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conduttore televisivo, conduttore radiofonico e partigiano italiano con cittadinanza statunitense (1924-2009) Da Wikipedia, l'enciclopedia libera
Mike Bongiorno, vero nome Michael Nicholas Salvatore Bongiorno (New York, 26 maggio 1924 – Monte Carlo, 8 settembre 2009), è stato un conduttore televisivo, conduttore radiofonico e partigiano italiano con cittadinanza statunitense, considerato tra i padri fondatori della televisione in Italia [1].
È stato soprannominato il re dei quiz per aver condotto numerosi giochi a premi, tra cui Lascia o raddoppia?, Rischiatutto, Scommettiamo? e Flash per la Rai, e Superflash, Pentatlon, Telemike, Bis, La ruota della fortuna e altri, per Mediaset[2]. Viene soprannominato anche "SuperMike".[3]
È al secondo posto per numero di edizioni presentate (11, di cui 5 consecutive) del Festival di Sanremo, dietro a Pippo Baudo.
Michael Bongiorno nacque a New York il 26 maggio 1924 dalla torinese Enrica Carello (1894-1991) e dall'italo-statunitense Philip Bongiorno (1890-1971). Il nonno paterno, Michelangelo Bongiorno, era emigrato da Campofelice di Fitalia, al tempo frazione di Mezzojuso, in Sicilia, dove aveva una bottega.[4][5] Suo padre fu un noto avvocato[6] che intraprese anche una positiva carriera politica, arrivando a diventare presidente della potente associazione italo-statunitense Sons of Italy in America (Figli d'Italia in America) e a candidarsi a sindaco di New York, avendo come avversari Fiorello La Guardia e Generoso Pope.[7] La madre era l'ultima di una famiglia di dodici figli, benestante e della buona borghesia torinese, in quanto il padre era proprietario di una ditta che produceva fanali per auto.[8] Ancora bambino, Mickey, come era chiamato allora, a seguito della separazione dei genitori e della crisi del 1929, venne in Italia, a Torino, con la madre, andando a vivere a casa degli zii Giuseppina Carello, sorella della madre, e Nicolò Oneto di San Lorenzo, generale di origini nobili amatissimo da Mike, che in onore dello zio acquisito chiamerà Nicolò il suo secondogenito. A Torino frequentò le scuole elementari, il ginnasio e i licei classici Alfieri (allora parte del D'Azeglio) e Rosmini.[6][9][10]
Fin da giovane esternò la sua personalità estroversa e la volontà di diventare giornalista: grande appassionato di sport (fu sempre nota la sua passione per il calcio e per la Juventus), cominciò presto a lavorare per le pagine sportive di La Stampa come «galoppino».[9][11] Durante la seconda guerra mondiale, dopo l'intervento delle truppe tedesche in appoggio a Benito Mussolini nell'Italia settentrionale, fu costretto ad abbandonare gli studi[6] (aveva conseguito la maturità soltanto nella seconda sessione, l'8 ottobre 1943, in quanto nella prima era risultato insufficiente in matematica e fisica[12]) per rifugiarsi sulle Alpi[13]. Decise così di entrare a far parte dei gruppi partigiani e, grazie alla sua conoscenza dell'inglese, fu impiegato in un'importante e pericolosa "staffetta": doveva attraversare nel periodo invernale i contrafforti alpini innevati per portare in Svizzera, per conto della Resistenza, messaggi che permettevano le comunicazioni fra i partigiani italiani e gli Alleati di stanza nel Paese elvetico.[13]
Nel corso di una di queste operazioni, nell'aprile 1944 a seguito di una delazione fu scoperto a Cravegna (in provincia di Novara, dal 1992 in provincia del Verbano-Cusio-Ossola): catturato dalla Gestapo, fu messo al muro insieme ad altri partigiani per essere fucilato, ma si salvò perché gli agenti tedeschi ritrovarono un pacchetto buttato da lui poco prima, contenente il suo passaporto statunitense.[14] La cattura di un cittadino degli Stati Uniti meritava un approfondimento, inoltre il prigioniero poteva diventare una pedina di scambio per liberare soldati tedeschi prigionieri degli alleati.