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discepola di Gesù e santa Da Wikipedia, l'enciclopedia libera
Maria Maddalena (in ebraico מרים המגדלית?, in greco: Μαρία ἡ Μαγδαληνή, Maria hē Magdalēnē) detta anche Maria di Magdala, secondo il Nuovo Testamento è stata un'importante seguace di Gesù.
Santa Maria Maddalena | |
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Noli me tangere di Giotto. | |
Discepola del Signore | |
Venerata da | Tutte le Chiese che ammettono il culto dei santi |
Santuario principale | Basilica di Santa Maria Maddalena di Saint-Maximin-la-Sainte-Baume, Francia |
Ricorrenza | 22 luglio |
Attributi | Ampolla d'unguento, teschio, crocifisso, flagello |
Patrona di | La Maddalena, Giardinieri, profumieri, guantai, prostitute pentite, penitenti, cartai (Fabriano), parrucchieri, Lanusei, San Marzano Oliveto, Ripatransone, Campo Ligure |
Venerata come santa dalla Chiesa cattolica, che celebra la sua festa il 22 luglio, la sua figura viene descritta, sia nel Nuovo Testamento sia nei Vangeli apocrifi, come una delle più importanti e devote discepole di Gesù.
Fu tra le poche a poter assistere alla crocifissione e – secondo alcuni vangeli – divenne la prima testimone oculare e la prima annunciatrice dell'avvenuta resurrezione.[2]
L'aggettivo "Maddalena" viene accompagnato in qualche passo dei vangeli dalla precisazione "detta": per esempio in Lc 8,2 il testo originale riporta "Μαρία ἡ καλουμένη Μαγδαληνή" (= Maria chiamata Maddalena). In Mc 16,9 questa precisazione non è presente (il testo greco si traduce letteralmente in "Maria Maddalena").
Si è posta così la domanda se il soprannome "Maddalena" indichi che la donna proveniva da Magdala — una piccola cittadina sulla sponda occidentale del Lago di Tiberiade, detto anche "di Genezaret" — o abbia un altro significato.
Anche se molti studiosi ritengono valido il senso di semplice riferimento alla città d'origine,[Nota 1][3] qualcuno ritiene che esso si scontri con problemi oggettivi legati alla toponomastica del I secolo (nelle fonti del I secolo Magdala è citata esclusivamente con il nome greco di Tarichea) e all'identificazione della località, resa difficile dalla presenza di diverse località denominate Magdala e dall'assenza nei testi evangelici di riferimenti precisi che consentano di identificare la città natale di Maria Maddalena.[4]
L'appellativo "Maddalena" potrebbe avere invece una suggestiva valenza simbolica derivata dal termine ebraico/aramaico migdal / magdal =Torre, usato per sottolineare l'importanza di questa donna all'interno della comunità dei discepoli di Gesù. Già San Girolamo adottò questa interpretazione quando, in una sua lettera, scrisse di Maria Maddalena come di colei che «per il suo zelo e per l’ardore della sua fede ricevette il nome di "turrita" ed ebbe il privilegio di vedere Cristo risorto prima degli apostoli».[5]
Maria Maddalena è menzionata nel Vangelo secondo Luca (8:2-3[6]), assieme a Susanna e Giovanna, come una delle donne che «assistevano Gesù con i loro beni». Secondo tale vangelo, esse erano spinte dalla gratitudine (proprio da Maria Maddalena «erano usciti sette demòni») e finanziavano personalmente la missione itinerante del Maestro.
