cantante, conduttrice televisiva, attrice e produttrice discografica italiana naturalizzata svizzera (1940-) Da Wikipedia, l'enciclopedia libera
Mina Anna Mazzini[6], nota semplicemente come Mina (Busto Arsizio, 25 marzo 1940) è una cantante, produttrice discografica, conduttrice televisiva ed ex attrice italiana naturalizzata svizzera.[2]
Mina | |
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Nazionalità | Italia Svizzera |
Genere | Pop[1][2] Musica leggera[3][4][5] |
Periodo di attività musicale | 1958 – in attività |
Etichetta | Italdisc, Ri-Fi, PDU |
Album pubblicati | 116 |
Studio | 74 |
Live | 3 |
Colonne sonore | 1 |
Raccolte | 40 |
Sito ufficiale | |
Soprannominata La tigre di Cremona,[7] è considerata una delle più grandi interpreti nella storia della musica pop italiana.[8][9][10][11]
È nota per le qualità vocali e per essere stata protagonista negli anni sessanta e settanta in numerosi spettacoli televisivi diffusi dalla Rai. La sua vocalità è caratterizzata da grande ampiezza ed estensione, capace di coniugare la potenza canora con la duttilità, ed è sostenuta da una tecnica saldissima; Mina si distingue anche per le doti interpretative e l'eclettismo, che l'hanno portata ad affrontare con successo generi musicali spesso lontani tra loro.[12]
Con oltre 150 milioni di album venduti, è l'artista musicale italiana con più dischi venduti nel mondo.[13][14][15] Durante la sua carriera, iniziata alla fine degli anni cinquanta e tuttora in corso, Mina ha interpretato più di 1 500 brani, ottenendo primati e ricevendo premi e riconoscimenti, con due partecipazioni al Festival di Sanremo, tre alla Mostra internazionale di musica leggera, una Targa Tenco e l'assegnazione dell'onorificenza di Grande ufficiale al merito della Repubblica italiana. Sulla scena internazionale ha raccolto il plauso di artisti quali Frank Sinatra,[16] Louis Armstrong,[17] Antony and the Johnsons,[18] Mónica Naranjo,[19] Liza Minnelli,[20] Céline Dion,[21] Luciano Pavarotti,[22] Plácido Domingo[23] e Sarah Vaughan.[24]
Mina Mazzini nasce a Busto Arsizio il 25 marzo 1940, in un periodo in cui la famiglia viveva temporaneamente nell'Altomilanese bustocco; nel 1943, quando Mina ha tre anni, fanno ritorno a Cremona. Poco tempo dopo il trasferimento nasce Alfredo, fratello minore di Mina che, come la sorella, intraprenderà la carriera di cantante con lo pseudonimo "Geronimo", ma che morirà in un incidente stradale nel 1965, a ventidue anni.
All'età di tredici anni, il padre la iscrive alla Canottieri Baldesio, società sportiva frequentata dalla borghesia cremonese. Diventa una discreta nuotatrice, partecipa a diverse gare e in una competizione regionale si classifica seconda.[25] Proprio sul bordo della piscina, intorno ai sedici anni, conosce il suo primo fidanzato, Daniele Parolini, terzino della Cremonese, che diventerà poi cronista sportivo al Corriere della Sera.[25]
A infonderle l'amore per la musica è sua nonna Amelia, cantante lirica, che insiste affinché prenda lezioni di pianoforte, ma l'approccio allo studio di uno strumento non è fatto per lei.[26] Dopo aver concluso le scuole medie presso il collegio di suore della Beata Vergine, inizia a frequentare l'istituto tecnico commerciale "Eugenio Beltrami" di Cremona, ma tale indirizzo non risponde alle sue inclinazioni e alla fine del quarto anno lascia la scuola, volgendosi a ciò che più la appassiona. Ha altri interessi, ama leggere, soprattutto libri di fantascienza, ma cantare è ciò a cui si dedica con più slancio e passione. Si esibisce già a scuola, su richiesta dei compagni, nei momenti di ricreazione.[27]
Una notte dell'estate del 1958, quando la famiglia Mazzini si trova per le vacanze a Forte dei Marmi, gli amici di Mina la sfidano a salire sul palco della Bussola di Marina di Pietrasanta, dopo che l'orchestra di Don Marino Barreto Junior ha finito di suonare.[28] Lei accetta, si fa dare il microfono dallo stesso Barreto e si esibisce senza alcun imbarazzo. Il proprietario del locale, Sergio Bernardini, nelle sere successive dovrà frenarla dal salire continuamente sul palco per cantare.[28]