[15] Mike fu quindi portato a Milano a San Vittore, dove fu rinchiuso per 7 mesi, di cui 2 in isolamento. Durante la prigionia incontrò Indro Montanelli che, nella sua biografia, ricorda come Bongiorno, quando entrambi erano in carcere, assistesse gli altri detenuti nello scambiarsi messaggi.[16] Dopo la prigionia a San Vittore, Mike venne trasferito nel Campo di transito di Bolzano, dove fu torturato[17] da Michael Seifert.[18] Dopo la detenzione in vari campi di concentramento in Germania, alla fine del 1944 fu deportato nel lager di Spittal an der Drau, in Carinzia (Austria), dove rimase fino a gennaio 1945.[14] Fu liberato a febbraio, prima della fine del conflitto, grazie a uno scambio di prigionieri di guerra tra Stati Uniti e Germania.[6]
Terminato il conflitto tornò a New York, dove riprese il giornalismo, anche grazie a un tesserino del Dipartimento di Stato degli Stati Uniti d'America che gli permetteva di lavorare ovunque, scrivendo su qualche rivista gratis, ma facendosi notare e ottenendo così alcuni incarichi importanti. Dopo una lunga gavetta e con un contratto precario, dal 1946 lavorò presso la sede radiofonica del quotidiano Il progresso italo-americano di Generoso Pope, per il quale condusse il programma Voci e volti dall'Italia, e incominciò a fare servizi dagli Stati Uniti per l'EIAR, diventata Rai dal 1944:[6] sul Radiocorriere era ancora chiamato Michele Bongiorno. Nel 1948 sposò a New York il soprano Rosalia Maresca (matrimonio che fu annullato nel 1952).[6]
Dagli Stati Uniti, dopo aver fatto il tecnico, lo speaker, il programmatore radiofonico e il corrispondente per l'emittente Voice of America (dedita allora alla propaganda militare alleata),[11] e per WHOM Radio di New York in lingua italiana di Generoso Pope, nel 1952 Bongiorno torna in Italia come inviato di WOV - seconda stazione radiofonica italoamericana di New York -,[19] anche per realizzare alcuni documentari con intenti divulgativi o informativi su fatti e avvenimenti della ricostruzione del Paese, e gli viene presto proposto di collaborare a programmi sperimentali della televisione italiana.[6]
Vittorio Veltroni, funzionario della Rai (e padre del politico Walter), sceglie Mike per offrirgli un contratto di collaborazione per il Radiogiornale. Allo scopo di eliminare il suo accento americano, lo invita a prendere lezioni di dizione da Maria Luisa Boncompagni.
Realizza servizi di colore e radiocronache sportive, soprattutto di pugilato.[13]
Mike Bongiorno è il primo in Italia a intervistare il presidente degli Stati Uniti d'America Dwight D. Eisenhower, quindi, nel 1955/1956, presenta alla radio il programma a quiz Il motivo in maschera, con l'orchestra diretta da Lelio Luttazzi.[20]
Sulla stessa falsariga, tra il 1967 e il 1970, Mike condurrà la trasmissione radiofonica preserale Ferma la musica!, con il complesso diretto inizialmente da Gorni Kramer e poi da Sauro Sili.[21]
Con Corrado è stato il presentatore televisivo più popolare in Italia, motivo per cui entrambi vengono considerati fondamentali per la nascita della TV italiana. Nonostante Corrado fosse apparso prima nelle trasmissioni sperimentali della televisione di Stato, dalla Triennale di Milano, è stato proprio Mike Bongiorno a inaugurarne le emissioni ufficiali conducendo il programma Arrivi e partenze (per la regia di Antonello Falqui), programma in cui Mike aveva il compito di intervistare i VIP che arrivavano o partivano dall'aeroporto di Roma. Condusse poi alla radio la rubrica Fortunatissimo.[22]
Nel 1955 recita nel film Il prezzo della gloria e in alcuni fotoromanzi, e subito dopo, il 19 novembre, dà il via al primo quiz della televisione italiana, Lascia o raddoppia? (versione italiana del quiz statunitense The $64,000 Question, o meglio del suo adattamento francese Quitte ou double?), contribuendo a far entrare il nuovo mezzo di comunicazione di massa nella cultura popolare di una nazione che, all'indomani della seconda guerra mondiale, stava subendo forti e radicali mutamenti.
