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Nimrud
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Nimrud (in arabo كال?) è il nome, attribuito nell'ottavo secolo dagli Arabi, a un'antica città assira situata a sud di Ninive, sul fiume Tigri.[1] Il nome originale della città era Kalhu o Kalkhu. La città viene nominata anche nella Bibbia con il nome di Calah (Kalakh).
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Storia
La città fu fondata nel XIII secolo a.C. da Salmanassar I e divenne capitale dell'impero assiro verso l'880 a.C. sotto Assurnasirpal II, che vi edificò il proprio palazzo reale, inaugurato secondo le descrizioni nell'860 a.C.[2] Rimase capitale per circa un secolo, fino a quando Sargon II decise di edificare una nuova capitale, Dur-Sharrukin.
Nella propria massima estensione misurava 360 ettari, ma con la caduta dell'impero neo-assiro, attorno al 610 a.C., venne abbandonata.[2]
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Archeologia
La città venne scoperta nel 1820 dall'inglese Claudius James Rich. Austen Henry Layard iniziò gli scavi archeologici dal 1845 al 1847 e dal 1849 fino al 1851; durante queste campagne mise in luce un gran numero di avori. Oltre a questo mise in luce, con metodologie certamente molto datate, due importanti palazzi sul tell principale dell'antica città di Kalkhu: il palazzo Nord Ovest e quello Sud Est. Fra i suoi ritrovamenti più importanti l'obelisco nero e i pesi di leoni assiri, ora al British Museum, di notevole importanza per l'archeologia del Vicino Oriente antico. Nei suoi lavori sono stati descritti una quantità ingente di bassorilievi e sculture, tra cui gli imponenti leoni lamassu che oggi si trovano al British Museum. Nel 1855 i lavori vengono brevemente ripresi da Loftus che portò alla luce i resti di un altro palazzo. Al Loftus si deve anche la stesura di una pianta topografica del sito. Nel 1949, un team guidato da Max Mallowan riprese i lavori.[3] Da allora sono stati portati alla luce avanzi dell'acropoli, delle mura e del palazzo reale.
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Salvaguardia
Dopo che i monumenti di Nimrud sono stati a lungo minacciati dall'esposizione al duro clima iracheno, soprattutto all'erosione della sabbia, principalmente a causa della mancanza di adeguate coperture[4], nel marzo 2015 il ministero iracheno del Turismo e delle Antichità ha denunciato la pressoché completa distruzione del sito archeologico per mano dei miliziani dello Stato Islamico.[5] Nell'aprile proprio lo Stato Islamico ha diffuso il video della sua distruzione.[6] La città è stata liberata dalle truppe irachene nel novembre 2016[7]. Ad una prima ricognizione sembra che ne sia stato distrutto il 95%, in particolare sarebbero stati distrutti o asportati i leoni alati, simili a quelli del British Museum, posti a fianco di una delle porte rimasta in piedi[8].
Note
Bibliografia
Voci correlate
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Collegamenti esterni
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