Nel 1958 è descritta come una ragazza solitaria, tranquilla e allo stesso tempo irrequieta, sensibile e piena di un entusiasmo che cela una profonda timidezza.[29] È dotata di una voce e di una musicalità fuori dal comune, coltivate dall'ascolto di cantanti americani quali Frank Sinatra, Sarah Vaughan, Ella Fitzgerald ed Elvis Presley e di una gestualità stravagante che si accompagna all'innato senso del ritmo.[30]
In quegli anni a Cremona è presente un gruppo musicale che sta riscuotendo un certo successo: gli "Happy Boys".[31] La band, fondata nel 1949 da Nino Donzelli, di cui fanno parte anche il fratello Renzo alla chitarra, il pianista Giorgio Levi, il cantante-bassista Giacomo "Micio" Masseroli e il batterista Fausto Coelli, diventa ben presto famosa nelle balere del cremonese, nonché a Mantova, Parma e Piacenza. In un afoso pomeriggio di fine agosto del 1958, il giorno dopo aver assistito a una loro esibizione al Circolo Filodrammatici di Cremona, e dopo una sola settimana dalla sua prima improvvisata esibizione alla Bussola, Mina si reca a casa di Nino e Renzo Donzelli, proponendosi come cantante. Una rapidissima dimostrazione delle proprie doti vocali e i fratelli la accolgono subito nel gruppo, che aveva già in programma varie serate nelle balere della zona per i giorni successivi.[31] Desiderosa di parteciparvi, prova per tutta la settimana e fa la sua prima apparizione con gli Happy Boys il 14 settembre del 1958 a Croce Santo Spirito, una frazione di Castelvetro Piacentino. Viene presentata con il nome di "Mina Georgi" e il pubblico ne rimane entusiasta.[32]
Il debutto vero e proprio avviene tuttavia qualche giorno più tardi, il 23 settembre 1958, a Rivarolo del Re, comune del cremonese: gli Happy Boys devono esibirsi alla serata finale della rassegna insieme a due cantanti famosi in quel periodo, Natalino Otto e Flo Sandon's, interpreti di molti successi e reduci da una partecipazione al Festival di Sanremo.[33] L'esibizione di Mina è coinvolgente, a tal punto che il pubblico chiede a gran voce il bis.[34] Tra gli organizzatori, se pur soddisfatti, c'è un certo imbarazzo, poiché il bis era previsto per Natalino Otto e Flo Sandon's, i quali se ne vanno un po' risentiti.[35] Alcuni anni dopo, Flo Sandon's, trovandosi ospite a Canzonissima e ricordando l'episodio con lei, allora presentatrice della trasmissione, ammise pubblicamente: «Quella volta tu, Mina, mi hai rovinato la serata». La stessa Mina ha ricordato quella prima volta a Rivarolo sul quotidiano La Stampa del 22 settembre 2008:
«Cinquant'anni spaccati fa, una lungagnona col vestito da cocktail sottratto di nascosto alla madre, saliva sul palco traballante di una balera lombarda. Si ricorda che l'abito era blu e bianco. Lucido. Si ricorda che dopo aver cantato la prima canzone, il titolo? no, è troppo, si arrabbiò perché la gente applaudiva. «Io canto per me. Cosa c'entrano loro?». Non aveva le idee chiare. O forse era troppo lucida. Si ricorda che alla fine di quella primissima esperienza scappò via perché i genitori non sapevano... non volevano. A diciott'anni era d'obbligo ubbidire. Ma non l'aveva fatto. E doveva correre a rimettere l'abito a posto il più in fretta possibile. Si ricorda che poco dopo, dietro le sue insistenze, il padre aveva convinto la madre a lasciarla fare: «Tanto, cosa vuoi, durerà qualche settimana questa follia. Lasciamola fare». La lungagnona, invece, è ancora qui che rompe le scatole con quel piccolo meccanismo misterioso che sono le canzoni. Che lei ama e rispetta. E... e... e la lungagnona non si ricorda altro.»
e sul settimanale Vanity Fair del 5 ottobre 2011, ricordando Flo Sandon's scrisse:
«Ho un dolcissimo ricordo di Flo Sandon’s che ho visto la primissima volta che sono salita su un palco. Lei e il marito, il grande Natalino Otto, erano le star della serata. Io, sconosciutissima, cantavo con un gruppo cremonese, per la prima volta, appunto. Eravamo in una classica balera lombarda. Alla fine ricordo che mi dissero: "Lei farà strada". La prima cosa che mi stupì fu il fatto che mi dessero del lei e poi pensai: "... Questi due... son matti...".»