Il programma ottiene subito un ottimo riscontro di pubblico e Mike diventa molto popolare, contribuendo all'aumento della vendita di televisori e del numero di spettatori: non tutti però potevano permettersi un televisore in casa, e allora, per vedere il programma, il giovedì sera la gente si riuniva in famiglia o nei bar, mentre i cinema, per non perdere pubblico, interrompevano la normale programmazione e proiettavano il quiz televisivo.[23] Sulla scorta del successo della trasmissione, nel 1956 viene prodotta anche la commedia Totò lascia o raddoppia?, che vede protagonista l'attore e comico napoletano nel ruolo di un nobile decaduto che partecipa al programma come concorrente, con Mike Bongiorno nel ruolo di sé stesso.
Nel 1963 Umberto Eco (che era stato fra i compilatori di alcune domande di Lascia o raddoppia?), resosi conto della portata sociale, gli dedica il saggio Fenomenologia di Mike Bongiorno (pubblicato in Diario minimo), nel quale la tecnica comunicativa del conduttore viene analizzata in maniera accademica. Umberto Eco rintracciava le radici profonde del successo di questo personaggio nella sua "mediocrità assoluta", grazie alla quale «lo spettatore vede glorificato e insignito ufficialmente di autorità nazionale il ritratto dei propri limiti».[24] Il programma chiuse i battenti nel luglio del 1959. Dal 1960 al 1962 Bongiorno condusse il programma di successo Campanile sera, basato su giochi in piazza con due conduttori esterni: Enzo Tortora e inizialmente Renato Tagliani, poi sostituito da Enza Sampò.[25]
Nel 1957 nasce un programma pubblicitario giornaliero a sketch che suscitò un interesse fuori dal comune: Carosello, dove Mike è protagonista di diversi filmati pubblicitari prestando il volto allo shampoo Dop (1957[26][27] e 1961, quest'ultimo insieme a Peppino Mazzullo); nel 1966 per il detersivo Dash della Procter & Gamble;[28] nel 1970 e 1971 per la birra Dreher; dal 1974 al 1976 sale sul Cervino per sponsorizzare il marchio della grappa Bocchino.[28][29]
Continua la sua carriera con Caccia al numero (1962), con la seguitissima trasmissione La fiera dei sogni e nel 1966 con Giochi in famiglia.[30] Dal 1963 al 1967 conduce il Festival di Sanremo per cinque edizioni consecutive (in totale ha condotto ben undici edizioni del Festival, l'ultima nel 1997 con Valeria Marini e Piero Chiambretti).
L'11 ottobre 1968 si unisce in matrimonio a Parigi con la giornalista Annarita Torsello, dalla quale però si separerà nel 1970.[9] Il 5 febbraio dello stesso anno, sul Secondo Programma, Mike dà i natali a un altro quiz di grande successo: il Rischiatutto, dove viene inaugurato in TV l'uso dell'elettronica e degli effetti speciali. Al suo fianco una giovanissima Sabina Ciuffini, la prima valletta "parlante" nella storia della TV. Il quiz durò cinque anni e raggiunse una media di 20 milioni di telespettatori.[30][31] Dopo avere avuto varie fidanzate e due mogli, Mike si sposa per la terza volta il 13 marzo 1972 con Daniela Zuccoli, a Londra; da essa si separa temporaneamente il 29 settembre 1984, dopo che Novella 2000 ha scoperto che nel 1978 la Zuccoli si era sposata con un altro uomo a Las Vegas. Dalla Zuccoli ha avuto tre figli: Michele, Nicolò e Leonardo.