Secondo la tradizione, era una delle tre Marie che accompagnarono Gesù anche nel suo ultimo viaggio a Gerusalemme (Matteo 27:55[7]; Marco 15:40-41[8]; Luca 23:55-56[9]), dove furono testimoni della crocifissione. Maria rimase presente anche alla morte e alla deposizione di Gesù nella tomba per opera di Giuseppe di Arimatea.[Nota 2]
« Stavano presso la croce di Gesù sua madre, la sorella di sua madre, Maria di Cleofa e Maria Maddalena. » ( Gv 19,25, su laparola.net.) |
Fu ancora lei, di primo mattino nel primo giorno della settimana, assieme a Salome e a Maria di Cleofa, la madre di Giacomo il Minore (Matteo 28:1[10], Marco 16:1-2[11] e l'apocrifo Vangelo di Pietro 12), ad andare al sepolcro, portando unguenti per ungere la salma. Le donne trovarono il sepolcro vuoto ed ebbero una "visione di angeli" che annunciavano la risurrezione di Gesù (Mt 28:5[12]).
« Nel giorno dopo il sabato, Maria Maddalena si recò al sepolcro di buon mattino, quand'era ancora buio, e vide che la pietra era stata ribaltata dal sepolcro… Maria Maddalena andò subito ad annunziare ai discepoli: «Ho visto il Signore» e anche ciò che le aveva detto. » ( Gv 20,1;20,18, su laparola.net.) |
Maria Maddalena, in un primo momento corse a raccontare quanto visto a Pietro e agli altri apostoli (Giovanni 20:1-2[13]). Ritornata al sepolcro, si soffermò piangendo davanti alla porta della tomba. Qui il "Signore risorto" le apparve, ma in un primo momento non lo riconobbe. Solo quando venne chiamata per nome fu consapevole di trovarsi davanti Gesù Cristo in persona, e la sua risposta fu nel grido di gioia e devozione, Rabbunì, cioè "maestro buono". Avrebbe voluto trattenerlo, ma Gesù le disse:
« Non mi trattenere, perché non sono ancora salito al Padre mio; ma va' dai miei fratelli e di' loro: Sto ascendendo al Padre mio e al Padre vostro, al Mio Dio e al vostro Dio » ( Gv 20:17, su laparola.net.) |
Divenne così, nel Vangelo secondo Giovanni, la prima annunciatrice della resurrezione e si meritò in seguito il titolo di "apostola degli apostoli" e di "evangelista" in qualità di prima annunciatrice della buona notizia.[14][Nota 3] «Il capitolo 20 di Giovanni, al versetto 17, raggiunge uno dei punti di più difficile comprensione. Ci si trova dinanzi all'ultima tappa del cammino di fede della Maddalena. Ricorre il verbo "attaccarsi", "afferrare", "toccare" (hàpto). Questo termine, col valore di toccare, nei vangeli sinottici, è sempre riferito a Gesù. Egli è colui che tocca, per guarire (cf Mt 8,3; Mc 7,33; Mc 8,22; Lc 22,51). Viene anche riferito a Gesù, affinché egli possa essere toccato (cf. Mc 3,10) o affinché tocchi qualcuno. L'incontro fra la Maddalena e Gesù costituisce l'unico caso in cui Gesù riferisce a se stesso il toccare. la forma è quella dell'imperativo presente medio, negativo. Si tratta, più esattamente, di un "medio di interesse". Il verbo esprime l'azione di Maria, compiuta a proprio vantaggio. Indica il trattenere per sé, che Gesù impedisce. Gesù ordina di non essere toccato. Maria, forse, ha iniziato a farlo, in un atteggiamento di prostrazione, ai piedi di Gesù. vi sarebbe collegamento, così, con il racconto di Matteo (cf. Mt 28,9). La forma imperativa presente "non toccarmi" […] non indica (a differenza dell'aoristo) che una data azione non debba essere compiuta. Indica, invece, che quell'azione deve essere fermata. Il senso, dunque, è: "Non continuare a toccarmi. Non continuare a stringermi a te". Gesù, dunque, non vuole porre una separazione tra Sé e Maria. Il suo atteggiamento verso la Maddalena, a ogni modo, non ha paralleli. […] Gesù impone di non essere toccato, perché indica un nuovo modo di relazione. Il Risorto non è infastidito dal comportamento di Maria. Vuole introdurla, semplicemente, dentro la piena relazione con lui. Si tratta della condizione dei risorti in Cristo (cf. 1Ts. 4,16). La fisicità non è stata annullata né è divenuta realtà sottile o evanescente. C'è, è la stessa, ma, dentro l'evento della risurrezione, si rivela diversa. […] Il rapporto con l'amato deve entrare, dunque, in una prospettiva nuova. Maria, invece, ha equivocato l'incontro con Gesù risorto. Pensa che Gesù sia tornato fra i vivi. La Maddalena, così, crede che la condizione sia la stessa, in cui Gesù si trovi, prima della morte. Il tentativo di Maria, di trattenere Gesù, nasce dalla speranza di ristabilire la relazione di sempre. Maria non ha capito che il modo della relazione con il Maestro si è modificato. Il testo potrebbe essere tradotto con "Non continuare a toccarmi". […] Senza toccare né afferrare, si può stare, pur sempre, con il Maestro.».