Gli Happy Boys sono entusiasti di Mina e Nino Donzelli invita il titolare della Italdisc, Davide Matalon, ad assistere all'esibizione successiva prevista a Casteldidone.[35]
Davide Matalon all'inizio è un po' titubante, ma viene convinto dal suo consulente musicale Giulio Libano che, dopo aver ascoltato Mina, ne rimane colpito molto favorevolmente. Le fa quindi incidere quattro canzoni: Be Bop a Lula e When con l'etichetta Broadway e con il nome d'arte "Baby Gate"; Non partir e Malatia con l'etichetta Italdisc e il nome reale Mina. In attesa di capire quale delle due immagini artistiche avrebbe avuto maggior successo di pubblico, in questa primissima fase della carriera, Mina e il suo alter ego Baby Gate convivono sul mercato.[38]
Per saggiarne le potenzialità, Matalon la fa partecipare alla Sei giorni della canzone, competizione canora milanese ripresa dalla televisione. Il 1º dicembre 1958, con il brano Proteggimi, Mina partecipa alla serata inaugurale al Teatro Smeraldo. Il presentatore è Corrado e l'ospite d'onore Mike Bongiorno. Arriva seconda (alle spalle di Wera Nepy con Chiamami autunno) e ottiene un successo travolgente.[39]
Matalon offre agli Happy Boys l'opportunità di una tournée in Turchia, ma i genitori di Mina si oppongono; soprattutto il padre non vuole che la figlia abbandoni definitivamente la scuola. Anche Fausto Coelli decide di non partire per ragioni familiari. Rimasti a Cremona, Mina e Fausto decidono di formare un nuovo gruppo e, insieme a Lino Pavesi al sax, Lamberto "Memo" Fieschi al piano, Ermanno Scolari al contrabbasso ed Enrico Grossi alla chitarra, fondano "I Solitari".[40]
Il nuovo complesso debutta l'11 gennaio 1959 nella tavernetta dell'Hotel Continental di Cremona e, forte della crescente popolarità di Mina, riceve subito una serie di richieste dai locali della zona, ma anche da fuori provincia, come il night club El Maroco di Milano e l'Hotel Moresco di Ischia.[41] Nel frattempo i due dischi di Mina editi dalla Italdisc superano tutte le aspettative e, in un'epoca in cui vendere 70 000 copie è un'impresa, i due 45 giri superano separatamente la quota di 100 000.[42] Matalon le fa firmare un contratto di tre anni, fino al 1961, con l'impegno di incidere entro l'anno due 45 giri, ossia 4 canzoni. Come di consueto allora, i pezzi da incidere sono scelti tra le canzoni del Festival di Sanremo di quell'anno. La scelta cade su Nessuno, un brano melodico cantato da Wilma De Angelis. Mina, con grande verve, ne stravolge la linearità cantandola in maniera sincopata e in fortissimo.[43] La prima interpretazione pubblica di Nessuno nella nuova versione avviene poco tempo dopo a una nuova edizione della Sei giorni della canzone, in un affollatissimo Palazzo del Ghiaccio di Milano.[44][45]
Matalon trova finalmente uno spazio in televisione per un suo artista, grazie all'interesse suscitato da Mina, che debutta alla Rai il 1º marzo 1959, nella seguitissima trasmissione Lascia o raddoppia? condotta da Mike Bongiorno, sempre con il brano Nessuno.[46]
Proprio in quegli anni vanno affermandosi giovani cantanti, come Adriano Celentano, Tony Dallara, Giorgio Gaber, Betty Curtis, Joe Sentieri, Little Tony e altri, che propongono in italiano un nuovo genere proveniente dagli Stati Uniti: il rock and roll. La stampa conia per loro il termine di urlatori.[47] Il 4 aprile 1959 Mina viene chiamata a partecipare a una puntata de Il Musichiere di Mario Riva dedicata agli urlatori: al centro della scena un juke-box dal cui retro escono i cantanti; Mina canta ancora una volta il suo successo del momento, Nessuno.[48]
L'ultimo 45 giri inciso come Baby Gate è Splish Splash, presentato il 29 agosto 1959 nel programma Buone vacanze. Successivamente lo pseudonimo viene abbandonato, vista l'esplosione del fenomeno-Mina. Con Nessuno partecipa anche a Canzonissima 1959, condotta da Delia Scala, Paolo Panelli e Nino Manfredi, in cui duetta tra gli altri con Wilma De Angelis, interprete originale della canzone, e successivamente con Tonina Torrielli nel brano Tua, presentato al Sanremo di quell'anno da Jula de Palma[49] e dalla stessa Torrielli. Sempre nel 1959 arrivano i primi riconoscimenti: il "Juke Box d'oro" e il "Microfono d'oro".[50][51]
Il 16 gennaio 1960, con Tintarella di luna, canzone scritta da Franco Migliacci e Bruno De Filippi, Mina raggiunge per la prima volta la prima posizione in hit-parade:[52] il brano, dopo aver ottenuto un grandissimo successo anche all'estero, diventa un vero e proprio simbolo dell'epoca,[53] e viene inserito nei film Urlatori alla sbarra e Juke box - Urli d'amore, tra i primi esempi di musicarelli. Presto le viene attribuito il soprannome con cui ancora oggi è nota anche fuori dai confini nazionali, "La tigre di Cremona"; leggenda vuole che il soprannome sia stato coniato per lei dalla conterranea giornalista e amica Natalia Aspesi,[54] che però ha smentito.[55]
Nel 1960 partecipa alla decima edizione del Festival di Sanremo: il 28 gennaio presenta Non sei felice in doppia esecuzione con Betty Curtis; il 29 gennaio È vero in doppia esecuzione con Teddy Reno. Il 30 gennaio si ripresenta con È vero. La canzone si classifica al settimo posto, ma per Mina è comunque un successo: per la richiesta dei suoi dischi, la Italdisc è costretta alla pubblicazione di due o tre nuovi 45 giri al mese.[56] Nello stesso anno è tra i protagonisti del film Urlatori alla sbarra, insieme ad Adriano Celentano, Brunetta, Chet Baker, Joe Sentieri e altri ancora.