Nel 1975, concluso il Rischiatutto, Mike presenta il suo ottavo Festival di Sanremo, per poi lavorare per la televisione svizzera nella trasmissione Personaggi in fiera, nella quale il presentatore appare per la prima volta a colori quando la Rai non li aveva ancora adottati del tutto ma solo per eventi straordinari come i Giochi olimpici.[32] Seguono i programmi Ieri e oggi (1976) e Scommettiamo?, quiz che attingeva nel suo meccanismo all'ippica e che durerà per tre edizioni dove nella prima era affiancato dalla valletta contestatrice Paola Manfrin poi da Patrizia Garganese. Nel 1979, per celebrare i 20 anni dalla sua chiusura, Mike ripropone Lascia o raddoppia? (25º anniversario), a colori e con la "cabina spaziale"; la valletta, Patricia Buffon, era la figlia di Lorenzo Buffon e di Edy Campagnoli, seconda valletta della trasmissione di quiz.[33][34]
Il 9 ottobre 1977, al ristorante Club 44 di Milano, Mike Bongiorno incontra Silvio Berlusconi per discutere del suo futuro passaggio alla televisione dell'imprenditore lombardo.[35] È uno dei primi grandi conduttori a lavorare con le televisioni private e contribuisce, con Berlusconi, alla nascita della televisione commerciale, che va ad arricchire il mondo della televisione, rompendo definitivamente il monopolio della Rai. Nel 1979 conduce, su Telemilano (che poi sarebbe divenuta Canale 5), prima la rassegna sportiva MilanInter Club e poi I sogni nel cassetto, un gioco a premi sponsorizzato e distribuito per la prima volta su un circuito di altre emittenti locali.
Dal 27 novembre 1980 al 3 giugno 1982 conduce Flash, che introduce i sondaggi e che sarà l'ultima trasmissione condotta da Mike per la Rai.[36] Dopodiché passerà definitivamente al nuovo gruppo Fininvest per condurre trasmissioni che gli saranno particolarmente congeniali. Il 5 ottobre 1981, su Canale 5, parte il gioco mattutino Bis, il 23 dicembre 1982 inizia anche Superflash, versione aggiornata del precedente Flash, in onda fino al 13 giugno 1985. Altri successi sono stati Pentatlon (dal 3 ottobre 1985 al 18 giugno 1987), Parole d'oro (1987-1988) e Telemike (dal 1º ottobre 1987 all'11 giugno 1992). Nel 1987 Mike diventa vicepresidente della Fininvest[37] e nel 1990 vice presidente di Canale 5.[20]
Dal 5 marzo 1989 al 20 dicembre 2003 Mike conduce il più longevo dei suoi programmi, La ruota della fortuna, stabilendo il record di puntate condotte.[38] Negli anni novanta continua la sua carriera con: Tutti x uno (1992-1993), C'era una volta il festival (1989-1990), Tris (dal 1º ottobre 1990 al 28 giugno 1991). Dal 1991 conduce Bravo, bravissimo, programma dedicato alle esibizioni canore di bambini, e dal 1994 al 2002 Viva Napoli, gara dedicata alla canzone partenopea nella quale viene affiancato nelle varie edizioni da Mara Venier, Massimo Lopez, Lello Arena, Loretta Goggi e Miriana Trevisan.
Nel 1993/1994 conduce Festival italiano su Canale 5, sulla falsariga del Festival di Sanremo, con Paola Barale (prima edizione) e Antonella Elia (seconda edizione). In seguito si dedica a La ruota mundial (1994), Ma l'amore sì (1996), Telemania (dall'11 dicembre 1996 al 25 febbraio 1997), L'albero delle stelle (1998) e I tre tenori (29 novembre 1998), tributo a lui, Corrado e Raimondo Vianello quali pionieri della televisione italiana messo in scena da Maurizio Costanzo ed Enrico Mentana. Dall'ottobre 1994, inoltre, è ideatore insieme con la moglie Daniela del programma d'informazione commerciale di Italia 1 Grandi magazzini, del quale conduce la prima puntata[39] cedendo poi il testimone a Marta Flavi, Paola Barale, Marco Predolin e Natalia Estrada.
Nel 1996 fonda, con la moglie e i figli, la Bongiorno Production, casa di produzione che produce programmi come Bravo Bravissimo Club, Viva Napoli, Allegria!, Mezzogiorno di cuoco. L'anno successivo torna a presentare il festival di Sanremo. Nel 2000 conduce Momenti di gloria, insieme con Ellen Hidding, trasmissione in cui cantanti non professionisti potevano incarnare il proprio cantante preferito.
Ancora nel 2000 conduce su Canale 5, insieme con Antonella Elia, Qua la zampa!, trasmissione dedicata a cani, gatti e altri animali domestici. Nell’estate 2001 conduce il programma di Antonio Ricci Paperissima Sprint su Canale 5. In questo programma è affiancato da Antonella Mosetti e dal Gabibbo (il quale sarà spesso al centro di alcune gag con Mike).