La figura di Maria di Magdala è stata identificata per lungo tempo con altre figure di donna presenti nei vangeli:
« Ed ecco, una donna che era in quella città, una peccatrice, saputo che egli era a tavola in casa del fariseo, portò un vaso di alabastro pieno di olio profumato e, stando ai piedi di lui, di dietro, piangendo, cominciò a rigargli di lacrime i piedi; e li asciugava con i suoi capelli; e gli baciava e ribaciava i piedi e li ungeva con l'olio » ( Lc 7:36-50, su laparola.net.) |
L'identificazione di Maria Maddalena con Maria di Betania o con la peccatrice è stata infine esplicitamente ridiscussa dalla Chiesa cattolica nel 1969 (dopo il Concilio Vaticano II). Tuttavia, era comune nell'esegesi medievale, e per antichissima tradizione anche oggi, tanto che la figura della Maddalena peccatrice fu inserita accanto a quella del Buon Ladrone nella sequenza del Dies irae (utilizzata nella liturgia cattolica tradizionale dei defunti):
«Qui Mariam absolvisti / et latronem exaudisti / mihi quoque spem dedisti.»
A seguito della riforma liturgica il testo della sequenza è stato ritoccato eliminando il nome di Maria; esso, tuttavia, è ancora recitato secondo la lezione tradizionale nelle celebrazioni della Messa tridentina.
La stessa identificazione è rifiutata dai protestanti. Anche gli ortodossi ritengono che Maria Maddalena, Maria di Betania e la peccatrice anonima del vangelo secondo Luca siano tre donne diverse.[28]
Invece, nel cosiddetto Vangelo di Maria Valtorta, di poco anteriore al Concilio Vaticano II, la figura di Maria Maddalena è chiaramente identificata con quella di Maria di Betania e la peccatrice pentita.[senza fonte] (Maria Valtorta, L'Evangelo come mi è stato rivelato, cap. 98.4; J. F. Lavère, L'enigma Valtorta, CEV, Isola del Liri 2012, vol. 1, pagg. 239-240).
L'umanista e teologo Jacques Lefèvre d'Étaples affrontò nel Cinquecento, tra il 1517 e il 1519, il problema dell'identificazione delle cosiddette tre Marie[29]. Infatti, egli si era occupato proprio della figura della Maddalena, su incarico della madre di Francesco I, Re di Francia, Luisa di Savoia, che gli aveva commissionato un'agiografia della santa. Il teologo Lefèvre scrisse diversi opuscoli relativi al dibattito delle tre Marie, partendo dalla tradizione della Chiesa cristiana orientale, di culto greco e lontana da Roma dai tempi dello Scisma d'Oriente (1054). Il dibattito fece scalpore all'epoca e si diffuse anche in Italia, presso umanisti delle varie corti, come ad esempio a Mantova presso i Gonzaga grazie al precettore della marchesa Isabella d'Este, Mario Equicola[30]. Tale dibattito si smorzò a valle della protesta luterana e al periodo della Riforma[31] fino a cadere nell'oblio.