In seguito esce Il cielo in una stanza, brano scritto da Gino Paoli e arrangiato da Tony De Vita, che il 15 ottobre 1960 raggiunge la prima posizione, mantenuta per 14 settimane, e diventa il 45 giri più venduto dell'anno, sfiorando nel tempo i 2 milioni di copie vendute:[57] entrerà in classifica anche in Spagna (Cielo en casa) e negli Stati Uniti (The World We Love in), dove raggiungerà la posizione numero 90 di Billboard.[58][59] Il cielo in una stanza rimane in assoluto uno dei suoi massimi successi e può considerarsi una prima evoluzione nella carriera di Mina, che da urlatrice scanzonata (contemporaneamente usciva Una zebra a pois) si rivela anche interprete sensibile e raffinata della canzone d'autore.[60][61]
Partecipa come ospite fissa alle sei puntate del programma televisivo Sentimentale, dove presenta la già citata Una zebra a pois e Briciole di baci. Inoltre ritorna a Canzonissima, dove nel corso delle varie puntate propone alcune tra le sue incisioni più recenti (Tintarella di luna, Il cielo in una stanza, Folle banderuola ed È vero, in duetto con Umberto Bindi), unitamente a brani come Na sera 'e Maggio (con cui giunge alla finale), O Sarracino, Ma l'amore no e Violino tzigano (in duetto con Marino Marini); interpreta anche la sigla finale Due note.[62][63]
Mina è oramai famosa[64] e in questo periodo inizia a conoscere anche i lati negativi della troppa notorietà, primo su tutti l'interesse spesso assillante da parte della stampa, alla continua ricerca di relazioni sentimentali e flirt, per lo più inventati, che possano scandalizzare.[65] In questi anni e in quelli a venire, sarà uno dei personaggi più fotografati e richiesti dai giornalisti. Il settimanale TV Sorrisi e Canzoni le dedica un gran numero di copertine: dalla prima nel 1959, alla più recente nel 2020, in occasione del suo ottantesimo compleanno.[66]
Nel 1961 è in gara al Festival di Sanremo e in questa occasione ha luogo un atteggiamento inconsueto da parte della stampa e degli organi di comunicazione in generale, che la danno subito per vincente, adulandola, forse al fine di aumentare l'interesse verso l'evento musicale.[67][68] Il 26 gennaio si esibisce con Io amo tu ami in doppia esecuzione con Nelly Fioramonti. Da sempre molto incline a tonsilliti, il 27 gennaio, con un'infiammazione alla gola, presenta Le mille bolle blu, in doppia esecuzione con Jenny Luna.[69] La canzone risulta però troppo moderna per il pubblico sanremese, e il suo gesto ormai celebre, quello delle dita che scivolano sulla bocca ad ogni ritornello, viene colto da una parte degli spettatori come uno sberleffo, una mancanza di rispetto nei loro confronti.[67][70] L'atmosfera si surriscalda quando i giornalisti raccolgono questo malcontento e contrappongono a Mina quella che diventò poi, per qualche tempo, la sua virtuale rivale, Milva.[71] Il 28 gennaio arriva in finale con entrambe le canzoni. Si classifica al quarto posto con Io amo tu ami e al quinto con Le mille bolle blu.[72] Le premesse della vigilia erano ben diverse e per Mina è emotivamente un brutto colpo; la cantante viene colta da crisi di pianto e dichiara di non volere più partecipare a gare canore, Festival di Sanremo compreso.[69] Una promessa fatta a se stessa e sempre mantenuta.
L'esperienza sanremese è una doccia fredda che la cambia profondamente,[73] ma la sua popolarità non viene minimamente intaccata e Le mille bolle blu riscuote un notevole successo di vendite e di ascolti (in quegli anni infatti la misura del successo di un brano era evidenziata anche dalle "gettonature" nei juke-box).[74]
Scrive Indro Montanelli: "Quel demonio di ragazza ce la faceva, anche con le bolle, o malgrado le bolle (...), interpreta alla perfezione il suo tempo, i suoi gusti, i suoi disgusti (...) c'è dentro fino ai capelli (...)".[75]
Nell'aprile del 1961, accompagnata dal suo impresario Elio Gigante, parte per la Spagna, dove viene accolta nel migliore dei modi[76] e nel mese di maggio, con al seguito anche il maestro Bruno Canfora, intraprende un tour in Giappone. Nel paese del Sol levante, infatti, canzoni come Tintarella di luna e Il cielo in una stanza sono già popolarissime. Per l'occasione Canfora compone la hit Anata to watashi (Tu ed io), che Mina interpreta in giapponese insieme ad altri successi.[77] In agosto debutta a Caracas, dove partecipa al popolarissimo Renny show sul Canale 2 della TV venezuelana: anche qui riscuote un successo clamoroso.[78]
Il rientro in Italia coincide con la messa in onda del programma TV Studio Uno, per la regia di Antonello Falqui, inaugurando anche il Secondo Programma (l'attuale Rai 2: nel 1981 la stessa Mina interverrà brevemente durante la rubrica del TG2 Spazio Sette, in occasione del ventennale del Secondo Programma,[79]): non è previsto un vero e proprio conduttore, ma vari personaggi che si avvicendano di volta in volta, come Don Lurio, il Quartetto Cetra, Sandra Mondaini e le Gemelle Kessler[80]. Mina si esibisce alternando brani del suo recente repertorio (Anata to watashi, Bum, ahi! Che colpo di luna di Lelio Luttazzi, Chi sarà, Sciummo, Moliendo café, Cubetti di ghiaccio, Un tale, Giochi d'ombre, ecc.) a fantasie musicali "a tema" (come la canzone napoletana) o dedicate a un singolo autore, come George Gershwin, del quale incide su disco una versione di Summertime dopo averla accennata in trasmissione.[81][82] Molte delle canzoni presentate a Studio Uno vengono incise nell'LP Moliendo café del 1962.