Il 7 febbraio 2003 ha ottenuto la cittadinanza italiana, sebbene si sia sempre definito tale da sempre.
Nelle ultime stagioni televisive, dopo la chiusura della celebre Ruota della fortuna, Bongiorno si dedica alla conduzione di due programmi di successo su Rete 4. Il primo fu Genius, dedicato ai bambini, andato in onda dal 6 novembre 2003 all'8 gennaio 2004 in prima serata e dal 2 febbraio 2004 al 21 aprile 2006 al pomeriggio; dal 4 maggio all'8 giugno 2006, dal 10 ottobre al 22 novembre 2006 e dal 5 aprile al 24 maggio 2007, conduce un altro telequiz, Il migliore, in cui varie categorie di persone si sfidano in domande di cultura generale. Nello stesso periodo ha formato una coppia affiatata insieme a Fiorello, esperienza incominciata a seguito di alcune imitazioni comiche su Mike dello showman siciliano a Viva Radio 2. Da quel momento Mike è spesso ospite di Fiorello in TV e radio, e insieme saranno anche testimonial di alcuni spot pubblicitari, che continueranno a essere messi in onda anche dopo la sua morte.[40]
Il 20 settembre 2007 Mike torna in Rai per la conduzione della 68ª edizione di Miss Italia su Rai 1 insieme a Loretta Goggi. In autunno è insignito honoris causa della laurea specialistica in televisione, cinema e produzione multimediale presso la IULM di Milano. In tale occasione, il 14 dicembre, tiene una lectio magistralis di 40 minuti. Presso la stessa università gli viene dedicata un'aula, posta al quarto piano dell'edificio 1. Il 28 novembre viene intervistato da Bruno Vespa a Porta a Porta, raccontando la sua storia alla presenza di molti personaggi televisivi che gli erano stati a fianco durante la sua carriera.
Dal 14 aprile 2008 conduce L'offerta del mese su Mediashopping. Il 3 maggio 2009 viene intervistato da Fabio Fazio a Che tempo che fa su Rai 3, lamentando di essere stato licenziato senza preavviso da Mediaset e di non esser più stato contattato da mesi da Silvio Berlusconi, né per il rinnovo del contratto, né per dei semplici saluti[41]. Le sue ultime apparizioni televisive sono state come ospite, il 24 marzo 2009, nella seconda edizione su Raidue di X-Factor e come concorrente in due programmi di Sky Uno: Cash Taxi il 26 maggio 2009, giorno del suo 85º compleanno[42] e Sei più bravo di un ragazzino di 5ª?, nella prima puntata vip della trasmissione, del 3 settembre 2009,[43] meno di una settimana prima della morte del conduttore.
Mike Bongiorno muore improvvisamente l'8 settembre 2009, all'età di 85 anni, per un infarto, in una suite dell'Hotel Metropole a Monte Carlo, dove si trovava in vacanza con la moglie Daniela.[44] Le sue ultime parole sono state "Che bella, sembri tu quando prendi il sole!", commentando, mentre faceva colazione con la moglie, una foto di sua nipote nata da 2 giorni.[45] Il Consiglio dei ministri decide per i funerali di Stato,[46] celebrati dal vescovo ausiliare Erminio De Scalzi il 12 settembre 2009 nel duomo di Milano, alla presenza di svariate personalità della politica e dello spettacolo e di circa 10 000 persone.[47] Mike viene tumulato nella tomba di famiglia, presso il cimitero di Dagnente. Il comune di Milano offre la disponibilità di una tumulazione nella cripta del famedio del cimitero monumentale di Milano, accanto ai più illustri cittadini milanesi, ma la famiglia non accetta. In occasione del primo anniversario della morte, la famiglia presenta la "Fondazione Mike Bongiorno"; le donazioni ricavate da essa verranno devolute per scopi benefici.[48] Tra i progetti realizzati, il network Casa Allegria, una rete di luoghi per l'aggregazione per le fasce più fragili della società. Il 15 febbraio 2013, in occasione della quarta serata del Festival di Sanremo, viene inaugurata nella città ligure una statua che rende omaggio a Mike e presentato il progetto dal testimonial Pippo Baudo.[49] L'8 settembre 2023 è stata inaugurata una targa davanti all'abitazione dove aveva vissuto, a Milano in via Giovanni da Procida; Inoltre il comune di Milano ha dedicato a Mike anche una via in zona Porta Nuova.[50][51][52]