A causa di queste sovrapposizioni tra le varie figure dei Vangeli, Maria Maddalena divenne un simbolo di pentimento e divenne patrona di varie istituzioni che si occupavano della gioventù femminile, come l'Ordine di Santa Maria Maddalena o le congregazioni delle maddalene di Lubań e Torino. Il suo nome fu anche usato per le Case Magdalene in Irlanda, conventi che ospitavano ragazze inviate dalle famiglie o dagli orfanotrofi: l'ultima Casa Magdalene in Irlanda è stata chiusa nel 1996.
Il biblista Gianfranco Ravasi ha sottolineato che l'identificazione di Maria Maddalena con Maria di Betania e con la peccatrice pentita è frutto di equivoci.[32]
Tuttavia l'identificazione di Maria Maddalena con la prostituta rimane ancora viva nella tradizione popolare. Come già accennato, ad esempio, in vari film che narrano di Gesù, Maria Maddalena viene effettivamente identificata con una prostituta, come in Mel Gibson, La passione di Cristo, nel film ispirato al romanzo di Nikos Kazantzakis L'ultima tentazione di Cristo di Martin Scorsese e nel famoso musical Jesus Christ Superstar, diretto da Norman Jewison, tratto dall'omonimo album musicale di Andrew Lloyd Webber.
Dopo l'inizio della predicazione degli apostoli, iniziarono le persecuzioni da parte del Sinedrio. Lazzaro, Maria Salome, Marta di Betania, Maria Jacobé e Maria Maddalena, assieme alla serva Sara la Nera, furono gettati in mare su una barca dagli ebrei, perché morissero. Vagarono per lungo tempo in mare su una barca priva di remi e nocchiero, finché dalla Terra Santa giunsero in Provenza, nel territorio la Couronne, dove dopo lungo peregrinare trovarono finalmente un pozzo di acqua potabile: per tal motivo il luogo d'approdo è chiamato ancora oggi Santo Terro, "santa terra"[2], dove vi è una cappella dedicata alla Santa Croce, la chiesetta della Sainte-Croix, il famoso pozzo e la presunta impronta di un piede di Lazzaro. Due volte l'anno vi è una processione alla cappella. Da qui, imbarcata l'acqua potabile necessaria, i santi personaggi avrebbero proseguito per la Camargue, per approdare a Saintes-Maries-de-la-Mer.
Dall'abitato di Saintes-Maries-de-la-Mer, mentre Maddalena si sarebbe diretta verso Saint-Maximin-la-Sainte-Baume, Lazzaro a Marsiglia, Marta a Tarascona, Maria Salomé, Maria Jacobé e Sara si sarebbero stabilite vicino all'oppidum, evangelizzando la regione. Maddalena si ritirò a fare vita eremitica in una grotta, dove visse senza curarsi di cibo e vestiti. Le crebbero allora i capelli a coprire tutto il corpo e vennero degli angeli per trasportarla in cielo in estasi ogni giorno, fino alla morte. Una famosa versione di questa storia è contenuta nella Legenda Aurea di Jacopo da Varazze (sec. XIII).
Il culto più antico rivolto a Maria Maddalena, risalente alla fine del IV secolo, è quello che si svolgeva nei riti della Chiesa Orientale la seconda domenica dopo Pasqua, chiamata "delle mirofore". In quel giorno si commemoravano le donne che il giorno dopo la crocifissione e la morte di Gesù si recarono al sepolcro con gli unguenti per imbalsamarlo. Tra le mirofore un ruolo importante l'aveva Maria Maddalena, l'unica che è sempre citata in tutti e quattro i vangeli canonici. Il primo centro della venerazione della Maddalena fu Efeso, dove secondo una tradizione si sarebbe recata insieme a Maria madre di Gesù e all'apostolo Giovanni e dove si diceva fosse pure la sua tomba, nell'ingresso della grotta dei Sette Dormienti; si sposta poi a Costantinopoli, dove all'epoca di Leone il Filosofo (nell'886) sarebbe stato trasferito il corpo, e si diffonde poi nella Chiesa Occidentale soprattutto dall'XI secolo.