Agli inizi del 1962 Mina torna di nuovo in Spagna, dove appare anche in alcuni programmi televisivi.[76] Subito dopo si reca in Francia, dove si esibisce con successo nel tempio francese della musica: il Teatro Olympia di Parigi.[76] Gerhard Mendelson, produttore dell'etichetta discografica Polydor, le propone l'incisione di alcuni brani per il mercato tedesco: la cantante accetta, inaugurando una felice collaborazione col maestro Werner Scharfenberger. Insieme registrano a Vienna Wenn du an Wunder glaubst (versione tedesca de Il cielo in una stanza) e Heißer Sand, primo di una lunga serie di brani scritti per lei proprio dal maestro. Sempre a Vienna, Mina registra un varietà televisivo incentrato su di lei;[83] ad affiancarla uno dei più popolari cantanti tedeschi dell'epoca, Peter Kraus, del quale Mina interpreta per l'occasione alcuni brani. Il 12 marzo 1962 appare anche alla tv tedesca nel programma Herzlichst Ihr Peter Kraus, dove presenta Heißer Sand. Gli elogi per la sua voce sono numerosi e in soli dieci giorni il disco vende 40 000 copie,[84] attestandosi poi, grazie alle cospicue vendite, al primo posto delle classifiche tedesche, mantenendone il vertice per nove settimane.[85] Il successo di Heißer Sand porta alla realizzazione di numerose altre incisioni per il mercato tedesco[74] e sempre in Germania, entrano in classifica nel 1962 Fiesta brasiliana e Tabu, seguite nel 1963 da Capitano, Mister twist, Bis zum nächsten Mal, Ja, die Liebe lebe hoch e Fremdes Land. Fiesta brasiliana viene anche inserita nel film Das haben die Mädchen gern, sempre con Peter Kraus.
Nel frattempo ritorna al vertice dell'hit-parade italiana con Renato, del sudamericano Alberto Cortez. Sul retro del 45 giri c'è Eclisse twist, colonna sonora del film L'eclisse di Michelangelo Antonioni (che segue scrupolosamente la realizzazione del brano). Contemporaneamente Mina, in veste di attrice, recita in Appuntamento in Riviera, film sulla falsariga del precedente Appuntamento ad Ischia, che riesce a ripeterne il grande successo.[86] Nello stesso periodo vanno in onda i caroselli registrati per l'Industria Italiana della Birra, in cui Mina veste i panni di celebri attrici: Marilyn Monroe, Rita Hayworth, Judy Garland, Joséphine Baker, Anna Magnani, e altre.[87]
Nel maggio del 1962 debutta a Buenos Aires, suscitando anche in questa occasione grande entusiasmo,[88] mentre nel mese di luglio, da un referendum svoltosi tra gli appassionati di musica leggera in Germania, Austria e Svizzera tedesca, Mina risulta la cantante più popolare;[89] quasi certamente è la cantante più pagata del momento in Europa.[90] Il 5 agosto 1962 partecipa al programma di Antonello Falqui Eva ed io, dove propone il nuovo 45 giri Chihuahua, che confluisce insieme ad altri nel quinto LP Italdisc, intitolato Renato. Il 30 settembre si esibisce nel programma tv Alta pressione, in cui presenta il fratello Alfredo che canta La gente ci guarda. Il 12 ottobre va nuovamente in onda Canzonissima e Mina partecipa a quattro delle dodici puntate, giungendo alla finale del 6 gennaio 1963 con Il cielo in una stanza. Inoltre Mina canta (senza apparire) la sigla finale Stringimi forte i polsi, scritta tra gli altri da Dario Fo, che con Franca Rame sarà sospeso dalla conduzione del programma per i forti toni della sua satira politica, e sostituito da Tino Buazzelli e Sandra Mondaini.
