuscendo ad appianare i debiti il Castello fu venduto ma Grace riuscì a metterle a disposizione una villa a Monaco[71]. Riuscì ad ottenere che i figli di Joséphine fossero a carico della Croce Rossa monegasca[69] mentre la stessa Joséphine poté continuare ad esibirsi ai gran galà annuali della Croce Rossa monegasca[72].
Lo spettacolo Joséphine tenutosi a Parigi nel 1975 fu patrocinato dalla Principessa Grace, dal Principe Ranieri III e da Jackie Onassis[69].
Joséphine per proteggersi da potenziali attacchi personali, ha tenuto sempre nascosta al pubblico la propria bisessualità[59]. Nonostante questo e nonostante il suo impegno contro il razzismo, in particolare con la sua partecipazione attiva ad alcune azioni del movimento americano per i diritti civili[43], ha dato prova di omofobia[58] cacciando di casa uno dei suoi figli, Jary, dopo aver scoperto che aveva fatto sesso con un altro ragazzo. Joséphine lo mandò a vivere col padre in Argentina, temendo che con la sua omosessualità potesse "contaminare" gli altri fratelli[43][59].
Il 10 aprile 1975, nel pomeriggio, Joséphine aveva un appuntamento con un giornalista. Lélia Scotto, nipote di Pepito, che in quel periodo alloggiava con Joséphine, andò a svegliarla per l'appuntamento. Joséphine stava dormendo così profondamente che la giovane esitò a disturbarla. Aspettò un po' e poi decise che era scortese far aspettare il giornalista più a lungo. Lélia cercò di svegliarla senza riuscirci perché, circa un'ora prima, verso le 16:00, Joséphine era entrata in coma a causa di un ictus. Fu chiamata un'ambulanza per trasportare Joséphine al Pitié-Salpêtrière, un ospedale nelle vicinanze.
Sia la Principessa Grace che la sorella di Joséphine, Margaret, si precipitarono in ospedale per accertarsi delle condizioni di Joséphine. I medici riferirono che c'era una probabilità del 70 percento che Joséphine potesse essere invalida se avessero eseguito un intervento chirurgico. Margaret si rifiutò di farla operare, sapendo che sua sorella non sarebbe mai stata felice se non avesse potuto camminare o parlare. Joséphine morì in ospedale, sabato 12 aprile, verso le 5:00 del mattino. La Principessa Grace emise una dichiarazione alla stampa, assicurando a tutti coloro che avevano amato Joséphine che gli ultimi anni della stella erano stati felici.
Sul letto dell'hotel dove Joséphine era entrata in coma, c'era una pila di giornali. Pare che prima della morte, Joséphine stava godendo delle entusiastiche recensioni del suo ultimo trionfo. All'età di 21 anni, Joséphine disse a Marcel Sauvage, quello che sarebbe diventato uno dei suoi biografi:
«Ballerò per tutta la vita. Sono nata per ballare, solo per questo. Vivere è ballare. Mi piacerebbe morire senza fiato, esausta, alla fine di una danza.»
Aveva realizzato quell'obiettivo e, anche se il suo certificato di morte come causa indicava "emorragia cerebrale", molte delle persone che la conoscevano bene vollero credere che fosse morta di gioia per il suo ritorno trionfale sul palcoscenico parigino all'età di 69 anni[73].
Il giorno dei suoi funerali, più di 20.000 persone si radunarono lungo le strade di Parigi per assistere al corteo, e il governo francese le rese gli onori con una salva di 21 colpi di cannone, rendendo Baker la prima donna statunitense nella storia a ricevere gli onori militari francesi[20]. Tra le personalità presenti alle esequie, tenutesi alla chiesa della Madeleine, oltre alla cara amica Grace Kelly, furono presenti il ministro della cultura e della comunicazione Michel Guy, il Gran Cancelliere della Legion d'onore generale Alain de Boissieu, e l'attrice italiana Sophia Loren[74]. Anche se Joséphine Baker si era convertita al giudaismo, per tutta la vita aveva mantenuto la fede cattolica tanto che i funerali si svolsero con rito cattolico[49].
Dopo il funerale parigino, Joséphine Baker fu sepolta nel cimitero del Principato di Monaco indossando l'uniforme militare francese con le medaglie ricevute per il suo ruolo nella Resistenza francese[72].
Il 30 novembre 2021 Joséphine Baker è entrata solennemente nel mausoleo del Pantheon di Parigi, fra i grandi di Francia. Il suo cenotafio, contenente una porzione di terra proveniente da Saint Louis, sua città natale, una da Parigi, sua città di adozione, e una dal Principato di Monaco, dove riposano le sue spoglie, è stato accolto dal Presidente della Repubblica francese Emmanuel Macron[75].
Nel 1994 l'Unione Astronomica Internazionale rese omaggio a Joséphine Baker intitolandole un cratere sulla superficie del pianeta Venere: il Cratere Baker[76].
Nel giugno 2006 – a 100 anni dalla nascita – il sindaco di Parigi, Bertrand Delanoë, decise di intitolarle la Piscina Municipale sulla Senna, nel 13º arrondissement, inaugurata il mese successivo.
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