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Pont Neuf (Parigi)

ponte di Parigi sulla Senna Da Wikipedia, l'enciclopedia libera

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Il Pont Neuf /põ nœf/ (Ponte Nuovo) è, nonostante il nome, il ponte più antico tuttora esistente a Parigi. Attraversa la Senna in corrispondenza della punta ovest dell'Île de la Cité. Costituito da diverse arcate in pietra, nel 1889 è stato classificato monumento storico della Francia, e nel 1991 l'UNESCO lo ha dichiarato Patrimonio dell'Umanità.

Disambiguazione – "Pont Neuf" rimanda qui. Se stai cercando altri significati, vedi Pont Neuf (disambigua).
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Storia

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L'île de la Cité prima della costruzione del ponte (mappa detta «di Basilea», 1552).

Il ponte

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Pannello informativo della serie «Panneau Histoire de Paris».

Il Pont Neuf è attualmente, a dispetto del nome («Pont Neuf» significa dal francese «Ponte Nuovo») il ponte più antico di Parigi.[1] Con una lunghezza di 238 metri, rappresenta il terzo ponte più lungo della capitale francese, superato solo da quelli situati a monte e a valle della tangenziale urbana, il Boulevard périphérique di Parigi (ovvero il Pont aval, 313 m, e il Pont amont, 270 m).

La decisione di edificare il Pont Neuf risale al 1577, e il 2 novembre di quell'anno il re Enrico III già istituì una commissione incaricata di supervisionare l’esecuzione dell’opera e garantire il corretto svolgimento dei lavori. Claude Marcel, controllore generale delle finanze, fu nominato intermediario ufficiale tra la corona e la suddetta commissione.

L’autorizzazione formale alla costruzione fu concessa il 16 marzo 1578 tramite lettere patenti reali. La posa della prima pietra avvenne il 31 maggio dello stesso anno,[2] alla presenza della regina madre Caterina de' Medici e della regina consorte Luisa di Lorena-Vaudémont. Secondo le cronache, in occasione della cerimonia il sovrano, ancora scosso dalla recente perdita di due suoi favoriti, si commosse visibilmente: da questo episodio deriverebbe il primo soprannome attribuito al ponte dai parigini, «pont des larmes» [ponte delle lacrime].[3]

I lavori di costruzione si protrassero fino al 1607, sotto il regno di Enrico IV. Tuttavia, il cantiere subì un’interruzione significativa tra il 1588 e il 1598, a causa della rivolta cittadina contro il sovrano. Nel 1599, Enrico IV ordinò la ripresa dei lavori, affidandone la direzione a Guillaume Marchant e François Petit. Al 1636, in un manoscritto censitario di tutte le strade di Parigi, è già documentato il toponimo «Pont Neuf».[4]

Il ponte fu costruito con una serie di archi brevi, caratteristica comune alle infrastrutture coeve. Il motivo per cui il Pont Neuf rappresentò un punto di svolta nella storia urbanistica di Parigi, tuttavia, fu che costituì il primo ponte della città a non essere fiancheggiato da edifici residenziali. Inizialmente, il progetto prevedeva la costruzione di abitazioni sul ponte, secondo la prassi consolidata dell’epoca; l'architetto incaricato dei primi lavori, Baptiste Androuet du Cerceau, aveva infatti predisposto la realizzazione di cantine all’interno dei pilastri e sotto gli archi, in previsione dell’edificazione di case, analogamente a quanto avveniva sugli altri ponti parigini.[5] Tuttavia, al momento della ripresa dei lavori nel 1599, dopo dieci anni di interruzione, Enrico IV decise di modificare radicalmente il progetto, optando per un ponte spoglio di costruzioni residenziali. Le cantine già realizzate furono comunque mantenute e inizialmente collegate tra loro da un passaggio sotterraneo, che fu successivamente murato.[6]

Il Pont Neuf, con la sua ariosa vista sulla Senna, divenne così un importante luogo di vita sociale e commerciale, frequentato da venditori ambulanti, tosatori di cani, noleggiatori di ombrelli e ciarlatani.[7][8] Vi si svolgevano anche attività legate al commercio librario: i venditori di libri usati (bouquinistes) operavano direttamente sul ponte, entrando in concorrenza con le librerie circostanti. Tale concorrenza fu oggetto di una prima proibizione nel 1619, richiesta dai librai del quartiere, e confermata successivamente da un’ordinanza reale del 1742.