Il 25 gennaio 2011 la salma di Mike Bongiorno fu trafugata a opera di ignoti dal cimitero di Dagnente, dove si trovava tumulata dalla sua morte. Dopo numerosi arresti e interrogatori di persone che chiedevano un riscatto, risultate tutte mitomani ed estranee alla vicenda, il feretro viene ritrovato, ancora intatto, l'8 dicembre nei pressi delle sponde del fontanile Saretta, nella periferia della campagna del comune di Vittuone, vicino a Milano.[53] I motivi del furto e i suoi autori sono tuttora ignoti e resta senza spiegazioni la totale assenza di richieste di riscatto. Per evitare un altro trafugamento, il giorno 12 dicembre, il corpo del presentatore venne cremato nel cimitero monumentale di Torino su decisione della moglie Daniela, in accordo con i figli, e le ceneri furono poi disperse nelle valli del Cervino in Valle d'Aosta.[54] Nello stesso anno, sempre su decisione dei familiari, anche la salma di Enrica Carello, madre di Mike, fu riesumata dal cimitero di Dagnente e tumulata al cimitero monumentale di Torino nell'edicola di famiglia, dov'era situata in origine.
Mike Bongiorno ha avuto tre mogli:
I figli maggiori hanno lavorato anche nella casa di produzione fondata da Mike e Daniela e diretta da quest'ultima: la Bongiorno Productions.
Oltre ai tre matrimoni, Bongiorno ebbe alcune relazioni, tra cui le più note sono quelle con l'attrice e soubrette Flora Lillo, durata cinque anni (dal 1956 al 1961) e molto burrascosa e tormentata, tanto che, quando terminò, la Lillo tentò il suicidio per due volte[55] e quella, di poco successiva, con la cantante e presentatrice televisiva Vanna Brosio.[56]
Mike Bongiorno è stato un grande appassionato di sport e tifoso della Juventus. Nel gennaio del 2003 ha presentato a Gubbio presso il Teatro Comunale uno speciale in prima serata su Rai 1, Una squadra per amico,[57] condotto insieme con Martina Colombari, che aveva come ospiti gli allora giocatori della squadra bianconera, insieme con l'allenatore dell'epoca, Marcello Lippi. La serata era per beneficenza, a favore di un ospedale pediatrico, l'Istituto Giannina Gaslini di Genova. Nel 1957, insieme al giornalista Rolly Marchi e al maestro di sci Gigi Panei, ideò a Courmayeur il Trofeo Topolino di sci alpino.[58] Si appassionò molto al mondo del tennis, sport che praticò per diversi anni con il suo maestro personale Mariano Marcucci, di Ascoli Piceno. Con lui inoltre partecipò anche ad una puntata di C'è posta per te di Maria De Filippi.
Mike Bongiorno era noto anche per le sue ricorrenti gaffe, che potevano essere causate da semplici lapsus (ad esempio gli capitò almeno due volte, dopo aver letto una domanda dei suoi quiz, di leggere per sbaglio anche la risposta), da grossolane storpiature di alcune parole (ad esempio, durante la conduzione del Festival di Sanremo 1997, sbagliò diverse volte nel pronunciare il titolo della canzone di Silvia Salemi, A casa di Luca, dicendo A casa di Lucia) e, soprattutto, dal pronunciare spesso frasi che lo portavano ad incappare in facili doppi sensi di natura sessuale oppure che risultavano fuori luogo nei confronti di un interlocutore che non conosceva a sufficienza (ad esempio gli è accaduto almeno due volte di chiedere ad una concorrente informazioni sul proprio marito e la donna lo informava di essere vedova). Tali gaffe sono diventate una sorta di marchio di fabbrica del presentatore, tanto da essere entrate nella memoria dei telespettatori di quegli anni ed essere riproposte in altre trasmissioni: ad esempio il programma Paperissima, nel corso delle sue edizioni, ha trasmesso numerosi blocchi costituiti da tali gaffe.
