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MAX Comics
marchio editoriale statunitense di fumetti Da Wikipedia, l'enciclopedia libera
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MAX Comics, abbreviata in MAX, è un marchio editoriale della casa editrice statunitense Marvel Comics; fondato nel 2001, produce fumetti realizzati per un pubblico adulto e destinati alla distribuzione diretta: gli albi sono quindi distribuiti solamente nel circuito librario e delle fumetterie ("comic book shops" in originale).[1] Sulla copertina non appare né il logo della Marvel Comics né il marchio del Comics Code Authority: questa politica editoriale serve a distinguere nettamente i fumetti MAX dai fumetti Marvel, che invece godono di una più ampia diffusione e sono generalmente diretti anche a un pubblico adolescenziale.[1] In Italia i fumetti MAX Comics vengono pubblicati nella collana 100% Marvel MAX[2] dalla Panini Comics.
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Contesto e creazione
Riepilogo
Prospettiva
L'etichetta MAX nasce dall'esigenza da parte della Marvel Comics di pubblicare fumetti esplicitamente diretti ad un pubblico adulto (in questo caso di età superiore ai 18 anni)[1]. L'allora presidente della Marvel Bill Jemas e il redattore capo dell'epoca Joe Quesada creano quindi un imprint che nelle intenzioni originali doveva presentare delle serie a fumetti fortemente inserite in un contesto reale, con un linguaggio e delle situazioni prive di ogni tipo di censura[3]. Lo scopo era anche quello di dare spazio a personaggi Marvel non inquadrabili nel genere supereroistico ma attingere a eroi e anti-eroi senza superpoteri e senza sgargianti costumi in calzamaglia[3]. Non a caso il personaggio che avrà più pubblicazioni MAX è Frank Castle il Punitore[4]. Bisogna sottolineare che già dal secondo anno di vita, l'etichetta lancia serie e miniserie che riprendono alcuni personaggi con superpoteri. La politica che non verrà mai a mancare è quella di creare opere per un pubblico adulto e con un livello di violenza e realismo non pubblicabili nelle serie a fumetti mainstream.
L'obiettivo di attirare verso i fumetti dei lettori più adulti è stato perseguito dalla Marvel sin dai primi anni settanta. In quel periodo le pubblicazioni a fumetti dovevano portare tutte il timbro del Comics Code Authority (o Autorità per il codice sui fumetti) e questo valeva soprattutto per una casa editrice i cui personaggi erano in gran parte supereroi[5]. A partire dal 1973, la Marvel comincia però a pubblicare fumetti in bianco e nero che contengono storie di genere horror e che vengono denominate Marvel Monster Group[5]. Tra queste vi sono Dracula Lives, Monster Unleashed e Vampire tales. Il progetto ha vita breve e si esaurisce nel 1975 ma lascia intravedere la possibilità di realizzare fumetti dalle tematiche più mature. L'eredità viene ripresa dal 1980 con la pubblicazione di Marvel Illustrated e la successiva creazione dell'etichetta Epic Comics[5]. Sotto questo imprint si tornano a produrre regolarmente storie senza l'approvazione del Codice dei fumetti e lasciando agli autori ampie libertà creative. Inoltre i diritti dei personaggi creati sotto la linea Epic rimangono agli autori. Questa volta il progetto editoriale ha successo, soprattutto grazie alla diffusuone delle fumetterie (o comic shops) negli anni ottanta. La possibilità di avere una solida distribuzione alternativa a quella dell'edicola permette alla Marvel (e non solo) di lanciare nuove pubblicazioni dirette esplicitamente ad un pubblico più maturo e allo stesso tempo di avere la garanzia di un minimo di copie vendute una volta che un albo viene distribuito. La linea Epic cessa le pubblicazioni a metà degli anni novanta ma ormai le basi per la creazione di un'etichetta di questo tipo sono state gettate e difatti la linea MAX nasce nei primi anni duemila sfruttando gli stessi presupposti di mercato. Ogni albo MAX non presenta il timbro del Comics Code e viene venduto unicamente nelle fumetterie e nelle librerie[6]. Inoltre non prevede ristampe e avverte i lettori che il contenuto delle storie prevede un linguaggio e azione espliciti (cioè privi di censure)[6].
Il debutto avviene con U.S.War Machine di Chuck Austen a fine 2001 e le pubblicazioni dell'imprint continuano con regolarità fino al 2014 con una miniserie di Grant Morrison su Fantomex. A questa segue un quinquennio in cui la Marvel decide di non pubblicare materiale sotto il logo Max Comics. Nel 2019 Garth Ennis esprime la volontà di tornare a realizzare una versione estrema e senza censure su Punisher, ovvero la versione da lui introdotta con la linea Marvel Knights e proseguita poi sotto il banner Max Comics[7]. La versione Max del Punitore ha dato origine alla serie più longeva dell'imprint ed Ennis ne ha realizzato anche diversi albi unici e la miniserie prequel Born. La proposta dello scrittore irlandese viene accettata dai vertici della Marvel e prevede la realizzazione tra il 2019 e il 2020 di due miniserie: Punisher Soviet e Get Fury[7]. La prima vede ai disegni Jacen Burrows con il quale Ennis sostiene di aver realizzato alcune delle sue opere migliori quali la saga post-apocalittica Crossed, 303, e l'irriverente e grottesca Woormwood[7]. Per Get Fury torna un altro storico collaboratore quale il disegnatore Goran Parlov[7]. In occasione della distribuzione del primo albo di Punisher Soviet (il 16 novembre 2019) vi è il ritorno ufficiale dell'imprint Max Comics[8].
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Opere pubblicate
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Note
Bibliografia
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