La diffusione del culto in Occidente avvenne soprattutto grazie all'Ordine dei Frati Predicatori, secondo la testimonianza di Umberto de Romans: "Dopo che la Maddalena si è data alla penitenza, è stata resa dal Signore così grande per grazia, che dopo la Beata Vergine non si trova donna alla quale nel mondo non si renda maggior riverenza e non si dia maggior gloria in cielo". I domenicani la considerano una delle loro patrone. Varie congregazioni di frati e di suore le attribuirono il titolo di "apostola degli apostoli", come viene celebrata nella liturgia bizantina, e paragonarono la missione di Maddalena, di annunciare la risurrezione, al loro ufficio apostolico.
Nel calendario romano generale la sua celebrazione è fissata al 22 luglio, senza alcun cenno alla supposta identificazione con la peccatrice.[33] La sua memoria è stata elevata a festa da papa Francesco al 3 giugno 2016 per sottolineare il compito di evangelizzatrice degli apostoli della santa, il ruolo della donna nella Chiesa e l'azione della misericordia di Dio.[34]
Una tradizione riportata nella Legenda aurea racconta che la Maddalena, con i fratelli e altri discepoli, sia partita dalla Palestina per approdare a Saintes-Maries-de-la-Mer dopo un viaggio periglioso, nonostante la barca fosse ingovernabile; una variante della leggenda, attestata anche da un affresco di Giotto nella cappella della Maddalena della basilica inferiore di Assisi, vuole che l'approdo sia avvenuto a Marsiglia.[35]
Il culto di Maddalena si diffuse in Europa e i suoi devoti costruirono numerose chiese in suo onore: la più nota è quella gotica di Saint-Maximin-la-Sainte-Baume (1295), dove è conservato quello che si dice sia il teschio della santa. Fu Carlo II d'Angiò ad effettuare l'inventio di tale reliquie nel 1279, convalidate da papa Bonifacio VIII nel 1295. "Sainte Baume" in antico provenzale significa "santa grotta": a Plan-d'Aups-Sainte-Baume, sotto la cima più alta del massiccio montagnoso, c'è una grotta dove la tradizione vuole che sia morta la Santa, oggi sede di una chiesa, che accoglie una fonte di acqua e un convento domenicano. In tale chiesa è presente una reliquia della Maddalena. Il luogo, conosciuto nel Cinquecento come Nanse o Nanze (odierna Nans-les-Pins), era allora meta di frequenti pellegrinaggi da tutta Europa, soprattutto dalle corti italiane. Il cardinale Luigi d'Aragona[36] ha lasciato un diario redatto dal chierico molfettese Antonio De Beatis con dettagli sui luoghi della Maddalena in Provenza, così come l'alvitano Mario Equicola nel suo Iter in Narbonensem Galliam, che riporta il viaggio per un pellegrinaggio di Isabella d'Este, marchesa di Mantova.
In ogni modo, ben prima di Saint Maximin, il culto di Maria Maddalena si era formato presso l'abbazia borgognona di Vezelay, dove già nel 1050 si diceva fosse conservato il corpo.