Nel corso della sua carriera non è mai stato chiarito se queste gaffe fossero frutto di una naturale ingenuità del presentatore o se invece fossero delle gag estemporanee (ad esempio, più di una volta il conduttore insistette su parole come "uccello" o "palla" e disse di non capire perché il pubblico ridesse) in modo da creare dei piccoli momenti comici, grazie al doppio senso, nel corso della trasmissione. Sebbene i suoi programmi fossero trasmessi quasi esclusivamente in differita, oltretutto, come già detto, queste gaffe non vennero mai "tagliate" dalle puntate messe in onda, neppure quelle apparentemente più imbarazzanti.
Quella che viene considerata la sua gaffe più nota sarebbe in realtà una leggenda metropolitana e fa riferimento a un episodio di cui non sembra esserci testimonianza: durante una puntata del telequiz Rischiatutto, la campionessa in carica Giuliana Longari avrebbe sbagliato la risposta di una domanda a tema ornitologico (secondo altre versioni si trattava invece di una domanda sul pittore Paolo Uccello) e Bongiorno avrebbe commentato con una frase del tipo: «Ahi, ahi, ahi! Signora Longari, mi è caduta sull'uccello!». Tale leggenda nasce probabilmente nel 1976 a causa della trasmissione satirica L'altra domenica di Renzo Arbore, in cui il presunto incidente veniva usato nelle gag che ironizzavano sui quiz televisivi. Il mito di quella ipotetica battuta potrebbe essere stato ispirato dalla puntata del 17 maggio 1973, quando furono poste ai concorrenti (tra i quali vi era una donna, Maria Luisa Migliari) alcune domande sull'ornitologia.[59] A nulla è servito il fatto che tale episodio sia stato smentito sia dalla Longari che da Bongiorno[60] e che non ne sia mai stata trovata la registrazione video. Esiste un filmato in cui Mike Bongiorno recita la frase in questione, che spesso viene erroneamente considerato la prova di questo episodio; tuttavia quel filmato non è tratto da Rischiatutto, in quanto il conduttore appare visibilmente più vecchio, con un look diverso rispetto a quello degli anni '70, e il filmato è realizzato a colori mentre le cinque edizioni del Rischiatutto furono tutte integralmente trasmesse in bianco e nero. Lo spezzone risale agli anni ottanta ed è stato estratto da una scena più ampia, in cui Mike Bongiorno stava parlando di questo presunto episodio, citandone la frase.[61]
Nell'agosto del 1997 lo yacht di Bongiorno venne fermato dalla guardia costiera di La Maddalena, a Porto Cervo, in quanto procedeva ad una velocità superiore rispetto a quella consentita. Alcuni giorni dopo Alberto Pinna, giornalista di Sassari, pubblicò un articolo sul Corriere della Sera - testata di cui era inviato - dal titolo Mike Bongiorno, formula 1 in mare. Il giorno dopo la pubblicazione di questo articolo, Mike convocò una conferenza stampa alla quale non venne invitato Pinna, il quale si presentò ugualmente, venendo accolto da Bongiorno con frasi ingiuriose. Per questo motivo il conduttore, nel dicembre 2000, venne condannato a tre mesi di reclusione, con pena sospesa, per aver diffamato, ingiuriato e minacciato Pinna, e dovette risarcire al giornalista cinque milioni come provvisionale per danni materiali e morali e pagare tre milioni di lire per le spese legali.[62] Nel gennaio 2005 venne assolto dai giudici della seconda sezione della Corte di Appello di Cagliari.[63]
Il caratteristico timbro di voce, l'inconfondibile stile di conduzione e la grande e longeva popolarità di Mike Bongiorno hanno fatto sì che molti imitatori ne reinterpretassero la personalità.
Una delle imitazioni più celebri è quella di Alighiero Noschese, che trasformò il saluto «Allegria!» in «Allergia!». Uno dei suoi più noti imitatori era Gigi Sabani, che lo imitò anche con Claudio Cecchetto, a Supersanremo, nel 1984, su Italia 1 nella canzone La fine del mondo, cantata al Festival di Sanremo 1989. Le caratteristiche più note del Mike Bongiorno di Sabani erano la pronuncia pedissequa di ogni parola anglosassone (es. "miche" per dire "Mike", "ieans" al posto di jeans oppure "blac iac" anziché black jack) e un forte risucchio al termine delle frasi, sebbene quest'ultimo fosse un'invenzione di Sabani stesso e non avesse riscontro nella realtà.
