Labbra serrate

Labbra serrate è un film del 1942 diretto da Mario Mattoli, terza pellicola del ciclo I film che parlano al vostro cuore.

Labbra serrate
Vera Carmi e Fosco Giachetti in una foto di scena del film
Lingua originale	Italiano
Paese di produzione	Italia
Anno	1942
Durata	86 min
Dati tecnici	B/N
Genere	drammatico
Regia	Mario Mattoli
Soggetto	Marcello Marchesi, Steno, Leo Catozzo
Sceneggiatura	Marcello Marchesi, Steno, Leo Catozzo
Produttore	Giulio Manenti
Casa di produzione	Manenti Film
Distribuzione in italiano	Manenti Film
Fotografia	Anchise Brizzi
Montaggio	Fernando Tropea
Musiche	Ezio Carabella
Scenografia	Piero Filippone
Interpreti e personaggi
Annette Bach: contessa Lydia Lasmsky Fosco Giachetti: avvocato Ruggero D'Anzi Vera Carmi: Anna Damiani Andrea Checchi: Carlo Damiani Giulio Donadio: Stefano Damiani Carlo Campanini: avvocato Camillo Pardini Tino Scotti: ragionier Francesco Ugoletti Oliva Egli: Laura Croci/Antonietta Marradi Nino Pavese: direttore del carcere Loris Gizzi: avvocato difensore di Carlo Paolo Ferrara: proprietario della latteria Giulio Panicali: amico di Pardini Patrizia Muriel: domestica di casa Damiani Armando Migliari: commissario Gina Moneta Cinquini: Rosina Carlo Mariotti: usciere corte d'assise Armando Furlai: amico di Pardini Guido Verdiani: portinaio Peppino Spadaro: aiutante avvocato difensore Stefano Sibaldi: amico di Pardini Mario Pucci: medico legale Amalia Pellegrini: domestica di D'Anzi Pasquale Fasciano: spettatore all'incontro di boxe Nino Eller: presidente del tribunale Mario Brizzolari: avvocato di Corte d'Assise
Doppiatori originali
Lydia Simoneschi: contessa Lydia Lasmsky

Trama

Produzione

Distribuzione

Il film venne distribuito nelle sale cinematografiche italiane il 13 novembre 1942.

Accoglienza

Critica

«[...] Di fronte a un soggetto così folto il film non può certo indugiarsi in notazioni, deve seguire la vicenda, illustrarla di tappa in tappa: alternando tocchi accurati a toni che sfiorano il film giallo. Interpretazione attenta, di Andrea Checchi, il migliore di tutti gli interpreti.»

(La Stampa, 14 febbraio 1943^[1])

«È ormai risaputo e ripetuto da tutti che Mattoli è un regista che conosce il mestiere. Parlando di lui si dice che i suoi film sono congegnati con "abile mestiere". Non si parla mai di meriti artistici ma nessuno mette in dubbio la straordinaria abilità del Mattoli nel manipolare i suoi film. [...] ma nonostante sia stato fatto con la solita ricetta commerciale che tira a far colpo sull'ingenuità del grosso pubblico, il film è pesante e inerte [...].»

(Ercole Patti, Il Popolo di Roma, 10 marzo 1943^[2])