Nel 1702, il ponte — situato nel quartiere della Cité — contava 20 lanterne.[9] L'infrastruttura si estendeva dal quai des Augustins, di fronte a Place Dauphine, fino all’intersezione dei quai de la Vieille-Vallée-de-Misère e del quai de l'École, in corrispondenza dell’incrocio denominato des Trois-Maries. Al 1843, invece, risale l'installazione della prima illuminazione elettrica sul ponte.[10]

La statua equestre di Enrico IV

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La statua equestre di Enrico IV

L’idea di collocare una statua equestre a Parigi, ispirata a quella di Marco Aurelio sul Campidoglio a Roma, risale già ai progetti della dinastia dei Valois, ma fu effettivamente messa in essere solo durante il regno dei Borbone. La regina Maria de' Medici, nel 1605, promosse attivamente il progetto, chiedendo l’assistenza dello zio Ferdinando I de' Medici, granduca di Toscana, per la fusione di una statua in bronzo raffigurante Enrico IV a cavallo, da erigersi in una piazza pubblica della capitale («faire l’effigie du roy monseigneur à cheval, en bronze, pour mettre en une place de la ville de Paris»).

Per la realizzazione dell’opera si ricorse agli stampi del cavallo precedentemente utilizzati per le statue equestri di Ferdinando e Cosimo de' Medici, opere legate alla bottega di Giambologna. La fusione fu eseguita a Firenze, nella fonderia del maestro, tra il 1606 e il 1607, mentre la figura del sovrano fu modellata con la collaborazione del suo allievo Pierre de Francqueville, autore anche della testa in cera del re.

La statua, completata nel 1611, affrontò un lungo e accidentato trasporto via mare e fiume attraverso Livorno, Marsiglia, Le Havre e Rouen, fino ad arrivare a Parigi nel luglio del 1614. L’inaugurazione ufficiale ebbe luogo il 24 agosto 1614, segnando un evento storico: si trattava della prima statua reale collocata in una piazza pubblica francese. L’opera era originariamente orientata verso il quai des Orfèvres.[11]

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Descrizione

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Il ponte fotografato dalla rive gauche

Il Pont Neuf è un ponte in muratura lungo 238 metri e largo 20,50 metri. La carreggiata centrale misura 11,50 metri, affiancata da due marciapiedi larghi 4,50 metri ciascuno. L'infrastruttura è composta da due rami: il braccio maggiore, lungo 154 metri, comprende sette arcate con aperture variabili tra 16,40 e 19,40 metri; il braccio minore, lungo 78 metri, presenta cinque arcate con luci comprese tra 9 e 16,70 metri.

Questo ponte si distingue nettamente dagli altri ponti storici di Parigi per diverse innovazioni strutturali e funzionali. Fu infatti il primo a oltrepassare la Senna nella sua interezza, collegando direttamente la rive gauche, la rive droite e l’estremità occidentale dell’Île de la Cité. Inoltre, introdusse per la prima volta in città l’uso dei marciapiedi, e fu dotato di balconi semicircolari (uno per ciascun pilastro), spazi concepiti per ospitare piccoli commerci e botteghe artigiane. Un altro elemento di rottura rispetto alla tradizione fu l'assenza di edifici residenziali lungo i bordi del ponte, caratteristica comune agli altri ponti parigini dell'epoca. Infine, per la prima volta, un ponte parigino venne decorato con una statua equestre, in omaggio a Enrico IV, posta sull’Île de la Cité nel 1614, a pochi anni dal completamento dell’opera.

Un ulteriore elemento decorativo di rilievo è costituito dalle 381 maschere grottesche scolpite lungo i cornicioni, raffiguranti volti ispirati a divinità silvestri e campestri della mitologia greco-romana: satiri, silvani e altre figure apotropaiche, tradizionalmente associate alla protezione degli spazi urbani dagli spiriti maligni. Gli scultori incaricati realizzarono ogni mascherone con tratti distintivi, giocando con barbe, espressioni e acconciature per garantirne l’unicità. Una tradizione, risalente allo storico Henri Sauval (XVII secolo), ascrive la realizzazione di queste sculture a Germain Pilon, celebre scultore di gusto manierista dell’epoca: questa attribuzione, tuttavia, rimane oggetto di discussione tra gli studiosi.[12] Oggi le maschere visibili sono riproduzioni; gli originali sono stati rimossi e conservati per ragioni di tutela.[13]

I lampioni del ponte furono progettati nel 1854 dall'architetto Victor Baltard, nell’ambito degli interventi di riqualificazione urbana promossi durante il Secondo Impero. Ogni lampione si compone di un piedistallo in pietra sormontato da una base ornamentale, decorata con quattro figure raffiguranti Nettuno e delfini. La colonna, impreziosita da motivi vegetali stilizzati, sostiene una lanterna coronata da una struttura che rappresenta un castello.

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Note

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