Il culto della Maddalena, peraltro, non è una prerogativa esclusiva della Francia, come dimostra l'esistenza di molti edifici a lei dedicati ad esempio in Italia (oltre un centinaio)[37], fra cui le principali come la Chiesa di Santa Maria Maddalena in Campo Marzio in Roma, la chiesa parrocchiale dell'isola della Maddalena, la basilica di Santa Maria Maddalena Penitente in Casamicciola Terme (Ischia), unica chiesa in Italia che conserva il titolo di "Maria Maddalena Penitente", la chiesa arcipretale di Longare e quella di Laverda nel vicentino, la chiesa parrocchiale di Bordighera, il duomo di Desenzano, la Collegiata di Atrani (SA) dedicata alla Santa dal 1274, l'abbazia di Sant'Egidio del Monte Albino (abbazia di Santa Maria Maddalena in Armillis), la chiesa della Maddalena di Alba, la chiesa di Santa Maddalena a Bolzano, la chiesa madre di Ciminna (PA) e Sciacca (AG), quella parrocchiale di Uggiano la Chiesa (LE), Corbola (RO), la Chiesa Madre di Santa Maria Maddalena in Casalanguida (CH) e molti altri luoghi di culto.
Come santa cattolica, le reliquie di Maria Maddalena furono venerate a Saint-Maximin-la-Sainte-Baume, Provenza, attraendo una tale folla di pellegrini che venne eretta una grande basilica verso la metà del XIII secolo, una delle più famose chiese gotiche del sud della Francia. L'inventio delle reliquie è attribuita a Carlo II d'Angiò, detto "lo zoppo", fatta nel 1279. Le reliquie furono convalidate da papa Bonifacio VIII nel 1295 e custodite nella basilica di Saint-Maximin-la-Sainte-Baume.
Benché le sue ossa siano state disperse durante la Rivoluzione francese, si disse che la sua testa fosse rimasta nel suo sacrario in una caverna a La Sainte-Baume vicino a Marsiglia, dove la santa si sarebbe ritirata; si racconta anche di grandi miracoli e benedizioni ricevute da chi si recasse al sacrario per venerare Maddalena. Il piede della santa, custodito in un prezioso reliquiario dell'ambito di Benvenuto Cellini è stato venerato per secoli a Roma in una cappella posta all'ingresso di Ponte Sant'Angelo, ultima delle reliquie maggiori prima di giungere sulla tomba di San Pietro. Il piede è oggi conservato nella Basilica di San Giovanni de' Fiorentini. Altre reliquie consistenti in filamenti di capelli, stralci di camicie e piccoli resti ossei, sono custodite nella Collegiata di Atrani (SA), in Costiera Amalfitana.
Da secoli, è costume di molti Cristiani ortodossi orientali terminare la celebrazione pasquale dipingendo uova e proclamando "Cristo è risorto!". Le uova simboleggiano la nuova vita, e Cristo che risorge dalla morte. Da questo nacque la tradizione di colorare le uova di Pasqua.
Una tradizione riguardante Maria Maddalena dice che dopo la morte di Gesù Cristo, usò la sua posizione per ottenere un invito a un banchetto dato dall'imperatore Tiberio. Quando lei lo incontrò, teneva un uovo puro nelle sue mani ed esclamò "Cristo è risorto!" Tiberio rise, e disse che la resurrezione di Gesù Cristo dalla morte era probabile quanto l'uovo nella sua mano diventasse rosso mentre lo teneva. Secondo la leggenda, prima che finisse di parlare, l'uovo nella sua mano diventò rosso e lei continuò a proclamare il Vangelo in tutta la casa imperiale.[38]
Alla fine del ventesimo secolo, in seguito al successo del libro Il santo Graal di Baigent, Leigh e Lincoln, è diventata famosa la chiesa di Santa Maria Maddalena di Rennes-le-Château nella regione dell'Aude.
Un'ulteriore attestazione di Maria di Magdala e del suo ruolo tra i primi cristiani è fornito dal Vangelo di Maria, uno scritto gnostico non incluso nel canone ortodosso, perduto e noto solo attraverso due frammenti in greco del III secolo e in una traduzione in lingua copta del V secolo. Anche se questi manoscritti furono scoperti e pubblicati fra la metà del XIX secolo e il 1947, ci sono riferimenti in opere anteriori (anche del III secolo) e dei Padri della Chiesa al Vangelo di Maria, le quali rivelano il grado in cui fu disprezzato e osteggiato[senza fonte]. Nel testo frammentario, i discepoli fanno domande al Signore risorto e ricevono risposta:
«Ma essi rimasero tristi e piangevano forte. Dissero: "Come possiamo andare dai gentili e predicare loro il vangelo del regno del figlio dell'uomo? Là non è mai stato dispensato, dobbiamo dispensarlo (proprio) noi?»