Il 18 aprile 1963, alla Clinica Mangiagalli a Milano, nasce il suo primo figlio Massimiliano, concepito in seguito all'unione con Corrado Pani, a quell'epoca ancora sposato con l'attrice Renata Monteduro. La maternità causa a Mina l'allontanamento dalla Televisione di Stato, mentre una parte della stampa la addita come peccatrice pubblica per la sua relazione illecita.[91] Il pubblico le dimostra comunque affetto e, quando riappare alla Bussola di Focette in Versilia in alcuni concerti nell'agosto di quello stesso anno, l'accoglienza per Mina è calorosissima e il successo supera ogni aspettativa.[92] Durante tutto il 1963 le uniche apparizioni della cantante sul piccolo schermo sono alcuni caroselli dell'Industria Italiana della Birra girati alla fine del 1962 e messi in onda da aprile ad agosto. Nove anni dopo Mina ricorderà questo periodo in un'intervista su Playboy:
«Il massimo è stata una foto su "Epoca" dove io ridevo con Corrado con il mio pancione, tranquilla, e sotto scritto "Cosa avrà da ridere?", guarda che è il massimo, me la ricorderò tutta la vita una cosa del genere. Per cui capisci tu l'atteggiamento della stampa: me ne hanno tirato addosso delle badilate e la gente non si è lasciata condizionare da questo fatto, l'ha superato.»
Oltre alla mera nota biografica, la vicenda di Mina contribuisce a una vera e propria evoluzione nel costume italiano: di fatto il pubblico non manca di esprimere la propria solidarietà, chiedendo e aspettando il suo ritorno alle scene.[74] A tal proposito, ancora Mina su Playboy:
«...mai vista una serie così di regali da tutta Italia, di lettere, "Stai tranquilla", per la strada mi dicevano, "Non ti devi preoccupare".»
Dopo il successo estivo di Stessa spiaggia stesso mare (incisa anche da Piero Focaccia), nell'ottobre 1963 la Italdisc pubblica un omonimo album e un 45 giri contenente un twist dal titolo Vulcano, ma Mina è già passata alla Ri-Fi, fino ad allora media etichetta discografica, nonché l'unica a darle fiducia in questo periodo di ostracismo. Nel dicembre 1963 esce un disco tris composto da Città vuota/È inutile/Valentino vale: il 45 giri, grazie a Città vuota, una delle sue più celebri canzoni, scala immediatamente la hit-parade arrivando alla posizione numero 1 nell'aprile dell'anno successivo. Dopo la nascita di Massimiliano, la relazione con Pani entra in crisi, come lui stesso ricorda: «Era fatale che finisse così, io lavoravo molto, lei quasi più di me. Eravamo costretti a vederci raramente. Il momento magico si era spento. Mina inoltre, aveva conosciuto Martelli, così io mi ritirai». Con Augusto Martelli Mina vivrà fino alla fine degli anni sessanta.[94]
Il 10 gennaio 1964 Mina ritorna in televisione nel programma di Mike Bongiorno La fiera dei sogni, dove presenta Città vuota ed È inutile.[74] Tre mesi dopo partecipa nuovamente al programma lanciando È l'uomo per me, con cui riconferma la sua leadership in hit-parade, rimanendo al primo posto per 9 settimane. Il 2 maggio la Rai manda in onda Alla ribalta 2 - Speciale per Mina, dove la cantante propone Prendi una matita, Munasterio 'e Santa Chiara ed È l'uomo per me.[95] Esegue poi una fantasia di successi di Gigliola Cinquetti, Rita Pavone e Ornella Vanoni, le colleghe più popolari del momento. Allo show partecipano ospiti come Adriano Celentano, Johnny Dorelli, Gorni Kramer, Lelio Luttazzi, Ugo Tognazzi e altri. Alla fine del mese esce il nuovo 45 giri Un buco nella sabbia, un brano a tematica balneare, che ricalca lo stile della Mina prima maniera e che ottiene un notevole successo in Giappone: Suna ni kieta namida, la versione in lingua, giunge al primo posto in classifica. Alla fine dell'anno Mina viene eletta "migliore artista internazionale" proprio in Giappone.[96]
Un buco nella sabbia viene cantato dal vivo assieme a È l'uomo per me nel programma di fine estate Teatro 10, diretto da Antonello Falqui e con Lelio Luttazzi. Gli applausi scroscianti del Teatro delle Vittorie dimostrano l'affetto e il sostegno del pubblico nei confronti di Mina, ormai definitivamente riesplosa dopo lo "scandalo". La cantante si esibisce seduta al pianoforte accanto a Luttazzi, in una fantasia di canzoni scritte dal musicista triestino: alcune come Bum, ahi che colpo di luna, Sentimentale e Una zebra a pois, portate al successo proprio da Mina qualche anno prima.
