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Pelopida

politico e generale tebano Da Wikipedia, l'enciclopedia libera

Pelopida
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Pelòpida, figlio di Ippoclo (in greco antico: Πελοπίδας?, Pelopìdās; Tebe, 420 a.C. circa – Cinocefale, 364 a.C.), è stato un politico e militare tebano, artefice dell'egemonia tebana assieme a Epaminonda.

Fatti in breve Nascita, Morte ...
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Biografia

Riepilogo
Prospettiva

Pelopida discendeva da una nobile e antica famiglia tebana. Ereditò un'estesa tenuta agricola, che, secondo Plutarco, gestiva in modo liberale, dando soccorso alle persone affamate e in difficoltà. Fu sempre amico di Epaminonda e, non riuscendo a modificarne le abitudini frugali, si disse che avesse assimilato i modi dell'amico.[1] Comune a entrambi era, anche, la lontananza dalla dissolutezza e dalla ricchezza; questa alienità dal denaro in eccesso accomunò i due uomini,[2] a tal punto che Tebe, secondo Polibio, raggiunse il suo apogeo grazie non tanto alla costituzione della polis, quanto alle doti degli uomini che la governarono (Pelopida ed Epaminonda).[3]

Durante l'oligarchia (382-379)

Lo stesso argomento in dettaglio: Oligarchia tebana.

Fu costretto all'esilio, assieme ad Androclida e a Ferenico, in seguito alla conquista spartana della Cadmea, la cittadella di Tebe, nel 382 a.C.[4]

Nell'inverno del 379-378 a.C. tornò in patria di nascosto, travestito da cacciatore, assieme ad altri undici fuoriusciti che, aiutati da Caronte e altri Tebani, uccisero a sorpresa i componenti del governo oligarchico che si era instaurato a Tebe con l'appoggio lacedemone.[5]

Preso poi il completo controllo di Tebe anche con l'aiuto di Epaminonda,[6] Pelopida fu eletto beotarca con Melone e Caronte e riconquistò la Cadmea prima dell'arrivo dei soccorsi da Sparta.[7]

Durante la guerra beotica

Lo stesso argomento in dettaglio: Guerra beotica.

A partire da questa data e fino alla morte Pelopida tenne una posizione predominante a Tebe; ogni anno ricoprì cariche istituzionali fondamentali della vita cittadina.

Eletto nuovamente beotarca nel 378-377 a.C. con Gorgida, sconfisse gli Spartani nella battaglia di Tegira (375 a.C.)[8].

Durante l'egemonia tebana

Lo stesso argomento in dettaglio: Egemonia tebana.

In seguito, durante l'ennesima invasione della Beozia, gli Spartani furono sconfitti nella battaglia di Leuttra (371 a.C.)[9], nella quale Pelopida comandava il battaglione sacro[10]. Ebbe così inizio l'egemonia tebana.

In seguito fu accusato di tradimento per aver conservato illegalmente il potere con Epaminonda, ma fu prosciolto.[11]

Dopo aver occupato Larissa nel 369 a.C., neutralizzò Alessandro II di Macedonia a favore dell'ambizioso cognato del sovrano macedone, Tolomeo di Aloro, costringendolo a stringere un'alleanza con Tebe.

Nel 368 a.C. intervenne in Tessaglia contro il tiranno Alessandro di Fere, dal quale fu catturato.[12][13] L'anno seguente, dopo essere stato liberato da Epaminonda, si recò in Persia da Artaserse II con l'obiettivo di ottenere l'appoggio diplomatico del re persiano e l'indipendenza della Messenia.[14]

Nel 364 a.C. combatté contro Alessandro di Fere nella battaglia di Cinocefale, dove perse la vita.[15] Inoltre lo storico latino Cornelio Nepote narra che nella battaglia Pelopida, vedendo l'uomo che lo aveva imprigionato, spronò il suo cavallo allontanandosi dalle sue truppe e cadde trafitto da numerosi dardi. In seguito, però, Alessandro di Fere venne sconfitto e i beoti premiarono i figli di Pelopida con un terreno da coltivare, corone d'oro e statue bronzee.

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Note

Bibliografia

Altri progetti

Collegamenti esterni

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