L'imitazione di Massimo Lopez metteva in risalto invece l'atteggiamento paternalistico del presentatore; il Mike Bongiorno di Lopez conduceva la trasmissione con tale concentrazione da non curarsi minimamente né di cosa gli dicessero i concorrenti (interpretati dai colleghi de Il Trio, Anna Marchesini e Tullio Solenghi) né degli incidenti in studio, continuando come se nulla fosse successo; ad esempio, faceva partire il cronometro senza aver letto la domanda - con vane proteste da parte del concorrente -, apriva la busta numero «tre» anche se era stata scelta la «due», continuava a parlare del marito della concorrente nonostante lei ripetesse di essere nubile. Tale imitazione ricorda un episodio avvenuto durante il Festival di Sanremo 1966: la valletta Carla Maria Puccini finse di svenire in diretta, Mike capì che si trattava di un espediente per attirare l'attenzione su di sé e proseguì imperterrito. Il Mike di Lopez esordì in Tastomatto (1985), in una parodia del tipico quiz di Bongiorno; in Allacciate le cinture di sicurezza (1990) un interrogatorio in tribunale si trasforma improvvisamente in telequiz; in Viva Napoli l'imitazione di Massimo Lopez sostituiva il Mike originale mentre quest'ultimo usciva dallo studio «per andare a ritirare i risultati della gara»; un Mike più invecchiato è riproposto da Lopez ne La carica di 101 su Radio 101.
Successivamente quella di Mike Bongiorno diventò un "classico" nel mondo delle imitazioni, tanto da essere spesso esageratamente standardizzata e con risultati altalenanti. Per questo, gli imitatori e i comici professionisti smisero di imitarlo almeno fino alla seconda metà degli anni duemila, quando lo showman Fiorello, nel corso della trasmissione radiofonica Viva Radio 2 lo trasformò in un personaggio fisso dei suoi sketch. L'imitazione di Fiorello faceva leva sulla sua cordialità e pacatezza durante la trasmissione, aspetto noto agli addetti ai lavori, contrapposta alle esplosioni di rabbia con cui, fuori onda, reagiva a comportamenti poco professionali dei concorrenti o dello staff. Il Mike di Fiorello aveva a che fare con i piccoli concorrenti di Genius (interpretati da Enrico Cremonesi), dal comportamento impertinente e poco educato nei suoi confronti; nonostante il presentatore tentasse di nascondere il fastidio durante la trasmissione, quando partiva la pubblicità li sommergeva di insulti e minacce, con un effetto esilarante. Sarà proprio grazie a queste imitazioni che tra i due nascerà un sodalizio artistico e una grande amicizia, tanto che Fiorello stesso, pochi anni dopo, sarà uno degli oratori presenti al funerale del presentatore. Durante il suo discorso di commiato, Fiorello fece un'ultima imitazione dell'amico, pronunciando la frase "Se potesse parlare adesso mi direbbe: bravo, hai messo la cravatta!" e terminando con la battuta (pronunciata con la voce di Mike) "Hai visto? Mi hanno dato il duomo di Milano... a Baudo non l'avrebbero mica dato". Mike divenne ospite telefonico fisso nell'ultima serie del programma radiofonico di Fiorello e nel 2008 il critico televisivo Aldo Grasso decise di raccontare il "Fenomeno Fiorello" con il libro Fenomenologia di Fiorello con allegato un cd dal titolo: «Pronto, c'è Mike?» compilation,[64] realizzato dal dj Corrado Rizza,[65] proprio con le più belle telefonate tra Fiorello e Mike Bongiorno durante la trasmissione radiofonica Viva Radio 2.
Eccetto Ragazze d'oggi, Il prezzo della gloria e I miliardari, il presentatore interpretò sempre se stesso.
Nel film Il prezzo della gloria Mike Bongiorno è stato doppiato da Stefano Sibaldi, mentre in I miliardari a prestargli la voce è Nino Manfredi.
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