Nel settembre 1964 Mina si esibisce per la prima volta in Canada grazie al cantante fiorentino Narciso Parigi, amico di Johnny Lombardi, organizzatore di eventi musicali importanti.[97]
Esce inoltre il primo album per la Ri-Fi, intitolato Mina e quasi interamente composto da cover straniere: gli unici due brani in italiano sono E se domani e Non illuderti. E se domani era stato presentato da Fausto Cigliano e Gene Pitney al Festival di Sanremo di quell'anno, con un buon successo di pubblico e di critica, ma senza arrivare in finale; Carlo Alberto Rossi, autore ed editore del brano, convince Mina a recuperarlo e inserirlo nel suo album, di cui rimane uno dei brani di punta. Mina viene eletto "migliore album dell'anno" dalla critica specializzata, riconoscimento che vale alla cantante l'"Oscar del disco '64". E se domani viene in seguito ricantato e proposto come retro di due singoli: Un anno d'amore, uscito alla fine del 1964, e Brava (1965). Il 45 giri Un anno d'amore costituisce il suo personale record di permanenza in classifica con tredici settimane consecutive al numero 1 dell'hit-parade, successo probabilmente dovuto all'accoppiata su un unico supporto di due delle sue canzoni più apprezzate. In settembre esce un 45 giri che comprende le canzoni Io sono quel che sono e Tu farai, presentate nel programma TV Il macchiettaro.
Nel 1965 Antonello Falqui riporta Mina in TV come conduttrice di Studio Uno.[74] La formula è più o meno la stessa precedentemente utilizzata: in ogni puntata Mina esegue brani del proprio repertorio come Brava (un divertissement ideato dal maestro Bruno Canfora per evidenziare le sue doti di agilità ed estensione vocale), e fantasie musicali a tema, per esempio tratte dall'ultimo Festival di Sanremo, di cui incise su 45 giri Se piangi, se ridi di Bobby Solo, canzone vincitrice. Nella rubrica L'uomo per me, Mina ospita Nino Manfredi, Vittorio Gassman, Totò, Walter Chiari, Alberto Sordi, Amedeo Nazzari, Marcello Mastroianni, Ugo Tognazzi, Enrico Maria Salerno, Peppino De Filippo, Adriano Celentano, Rossano Brazzi, duettando e interpretando divertenti sketch, da allora continuamente riproposti dalla Rai.[74] Al termine del programma, il cast al completo, composto da Luciano Salce, le Gemelle Kessler, Paolo Panelli, Milly e Mina, propone una fantasia musicale abbinata a un quiz settimanale; la sigla finale cantata da Mina è Soli, di Antonio Amurri e di Bruno Canfora, direttore d'orchestra di questa e delle successive edizioni del programma. Viene pubblicato l'album Studio Uno, una raccolta dei suoi singoli di maggior successo nel biennio '64/'65 (eccetto il successivo Ora o mai più): l'LP risulterà il più venduto dell'anno.
Inoltre, a partire da quell'anno, la cantante inizia a girare numerosi caroselli anche per la Barilla, diretta da registi come Piero Gherardi e Valerio Zurlini: gli spot realizzati sono in tutto una sessantina e vengono girati fino alla fine del 1970. Molti anni dopo saranno riproposti in VHS e DVD, dato l'immutato interesse per il personaggio, per la bellezza dei costumi, delle location e delle canzoni presentate. A luglio del 1965 Mina partecipa alla Mostra Internazionale di Musica Leggera di Venezia con la sua canzone per l'estate L'ultima occasione, già cantata da Tony Del Monaco (che l'aveva scritta assieme a Jimmy Fontana), e in seguito ripresa da Tom Jones. In autunno partecipa a due puntate de La prova del nove, dove fra l'altro ripropone il successo Due note, arrangiato dal maestro Gianni Ferrio. La sigla finale de La prova del nove è la già citata Ora o mai più, ennesimo 45 giri che raggiunge i vertici della hit-parade. Viene anche incluso come brano d'apertura nella raccolta Mina & Gaber: un'ora con loro, realizzata dalla Ri-Fi con le incisioni più recenti dei due artisti, all'epoca compagni di scuderia.