«S'alzò allora Maria, li salutò tutti, e disse loro: "Non piangete, fratelli, non siate malinconici e neppure indecisi. La sua grazia sarà con voi tutti e vi proteggerà. Lodiamo piuttosto la sua grandezza, avendoci egli preparati e mandati agli uomini.»
Pietro disse a Maria Maddalena:
«Sorella, noi sappiamo che il Salvatore ti amava più delle altre donne. Comunicaci le parole del Salvatore che tu ricordi, quelle che tu conosci, (ma) non noi; (quelle) che noi non abbiamo neppure udito»
Allora racconta — alla richiesta di Pietro — di aver avuto una visione del Salvatore, e riporta il suo discorso con lui, che mostra influenze gnostiche.
«Quello che a voi è nascosto io ve lo comunicherò.»
La sua visione non fu creduta:
«Ma Andrea replicò e disse ai fratelli: "Che cosa pensate di quanto lei ha detto? Io, almeno, non credo che il Salvatore abbia detto questo. Queste dottrine, infatti, sono sicuramente delle opinioni diverse.»
«Riguardo a queste stesse cose, anche Pietro replicò interrogandoli a proposito del Salvatore: "Ha forse egli parlato in segreto a una donna prima che a noi e non invece apertamente? Ci dobbiamo ricredere tutti e ascoltare lei? Forse egli l'ha anteposta a noi?»
Karen King ha osservato che «il confronto di Maria con Pietro, uno scenario trovato anche nel vangelo apocrifo di Tommaso, Pistis Sophia, e nel vangelo apocrifo degli Egiziani, riflette alcune delle tensioni nella Cristianità del II secolo. Pietro e Andrea rappresentano ortodosse posizioni che negano la validità della rivelazione esoterica e rigettano l'autorità delle donne a insegnare».[39]
Questi scritti sono inoltre in contrapposizione con l'affermazione di Gesù riportata dal Vangelo secondo Giovanni:
«Gesù gli rispose: «Io ho parlato al mondo apertamente; ho sempre insegnato nella sinagoga e nel tempio, dove tutti i Giudei si riuniscono, e non ho mai detto nulla di nascosto.»
Secondo il Codex Askewianus (maggiormente noto come Pistis Sophia), dopo la resurrezione, Cristo, allo scopo di istruire gli apostoli sui misteri, si trattenne sulla terra per undici anni. Come altri vangeli gnostici dunque, esso contiene una supposta "rivelazione segreta" di Gesù risorto ai discepoli riuniti in assemblea (incluse quattro donne: Maria Maddalena, Salome, la Madonna e Marta). Durante questi undici anni, indicato nel primo capitolo dell'opera, Gesù avrebbe portato i suoi discepoli solo fino a un certo livello di conoscenza, per poi condurli, in seguito, a gradi di conoscenza superiori, descrivendo che la trasmissione di una conoscenza (gnosi) superiore richiese a Gesù l'ascesa al cielo con la relativa trasfigurazione, così come viene descritta nei capitoli successivi.
«Detto questo ai suoi discepoli, soggiunse: - Chi ha orecchie da intendere, intenda! Udite queste parole del salvatore, Maria rimase un'ora (con gli occhi) fissi nell'aria; poi disse: - Signore, comandami di parlare apertamente. Gesù, misericordioso, rispose a Maria: - Tu beata, Maria. Ti renderò perfetta in tutti i misteri di quelli dell'alto. Parla apertamente tu il cui cuore è rivolto al regno dei cieli più di tutti i tuoi fratelli» (capitolo 17).