Il 1966 si apre con la pubblicazione di un 45 giri che comprende due delle canzoni partecipanti a Sanremo di quell'anno: Una casa in cima al mondo (presentata da Pino Donaggio e Claudio Villa) e Se tu non fossi qui (di Carlo Alberto Rossi e Marisa Terzi, presentata da Peppino Gagliardi e Pat Boone). Come ormai d'abitudine, Mina recupera i brani "festivalieri" che le sembrano più adatti, facendoli divenire successi personali. Dopo il successo dell'anno precedente, nel 1966 Mina viene riconfermata come conduttrice di Studio Uno.[74] Inizialmente lo show prevede dodici puntate, tutte con Mina. Ma la cantante non sembra intenzionata ad assumere impegni per un tempo così lungo; pertanto la trasmissione viene divisa in quattro cicli di cinque puntate ciascuno. Ogni ciclo viene affidato a una primadonna diversa: nei primi tre appaiono rispettivamente Sandra Milo, Ornella Vanoni e Rita Pavone; nell'ultimo è la volta di Mina. L'accoglienza è talmente entusiastica che si decide per i programmi successivi di scegliere unicamente Mina. In ogni puntata la cantante è in compagnia di un ospite d'onore con cui duettare solamente, come Gilbert Bécaud o Romolo Valli, oppure di personaggi comici destinati anche a farle da spalla, come Paolo Panelli, Totò, Alberto Sordi, con i quali vengono messi in atto momenti comici, diventati poi spezzoni cult della televisione italiana. Ritornano inoltre le fantasie musicali, che quell'anno sono dedicate a Giovanni D'Anzi, Carlo Alberto Rossi, Gorni Kramer, Armando Trovajoli, e Bruno Canfora. Anche in questa nuova edizione di Studio Uno, Mina lancia le sue più recenti incisioni: nella prima puntata si presenta con Sono qui per te, scritta da Lina Wertmüller, coautrice del programma, e prosegue con la celeberrima Se telefonando, scritta da Maurizio Costanzo e Ghigo De Chiara su musica di Ennio Morricone. Stranamente Se telefonando si fermerà all'ottavo posto in classifica, dove rimase per venti settimane, diventando però nel tempo un vero e proprio evergreen e una delle canzoni italiane più note in assoluto, votata come la preferita tra le tante interpretate dalla cantante da un pubblico partecipante a un sondaggio web nel 2010.[98]
Nella seconda puntata Mina presenta Ta-ra-ta-ta, mentre nell'ultima (all'interno dello spazio dedicato ad Alberto Sordi) canta Breve amore (You Never Told Me), colonna sonora scritta da Piero Piccioni e dallo stesso Sordi per il film Fumo di Londra. Lo sketch di Sordi con Mina a Studio Uno '66 è uno dei più replicati della trasmissione nel corso degli anni, assieme a quelli con Totò, ospite d'onore in entrambe le edizioni. Il singolo contenente Ta-ra-ta-ta e Breve amore diviene il 45 giri di Mina più venduto del 1966. La sigla finale del programma è Mai così, scritta da Lina Wertmüller e Bruno Canfora: la canzone che doveva essere pubblicata su 45 giri al posto di Breve amore, viene inserita invece, in una differente versione, nell'album Studio Uno 66, altra raccolta di singoli del periodo.
In estate ritira a Venezia, alla Mostra Internazionale di Musica Leggera, la "Gondola d'oro" per le vendite dell'anno precedente. Esce l'album Mina 2, che per scelta dei brani e stile interpretativo rimanda al precedente Mina. In settembre la cantante lancia un altro dei suoi classici: Sono come tu mi vuoi, sigla della trasmissione radiofonica Gran varietà (alla prima edizione), condotto da Johnny Dorelli con la partecipazione della stessa Mina. Quarant'anni dopo, Sono come tu mi vuoi viene reinterpretata da Irene Grandi. Mi sei scoppiato dentro il cuore, altro brano scritto da Lina Wertmüller e Bruno Canfora, è presentato a Studio Uno, ma esce come singolo solamente nel mese di dicembre.
Nel febbraio 1967 viene pubblicato un altro 45 giri con due canzoni in gara alla diciassettesima edizione del Festival di Sanremo: sul lato A L'immensità, grande successo di Don Backy e Johnny Dorelli, sul lato B Canta ragazzina, sfortunato brano cantato da Bobby Solo e Connie Francis, riproposto nel 2008 come colonna sonora del film Il seme della discordia, su autorizzazione della stessa Mina.
In aprile inizia Sabato sera, riedizione di Studio Uno, diretto da Antonello Falqui. Mina, grazie al consenso di pubblico ottenuto l'anno precedente, è l'unica "padrona di casa", affiancata di volta in volta da un diverso co-conduttore ospite della trasmissione. Gli ospiti fissi del programma sono Lola Falana, Rocky Roberts e Franca Valeri. Di puntata in puntata, invece, si susseguono, tra gli altri, anche Gino Bramieri, Johnny Dorelli, Armando Trovajoli, Paolo Panelli, Bice Valori, Renato Rascel, Rita Pavone, Giancarlo Giannini, Adriano Celentano, Sandra Milo, Giorgio Albertazzi. Tante le canzoni presentate: alcune appena pubblicate (L'immensità, La banda di Chico Buarque de Hollanda, Se c'è una cosa che mi fa impazzire, Se tornasse caso mai, Sabati e domeniche, la sigla finale Conversazione, ecc.), altre nei molti numeri musicali proposti con i vari ospiti. Una delle differenze sostanziali rispetto alle precedenti edizioni (oltre al cast, la scenografia e l'esecuzione dei brani) è l'ambientazione esterna di alcuni momenti pre-registrati del programma. Imperdibile la parentesi musicale in cui Mina si esibisce con Severino Gazzelloni nella Fuga a due voci in do minore di Bach. Inoltre invita i quattro presentatori più popolari della TV italiana di allora, Mike Bongiorno, Corrado, Enzo Tortora e Pippo Baudo a cantare con lei una parodia del brano Quando dico che ti amo. Come di consueto, la Ri-Fi pubblica un nuovo LP intitolato Sabato sera - Studio Uno '67, in cui confluiscono le sue più recenti incisioni su 45 giri, unitament