Questo passo del capitolo 17 mostra Maria Maddalena che si erge a protagonista all'interno dell'opera. All'interno del Pistis Sophia, i discepoli interloquiscono con Cristo: la Madre di Gesù interviene tre volte (capitoli 59, 61, 62), Salomè altre tre volte (capitoli 54, 58 e 145) e Marta quattro (capitoli 38, 57, 73 e 80). Tuttavia, Maria Maddalena interviene, in contesti sempre molto importanti, sessantasette volte. Gesù arriva a lodarla varie volte e lei arriva persino a intercedere presso di lui quando i discepoli non capiscono qualche passaggio (capitolo 94). All'interno del Pistis Sophia, Maria Maddalena simboleggia la Conoscenza (Gnosi), e rappresenta dunque l'incarnazione umana di Sophia, e come tale, la Sposa e la controparte femminile di Cristo.[41] Nel Vangelo apocrifo di Filippo, la Sophia viene identificata come la Maria Maddalena, tanto da aver fatto ipotizzare come, il Giovanni dell'Ultima cena di Leonardo, possa essere Maria Maddalena vista nel concetto gnostico di Sophia[42].
Nel 1998, Ramon K. Jusino ha proposto una teoria senza precedenti secondo cui il "discepolo amato" del Vangelo di Giovanni è Maria Maddalena. Jusino ha basato la sua argomentazione in gran parte sui libri gnostici di Nag Hammadi, rifiutando il punto di vista di Raymond E. Brown secondo cui questi libri erano sviluppi successivi, e sostenendo invece che il Vangelo esistente di Giovanni è il risultato della modifica di un testo precedente che presentava Maria Maddalena come il discepolo amato.[43][44] Tale opinione non ha avuto particolare successo tra gli studiosi, che continuano a considerare i vangeli gnostici come testi successivi e, pertanto, non affidabili.
Il vangelo gnostico di Filippo dice che Gesù baciava Maria Maddalena. Da questo particolare, alcuni racconti moderni a esso ispirati sottolineano l'intimità fra Gesù e Maria Maddalena. Secondo le scuole gnostiche il bacio rituale non aveva un significato erotico, ma era espressione della comunione, della fratellanza e della certezza della redenzione degli eletti[45]. La stessa espressione si ritrova nel Nuovo Testamento, nelle epistole di Paolo e di Pietro: «salutatevi gli uni gli altri con un santo bacio» (Rm 16,16[46], 1P 5:14[47]).
Nei frammenti del testo apocrifo ritrovati fra i Codici di Nag Hammadi si legge che «la compagna del Salvatore è Maria Maddalena, Cristo la amava più di tutti gli altri discepoli e soleva spesso darle dei baci». La frase sarebbe comunque una ricostruzione perché nel manoscritto ci sarebbero in realtà degli spazi vuoti, evidenziati di seguito con delle parentesi: La compagna del ( ) Maria Maddalena ( ) più di ( ) discepoli ( ) baciarla ( ) sulla ( ).
La parola usata per "compagna" nel testo copto del vangelo di Filippo è inoltre un prestito dall'originale greco koinônós. Questo termine non significa "sposa" o "amante", bensì "compagna" ed è comunemente usata per indicare rapporti di amicizia e fratellanza. Ma in quello stesso vangelo, che secondo gli studiosi non risale a prima della seconda metà del II secolo[48], il bacio è un segno rituale comune anche agli altri personaggi. Secondo gli gnostici inoltre, Gesù e Maria Maddalena erano le incarnazioni umane degli eoni Cristo e Sophia. Il passo non va dunque inteso come una prova storica del matrimonio tra Gesù e la Maddalena, ma secondo le affermazioni gnostiche sull'incoronamento sulla terra del legame celeste degli eoni, dunque come allegoria.
Maria Maddalena è comunque rappresentata nei Vangeli canonici come un personaggio importante: la sua presenza alla Crocifissione la fa ritenere come una seguace che era stata molto vicina a Cristo e a sua madre Maria.
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